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Si è da poco conclusa la settimana edizione della cucina italiana del mondo 2022. ITA0039, prima certificazione al mondo per la tutela del vero Made in Italy per la ristorazione italiana all’estero, l’ha celebrata certificando due nuovi ristoranti in Cina e in Australia. Entrambi con rating Platinum, il massimo del punteggio ottenibile, in base ai parametri della check-list elaborati dall’ente di certificazione Asacert ed ottenuto in seguito ad un audit di verifica.
“L’approdo della certificazione in luoghi così lontani dal nostro Paese è un’ottima notizia, non solo per ASACERT, ma per il movimento che cerca di diffondere la cultura del cibo made in Italy e si batte per fermare la diffusione della contraffazione alimentare a spese dei nostri prodotti. Il protocollo rappresenta un’arma formidabile a disposizione di questa battaglia”. Lo afferma Fabrizio Capaccioli, AD di ASACERT e ideatore del Protocollo di certificazione. Convivialità, sostenibilità e innovazione: gli ingredienti della cucina italiana per la salute delle persone e la tutela del Pianeta è il tema di questa settimana edizione della settimana della cucina italiana nel mondo “tutti elementi che sono, sin dall’inizio, nello sviluppo del Progetto ITA0039 e dell’App gratuita attraverso cui ogni consumatore nel mondo può verificare se nel suo carrello della spesa ci sono prodotti italiani taroccati. Siamo a disposizione del Governo italiano perché il protocollo ITA0039 venga promosso a livello istituzionale come strumento valido per certificare i nostri ristoranti all’estero e come mezzo di promozione e tutela della cultura italiana nel mondo”, conclude Capaccioli.

Il protocollo di certificazione, ideato nel 2019 da ASACERT -a cui hanno aderito importanti partners come Coldiretti ed Euro-Toques- è presente in molti ristoranti delle principali capitali europee, degli Stati Uniti, dell’America Latina e degli Emirati Arabi. L’approdo in Cina ed in Australia conferma l’attenzione dei ristoratori italiani all’estero verso la qualità e l’autenticità dei cibi italiani offerti.
Sensibilità che fa ben sperare, tuttavia, fuori dai confini italiani, sei prodotti alimentari su dieci spacciati per Made in Italy, sono in realtà piratati.
L’Italian Sounding riguarda il 97% dei sughi per pasta, il 94% delle conserve sott’olio e sotto aceto, il 76% dei pomodori in scatola e il 15% dei formaggi.
L’impatto globale del fenomeno si attesta su un giro d’affari stimato in più di 120 miliardi di euro l’anno (in crescita del 70% negli ultimi dieci anni), cresciuto anche sulla spinta della guerra russo-ucraina, che impone limitazioni ed embarghi agli scambi commerciali.
La mappatura dei prodotti Italian Sounding in Europa e Nord America
Le categorie di prodotto maggiormente colpite dal fenomeno dell’Italian Sounding: prodotti lattiero-caseari; pasta; prodotti da forno; prodotti a base di carne; condimenti, prodotti della confectionery e piatti pronti (sughi, conserve, aceto, olio, prodotti sott’olio e sott’aceto, vino, liquori, etc.).
Oltre 800 prodotti Italian Sounding sono stati rilevati in 21 paesi in America e Europa, anche grazie alle segnalazioni dei consumatori sull’App gratuita ITA0039. Complessivamente, la categoria più colpita dal fenomeno è quella dei prodotti della confectionery: il 42% dei prodotti taroccati che richiamano quelli Made in Italy acquistati in Europa e Nord America sono piatti pronti e surgelati, sughi e conserve, prodotti sott’olio e sott’aceto, condimenti, caffè, etc.. Un quarto dei prodotti più imitati sono invece i latticini, seguiti dalla pasta, con una quota del 16,1%.
Analizzando le singole aree, in Europa si registra, per i prodotti della confectionery, un livello di diffusione in linea, se non addirittura superiore, alla media generale: oltre la metà dei prodotti Italian Sounding acquistati nei mercati europei rientrano infatti in questa tipologia (più del 55%). Diversa, invece, la situazione in territorio nordamericano, dove la confectionery scivola in seconda posizione (con una quota sui prodotti di imitazione italiana pari a più del 25%), lasciando la vetta del podio ai latticini e prodotti lattiero-caseari, (oltre un terzo dell’Italian Sounding venduto nell’area NAFTA è pari a più del 35%). Al terzo posto troviamo invece i prodotti a base di carne (più del 17%), di cui oltre la metà rappresentati dagli affettati (ben più del 50%).
Tra i prodotti regionali più piratati
Fontina Dop / Fontiago
Gorgonzola Dop / Zola, Combozola
Salame Milano / Milano Salama
Asiago Dop / Asiago Cheese
Prosciutto San Daniele Dop / San Daniele Prosciutto – Jambon Ham
Mortadella Bologna / Bologna, Mortadela
Aceto Balsamico di Modena Igp / Balsamic Winegar
Pecorino Romano Dop / Romano Cheeese
Mozzarella di Bufala Campana Dop / Fresh Buffalo Mozzarella
Salame Napoli / Salama Napoli
















