Da Tito Schipa a piazza Sant’Oronzo personaggi e luoghi della “Firenze del Sud”
Lecce, definita spesso come la “Firenze del Sud“, è molto più di una città; è un racconto vivo, una poesia scolpita nella pietra dorata, che sussurra storie di gloria e resilienza. Camminare per le sue strade è un’esperienza che intreccia emozione e meraviglia, in un abbraccio che mescola arte, storia, tradizione e un pizzico di magia.
Impossibile parlare di Lecce senza rendere omaggio a Tito Schipa (1888-1965), il gigante della musica che il mondo intero ci invidia. La sua voce straordinaria è una delle pietre miliari dell’identità culturale leccese, tanto che ogni giorno, a mezzogiorno, risuona nella piazza Sant’Oronzo, un tributo costante al figlio più illustre di questa terra. Con una carriera stellare che lo ha portato anche nella Walk of Fame di Hollywood, Tito Schipa è molto più di un tenore: è l’eco eterna di una città che respira bellezza. La Fondazione Tito Schipa, nata grazie ad una legge regionale (in fase di attuazione) mira a custodire e valorizzare il suo straordinario lascito artistico.
Accanto alla grandezza lirica di Schipa, troviamo la voce popolare di Bruno Petrachi, il cantore dell’anima salentina. Petrachi, scomparso nel 1997, ha raccontato la quotidianità e i sentimenti della Lecce più autentica, più verace. Oggi, suo figlio Enzo continua questa tradizione, portando avanti con passione una musica che unisce generazioni e parla direttamente al cuore.
Il cuore pulsante di Lecce è il suo barocco unico, una danza di luce e ombra che prende vita nella pietra leccese, tenera e malleabile, scolpita con una grazia che sfida il tempo. La Basilica di Santa Croce, simbolo inconfondibile della città, esplode in un tripudio di dettagli che raccontano di un’arte votata alla bellezza. Accanto, il Palazzo dei Celestini veglia silenzioso, memoria di potere e spiritualità che si fonde armoniosamente con il presente.
Ma Lecce non è solo un luogo dove gli occhi si riempiono di meraviglia. È una città che vive attraverso il suo ritmo. La piazza Sant’Oronzo, dominata dall’alta colonna del santo patrono, racconta la gratitudine di un popolo che si affidò alla fede per sopravvivere alla peste del 1656.
E oggi, dopo un lungo restauro, la nuova statua in bronzo di Sant’Oronzo, issata nell’aprile 2024, svetta fiera, come un faro per la comunità. Inoltre Lecce è un luogo dove i sapori raccontano storie. Qui, il pasticciotto, dolce simbolo della tradizione salentina, con la sua frolla dorata e il cuore di crema, si affianca al rustico, una delizia salata che racchiude in un guscio di sfoglia croccante una morbida farcitura di besciamella, pomodoro e mozzarella. Un boccone capace di evocare il calore e la semplicità di questa terra, da gustare in una delle tante botteghe del centro storico.
La città è anche un mosaico di passato e futuro. Il suo straordinario patrimonio archeologico romano, dalle vestigia degli anfiteatri ai frammenti di una civiltà che ha plasmato il Mediterraneo, racconta di una Lecce che fu crocevia di culture. Oggi, grazie a nuovi scavi, ad una nuova proposta di legge, si punta a trasformare questo tesoro in un’opportunità di sviluppo sostenibile, dando nuova vita ad ulteriori scavi, ricerche e itinerari che possano arricchire l’esperienza dei visitatori. Altro simbolo d’identità è rappresentato dagli ulivi millenari, veri monumenti storici del Salento. Questi alberi sono i testimoni di secoli di storia, nonostante le ferite mortali inferte dalla Xylella, un batterio che ha lasciato profonde cicatrici nel paesaggio e nel cuore della gente. La lotta contro questa calamità ha unito le comunità, trasformando il dolore in determinazione per proteggere ciò che resta e far rinascere nuove speranze dal suolo di questa terra. E poi c’è il calcio, una passione che unisce ogni leccese (e non solo) sotto gli stessi colori.
L’U.S. Lecce non è solo una squadra: è l’orgoglio di un’intera comunità, un simbolo che porta il nome di Lecce e del Salento sui campi del massimo campionato italiano. Le sue vittorie, le sue battaglie, sono quelle di una terra che non si arrende mai, capace di sfidare avversari ben più grandi con coraggio e determinazione. Lo stadio Via del Mare diventa così un tempio, un luogo dove ogni partita è una celebrazione di appartenenza e di identità, e dove l’amore per questa città si traduce in canti, bandiere e un’esplosione di emozioni.
Lecce è una dimensione sospesa, dove il tempo sembra rallentare per permettere a chiunque di respirare, vivere e sentire. Ogni pietra, ogni vicolo, ogni angolo della città è un frammento della sua anima. Le botteghe artigiane della cartapesta e le trattorie nascoste raccontano una Lecce che vive nei dettagli, nella semplicità di un’ospitalità sincera e di una cucina che conquista il cuore. Lecce è anche il colore delle spiagge dorate delle sue marine e il blu intenso del mare che abbraccia il Salento. È un ponte tra Oriente e Occidente, tra sacro e profano, tra passato e futuro. È un luogo che invita a restare, a lasciarsi coinvolgere, a tornare. Chi visita Lecce non è solo un turista, ma un custode temporaneo di una storia infinita, un protagonista di un racconto che si rinnova. Perché Lecce non si osserva soltanto: Lecce si vive, si ama, si ricorda. E, inevitabilmente, Lecce ti resta dentro.