Lo avevamo raccontato un mese fa e non poteva andare altrimenti: la strettissima scadenza fiscale è arrivata e i contribuenti inadempienti per necessità e non per malizia, rischiano di perdere anche i vantaggi acquisti con la pace fiscale.
Fuori dai tecnicismi , quel che vogliamo sottolineare è nella riflessione politica sul centrodestra.
C’è una nuova fisica degli schieramenti politici nell’esperimento Draghi e può accadere anche questo. E’ sufficiente un fatto che tocchi trasversalmente gli elettori per ricompattare in maniera perfetta parte della maggioranza e l’intera opposizione, entrambe in pieno contrasto con Presidente del Consiglio ed esecutivo. 
Il fisco è un punto sul quale il centrodestra ha sempre trovato elettivamente facile coesione: era ieri con Berlusconi come riferimento ed avviene oggi con Giorgia Meloni e non stupisce affatto che sia proprio quello sul quale ora si è trovata una piena unità, speriamo non temporanea. Nella richiesta ferma di una proroga per i contribuenti, Forza Italia è la forza politica di maggioranza che ha alzato veramente i toni arrivando a minacciare di togliere l’appoggio e di non votare la Legge di Bilancio. Può sembrare un gesto simbolico ma con Berlusconi non lo è affatto: per quanto abbiamo imparato a conoscerlo dal 1994, no si esporrebbe tanto muovendo l’intero partito in maniera radicale se non volesse andare sino in fondo.
Atteso che il disastro era inevitabile, e il governo ne era pienamente cosciente, esso deve trovare una soluzione immediata. E in ogni caso andrà riconosciuto a Forza Italia gran parte del merito. Se sia oppure no una piccola incrinatura nella maggioranza, che potrebbe allargarsi in vista dell’elezione del Capo dello Stato, lo diranno I fatti. 
Certamente è un fatto che dimostra come su certi temi comuni la risposta dei conservatori sia immediata. Resta la inadeguatezza di un esecutivo che in nemmeno dodici mesi ha -forse- fatto passare l’entusiasmo proprio ai suoi maggiori sostenitori.
 
             
		
