La diretta di CulturaIdentità: Edoardo Sylos Labini-Magdi Cristiano Allam

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Magdi Cristiano Allam è uno dei primi a denunciare l’Islam radicale. Il rientro in Italia di Silvia Romano, secondo quelle modalità, sta dando dei segnali pericolosi. La Turchia sostiene l’islamismo radicale in Iraq, in Siria e, in Somalia, al Shabaab, il gruppo terrorista che ha rapito la giovane cooperante milanese. Preoccupa la sua conversione, che lei sostiene essere stata spontanea.

Quando gli estremisti islamici prendono il potere, per prima cosa impongono il velo alle donne: non è affatto vero che il velo sia una libera scelta. Gli estremisti islamici, che hanno le mani grondanti il sangue sia dei cristiani che dei musulmani, non possono in alcun modo essere additati come testimoni di una adesione libera all’Islam: la lettura del Corano mostra che Allah ordina in modo esplicito la guerra contro i miscredenti, cioè i non musulmani. Aisha, che è il nuovo nome di Silvia Romano, è il nome della seconda moglie di Maometto, che lui sposò a 50 anni quando lei ne aveva 6.

L’Eurabia è già una realtà. Oriana Fallaci fu testimone della tragedia epocale del crollo delle Torri Gemelle: la radice del male è l’Islam stesso. Quando noi non diciamo la verità in libertà vuol dire che stiamo morendo interiormente, rinunciando alla nostra dignità e alla nostra libertà.

La donna nell’Islam. Negli ultimi della sua vita, Maometto entrò in moschea dalla parte posteriore, dalla parte delle donne. E disse loro: ho visto in sogno l’inferno e in gran parte è popolato dalle donne, perché la donna è manchevole sul piano dell’intelletto e della ragione. I versetti coranici dicono esplicitamente che la donna vale la metà dell’uomo e che l’uomo può avere fino a 4 mogli e che può ripudiare e picchiare le sue mogli. La donna nell’Islam è antropologicamente inferiore. Il Paradiso è un bordello per soli uomini. O il musulmano è totalmente laico o la conseguenza è la violenza verso la donna. Dove sono le femministe?

Il ritorno in Italia di Silvia Romano si è tradotto in uno straordinario successo dei terroristi somali di al Shabaab, sia sul piano mediatico che sul piano finanziario che sul piano propagandistico. Questo ci fa capire che l?islam è uno solo: non ce n’è uno moderato e uno per i terroristi. I musulmani possono assumere posizioni diverse solo se hanno percentuali diverse di ragione e di cuore: l’Islam come religione, in Italia, è fuori legge, perché totalmente incompatibile con le leggi di questo Paese.

La scelta di diventare cristiano da musulmano. Condannato a morte da Hamas, Magdi Cristiano Allam vive da anni sotto scorta.

L’incontro con Benedetto XVI a San Pietro: la capacità di coniugare fede e ragione. La fede senza ragione non è vera fede.

Bergoglio: il relativismo religioso di Bergoglio mette sullo stesso piano il Cristinaesimo e l’Islam. Ma l’Islam non predica nè l’amore nè la pace. Storicamente ha sempre cercato di sottomettere l’Europa con la violenza. Senza la Reconquista e senza Lepanto anche l’Europa avrebbe fatto la fine della sponda del Mediterraneo.

Ma il nemico è dentro casa nostra: l’Islam non ottempera l’articolo 8 della nostra Costituzione. Ma lo Stato italiano si comporta come se l’Islam fosse una religione riconosciuta. Ci stiamo comportando come se fossimo già sottomessi all’Islam.

Le lacrime del Ministro Bellanova ricordano le lacrime della Fornero. Ci si commuove assumendo degli atti contro gli Italiani. Gli italiani in Italia sono discriminati rispetto agli stranieri. Come disse Ratzinger, l’Occidente odia se stesso: recuperiamo l’amor proprio attraverso la rinascita culturale. Dovrebbe essere un fatto ovvio dire che l’Italia è la casa degli italiani, invece è quasi un reato. Dobbiamo reimparare l’abc della nostra cultura e della nostra umanità: se non vogliamo bene a noi stessi non ne vorremo nemmeno per il nostro prossimo e ci sottometteremo a lui.

Dobbiamo riscattarci dal nuovo ordine mondiale attraverso un processo politico culturale che ridia voce alla nostra dignità: andiamo avanti forti di libertà con il coraggio della verità: ce la faremo