Torna in edicola domani venerdì 5 marzo CulturaIdentità, il mensile fondato da Edoardo Sylos Labini, questo mese dedicato al festival di Sanremo e alla storia della musica leggera italiana con la copertina firmata dall’artista Marco Lodola, il neofuturista che da anni illumina le insegne del Festival di Sanremo.
Tante sorprese nel numero di marzo di CulturaIdentità, come l’intervista di Raffaella Salamina al mito Iva Zanicchi, per non parlare dei numerosi approfondimenti delle firme controcorrente della cultura italiana, da quella del direttore Alessandro Sansoni, che sottolinea l’importanza della musica leggera perchè in essa “si esprime e al tempo stesso, si indirizza e si progetta il senso comune di un popolo”, a Giampaolo Rossi, membro del cda Rai, Marco Gervasoni, Diego Fusaro. Lo storico Eugenio Capozzi e Alfonso Piscitelli ci portano in viaggio nella musica a cavallo tra l’800 e il ‘900, mentre il musicologo Antonello Cresti lancia un monito provocatorio che invita a riflettere su come la trap sia diventata la voce del neoliberismo.
Tra i pezzi imperdibili di questo numero i ritratti di tre grandi cantautori Luigi Tenco, Lucio Battisti e Franco Battiato: e del ritratto di Battiato vi lanciamo un’anteprima a firma di Emanuele Ricucci:
Ecco che tempo è, nell’infinito pandemico, se non quello di iniziare a concepire il nostro “canto libero”? “In un mondo che, prigioniero è, respiriamo liberi io e te”. Ecco, Lucio Battisti, nei giorni del Sanremo più triste, nell’epoca dei talent, dei Dpcm infiniti, della riduzione della vita a un’eccezione, scomodo fatto privato, e della musica ridotta a macelleria, in un tempo in cui siamo costantemente colpevolizzati, come se noi disturbassimo il virus e non viceversa, la cupa meraviglia lucente delle parole in musica di Battisti sono un inno alla muta, alla rinascita, alla stagione nuova […] (Emanuele Ricucci)
Ma quale canto libero?
Quesa è una repubblica antidemocratica fondata sull’odio.
“Foibe, ora l’Anpi fa rimuovere la targa in memoria delle vittime… A Torino l’Anpi scrive al Comune e ottiene a tempo di record la rimozione della targa “abusiva” dedicata alle vittime delle foibe” (ilgiornale.it)
Tutti lo vorremmo!; io ho 67 anni e ho vissuto praticamente tutte le canzoni di Battisti, che sono parte integrante della mia vita. Ma Battisti è inesorabilmente troppo lontano, ormai, dallo schifo che è diventata l’Italietta, governata da inetti arroganti e “supervisionata e schiacciata” dai poteri forti che hanno preso il sopravvento grazie a ppdr consenzienti/complici. “Respiriamo liberi”?
Non so, respiriamo, invece, sempre di meno, grazie al Covid e alla mancanza di vaccini ,divenuti businness per gentaglia senza scrupoli. Avremmo tanto bisogno del “canto libero” di Battisti, perchè ai suoi tempi, anche se ci si lamentava ugualmente, eravamo “liberi” davvero…..