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W l’Italia in divisa: sul numero di novembre di CulturaIdentità dedicato agli uomini e alle donne in divisa del nostro Paese e che troverete in edicola oggi venerdì 4 novembre giornata delle Forze Armate, non perdete l’inedito profilo di Ignazio La Russa tratteggiato da Hoara Borselli: dagli anni di piombo (avvocato di parte civile al processo contro gli assassini di Sergio Ramelli) alla politica, quando da Ministro della Difesa il neo Presidente del Senato ha portato sulle sue spalle le bare dei soldati caduti in Afghanistan. Ignazio La Russa porta incise nel suo DNA le parole “onore”, “rispetto” e “gratitudine”, riconoscenza verso chi si sacrifica per la Patria o, come le Forze dell’Ordine, combatte ogni giorno per la salvaguardia della sicurezza dei cittadini: perché qui non siamo come le Michela Murgia di turno, a noi la divisa infonde serenità e rispetto.
Tuttavia, stamattina la ‘Michela Murgia di turno ’, insieme alle consorelle e confratelli in ideologia, se non avrà già brindato, brinderà alla salute di Olaf Scholz. Con Casini, l’eterno Parlamentare, che, come il resto degli italiani, da stamattina si ritrova suddito dei tedeschi. Dato che ieri Berlino, in merito ai commercianti di carne umana, così ha parlato: “l’Italia accolga i minori”. E domani, c’è da mettere la mano sul fuoco, dirà “l’Italia si metta a disposizioni delle Ong”. Adesso, insomma, è tutto chiaro. Non solo e non soltanto, il Pci, Pds, Ds, Pd, ha governato con la complicità del Quirinale senza avere il mandato dagli elettori, ma, da ossequiosi e ubbidientissimi vassalli dell’Ue, hanno firmato un atto segreto di vassallaggio con quei satrapi e ridotto lo Stivale a un loro possedimento. Così gli italiani, a loro insaputa, una mattina si sono trovati sudditi della Germania e soci. Da ciò l’ordine dato Olaf Scholz.
Tutto ciò è intollerabile. Ma quello che fa più male e avvilisce è la consapevolezza che l’inquilino del Quirinale è, ed è stato, consenziente a che ciò avvenisse. Forse, comincia a farsi tutto più chiaro, al seguito dell’arrogante richiesta dei tedeschi. Così, non sembra essere per niente un caso, che il difensore della Costituzione e presidente bis, Mattarella, stia a presidiare la prima carica dello stato. Che non c’è. No, non c’è! Proprio!
Qualcuno dimentica che a firmare l’accordo europeo affinché l’Italia sia il primo approdo dei migranti sia stato IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Giorgio Meloni “sotto” il governo del bunga bunga 🤔 chissà chi si è messo a 90 con la Germania!
Le balle le racconti su il F.Q. . Il Governo Berlusconi e non la Meloni, comunque, che era ministro di tutt’altro, firmò un patto che riguardava un problema che era almeno 100 volte piu’ piccolo di adesso. Dopo di che solo i sinistri vogliono perseverare ad accettare una situazione assurda. I patti si firmano e se poi le condizioni mutano si rigettano. Questo è stato fatto dal centro destra e da tutti quelli che hanno un minimo di buon senso che a lei per livore politico manca
La regolamentazione dei migranti nasce nel 1990 con il governo Andreotti, seguita dalla convenzione di Dublino che risale al 1° settembre del 1997 con il governo Prodi, continua con Dublino II nel 2003 firmata dal governo Berlusconi, che tra l’altro prevedeva anche l’obbligo di prendere le impronte digitali, al fine di evitare identità e pratiche multiple. Tale accordo scade dopo 10 anni e viene ancora rinnovato dal governo Letta: il Presidente Meloni nel 2003 non mi ricordo facesse parte dl governo Berlusconi.
Un picchiatore fascista, uno che girava con la pistola e minacciava. Rampollo di una famiglia fascista legata a doppio filo con i Ligresti, il padre era la mente legale del gruppo, e chi vuol capire capisca. Siete campioni di leccamento di terga, e fate parte di un “certo” fascismo.
Caro compagno, se si fosse correttamente informato sulla storia del secolo scorso saprebbe che poco dopo la fine della prima guerra mondiale, cento anni fa, ci fu un tentativo di trapiantare in tutta Europa la rivoluzione sovietica russa.
I diversi paesi europei reagirono in modo diverso. Quelli in cui i sistemi che oggi conosciamo come democratici si erano meglio consolidati, dopo un millennio e passa di reciproche ostilità, si salvarono dall’essere fagocitati dal comunismo per via parlamentare, tutti gli altri, sia quelli dell’Europa centrale che peninsulare dovettero ricorrere alle maniere forti se non volevano diventare satelliti della Russia sovietica.
Se, prima di giudicare i picchiatori fascisti, s’informasse meglio attraverso fonti non di parte, scoprirebbe che i picchiatori fascisti furono la reazione ai picchiatori comunisti appoggiati dall’Unione sovietica. Che avevano fatto lo sbaglio di non capire che avevano di fronte, in grande maggioranza, reduci della guerra da poco terminata e non chierichetti di sagrestia.
Furono quei reduci che permisero a Mussolini di marciare su Roma.
Certo che molti di loro giravano cone la pistola in tasca.
Ma vede poteva succedere che, ad esempio, a Firenze, alcuni comunisti avessero preso un giovane fascista che non sapeva nuotare e l’avessero scaraventato oltre il parapetto di un ponte sull’Arno. Ma il giovane era riuscito a aggrapparsi ad un appiglio, attaccato al quale non avrebbe comunque potuto resistere a lungo se uno dei suoi assassini non gli avesse anche schiacciato le dita con la scarpa,
Il giovane si chiamava Giovanni Berta e la sua storia avrebbe potuto rimanere sconosciuta, se i comunisti non ci avessero fatto su una canzoncina: ” Hanno ammazzato Berta, figlio di pescicani, evviva il comunista che gli spezzò la mani”
Caro Aramis, non mi dica che quel 36 sta per la sua data di nascita. In tal caso Lei avrebbe solo sette anni meno di me. passati tutti all’ombra della falce e martello?
Senti Ciccio, le lezioncine falle a tua sorella. Hai scritto una compilation di minchiate da rabbrividire. Resta nell’argomento. Il camerata La Russa era un picchiatore fascista che girava armato. Venne preso a pedate da Almirante dopo l’episodio dell’agente Marino, sempre che tu conosca la storia. Per poi essere reintegrato nell’Msi, visto che era un importante portatore di grana, che da dove venisse non si sa, ma si immagina.