Conte scarica la Raggi e appoggia Gualtieri

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Gli americani non ci capivano niente nelle elezioni italiane. Erano gli anni Settanta e Ottanta e fra governi balneari, politiche dei due forni, convergenze parallele e altre alchimie democristiane allargate pure al piccì, Oltreoceano non si raccapezzavano: “non capisco ma mi adeguo”, potevano dire a Foggy Bottom sugli equilibri italo/transatlantici da rispettare. E la governabilità? E l’uninominale? E il bi-partitismo? Non pervenuti. E oggi a distanza di 40 e 50 anni con le manovre in-gran-segreto-ma-neanche-troppo Conte/PD/Gualtieri a Roma sembra di poter dire con Montanelli: “arrieccolo”. Credevate che le astruse alchimie geopolitiche in salsa democristiana fossero un vecchio arnese del passato? Macché. Manca poco alle elezioni a Roma e l’accordo M5S/Pd che ha scaldato i cuori dei quattro gatti italiani interessati alla faccenda alla fine si farà, ma con una manovra da filibusta. Conte punta a un seggio alla Camera, altro che panchina ai giardinetti, ma affinché ciò si realizzi deve fare in modo che Gualtieri vinca. Infatti: se Gualtieri vince e diventa sindaco, Conte ottiene il sostegno del Pd nella corsa al seggio alla Camera lasciato libero appunto da Gualtieri. Un incontro, pubblico o privato non importa, Conte/Letta/PD per mettere in atto la strategia avrebbe ovviamente ricadute non solo romane ma nazionali, anche se i diretti interessati fingono che no, non è vero. Gli accordi sono sul tavolo ma non ne parliamo! Detto altrimenti: Conte scarica la Raggi e aiuta Gualtieri; Gualtieri vince sulla Raggi e si dimette da parlamentare nel collegio di Roma; in quello stesso collegio arriva Conte. E diventa parlamentare. Quindi Raggi scaricata dagli amici, grillini e Conte parenti serpenti: lo chiamavano Bis/Conte ma grazie alle manovrone in zona cesarini ora è pure uno e trino, è uscito dalla porta e rientrato dalla finestra.

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