La cultura come arma di identità. L’esempio di Giannina Milli

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Oggi, 8 Marzo 2021, ricorre la Giornata Internazionale della Donna, celebrata con differenze culturali tra paese e paese e nota, ai più, come Festa della Donna. Parlare di festa è improprio e del tutto fuori luogo e anacronistico; la giornata è dedicata alle donne e alle loro conquiste politiche, sociali, culturali ed economiche.

Vogliamo, dunque, celebrare la figura di una donna identitaria che ha segnato la cultura teramana e che “parlava in poesia”, Giannina Milli. Nasce a Teramo il 24 maggio del 1827, dove le viene impartita una normalissima istruzione riservata alle bambine, quella casalinga. Il suo talento non tarda ad arrivare, già da bambina; alla sola età di 5 anni, in aiuto di una sfortunata compagnia teatrale comica, sale sul palco recitando il canto integrale di Francesca da Rimini, alcune ottave della Divina Commedia di Dante e della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso.

Nel corso della sua visita nell’Abruzzo Ulteriore, il Re di Napoli, Ferdinando II di Borbone, la nota e, a sue spese, le fa frequentare un famoso educatorio femminile di Napoli, riservato alle figlie dei militari. All’età di 16 anni ritorna a Teramo, riceve gli insegnamenti di Stefano Martines e Giuseppe Regaldi e il 24 giugno 1847 recita in occasione della festa di San Giovanni, nel Teatro di Teramo, destando, nel pubblico, stupore e meraviglia. Nel 1850, la Curia Capitolare Aprutina le consegna il “Certificato di buona condotta religiosa e morale”, indispensabile per potersi muovere liberamente in Italia.

Le sue esibizioni, con il nome d’arte di Giannina Miller suscitarono ammirazione e giudizi positivi nelle Accademie e nelle colonie Arcadiche Circonvicine (da quella del Velati Aternini dell’Aquila a quella Properziana del Subasio), ma anche critiche molto severe, soprattutto a causa della stolta disapprovazione per la poesia estemporanea.

I suoi temi sono la patria, le virtù militari, le virtù cittadine e pronuncia il nome Italia, attirando a sé la malevolenza delle varie forze pubbliche. I suoi accenni patriottici le valgono il plauso di Giovanni Battista Niccolini, Aleardo Aleardi e di Alessandro Manzoni. Il 26 ottobre 1876 sposa Ferdinando Cassone, Provveditore agli Studi di Caserta e Bari e muore l’8 ottobre 1888.

Giannina Milli, in arte Miller, è uno straordinario personaggio del Risorgimento Italiano, grandissima sostenitrice dell’Unità Nazionale e, proprio per questo motivo, ostacolata dallo Stato Pontificio, nel quale le fu proibito esibirsi; è stata una donna “venuta del basso” e che ha fatto del proprio carattere, del proprio talento e della propria cultura le armi con cui imporsi in una società nella quale la donna iniziava a farsi strada in una “società di soli uomini”.

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