“Noi italiani non siamo capaci a fare la guerra. Facciamo cagarissimo”. Con la consueta signorilità Luciana Littizzetto ha letto una letterina alla Von der Leyen, nel suo siparietto a “Che tempo che fa” di domenica scorsa. Non aveva il solito smalto, va detto: evidentemente anche per i suoi standard stavolta gli autori che hanno scritto il testo hanno esagerato. Una letterina offensiva, volgare, auto-razzista, infarcita di errori e pressappochismi (“sono più le volte che abbiamo perso di quelle che abbiamo vinto”, la campagna di Grecia e di Russia messe a parte rispetto alla Seconda guerra mondiale, della quale confonde anche il numero di morti – 400 e non 600 mila), che si attacca ai vecchi luoghi comuni da film goliardico anni Ottanta, con gli italiani buoni solo per organizzare il torneo di calcetto in caserma. Incidentalmente, va detto, luoghi comuni che ricalcano la propaganda anti-italiana degli inglesi: gli italiani servili camerieri con il canovaccio sul braccio o cantanti virtuosi. Pizza e mandolino, insomma.
Però stavolta l’umorismo ha travalicato il buon gusto. Già il tenente colonnello Gianfranco Paglia, grande invalido e decorato di Medaglia d’Oro per il suo valore durante la missione di pace italiana in Somalia, nel 1993, ha chiesto alla Litizzetto di offrire le sue scuse agli italiani in uniforme, ai vivi e ai caduti.
Già, perché la nostra storia, al contrario di quanto scritto nella sua letterina, non è per nulla quella sfilza di sconfitte che a troppi piace elencare soprattutto ai nostri “amici” d’oltralpe e ai tanti, troppi esterofili di casa nostra. La realtà storica, a partire dalle ultime imprese sotto le bandiere ONU, è molto differente. Ripercorrerla a ritroso non farebbe male alla Litizzetto, agli autori del programma e a quelli che hanno trovato divertente quello spirito di patata, per evidente ignoranza.
Se la professionalità e l’umanità dei nostri soldati in missione di pace è unanimemente apprezzata in tutto il mondo, iniziando dalla missione in Libano nel 1982, quando vennero inviati non gli attuali soldati di professione ma i ragazzi di leva, è andando indietro che la Storia sbatte in faccia ai denigratori delle nostre vicende militari tutto il peso della realtà. Sì, è vero, la Seconda guerra mondiale l’abbiamo perduta. Ma, a differenza della Francia, visto che la Littizzetto si è compiaciuta di citare Macron come esempio di “virtù guerriera”, noi abbiamo tenuto botta contro la Gran Bretagna (e poi tutti gli Alleati) per la bellezza di 39 mesi. La Francia è durata 45 giorni contro la Germania. E noi eravamo reduci da dieci anni di guerre (Libia, Etiopia, Spagna, Albania) che avevano svuotato i nostri magazzini. Durante la guerra – e bene ha fatto il colonnello Paglia a ricordarlo – abbiamo scritto pagine di gloria, come quella di El Alamein.
Là, i nostri soldati che “fanno cagarissimo” hanno retto contro un nemico soverchiante. L’ultima frase del marconista della Ariete, «Carri armati nemici fatto irruzione sud Divisione Ariete. Con ciò Ariete accerchiata, trovasi 5 km nord-ovest Bir-el-Abd. Carri Ariete combattono», il 5 novembre 1942 è degna di Leonida alle Termopili. E basta citare a memoria altri esempi: l’anno prima sempre in Libia un pugno di volontari dei Giovani Fascisti (sì, avete letto bene) assieme a dei bersaglieri e una decina di “scatolette di latta”, i carri leggeri L3, avevano retto l’urto di un intero corpo corazzato inglese, il XXX, composto da una brigata indiana, una divisione corazzata e una brigata guardie, tenendo le posizioni a Bir el Gobi fino all’arrivo dei rinforzi inviati da Rommel: 1.500 mal contati italiani contro più di 20 mila britannici. Sei mesi prima all’Amba Alagi la resistenza dei nostri soldati guidati dal Duca d’Aosta aveva ottenuto dai vincitori l’onore delle armi nel maggio 1941. Ma fra i difensori dell’AOI ci fu pure chi riuscì a non deporre le armi, come Amedeo Guillet, detto “il comandante diavolo”, incubo degli occupanti britannici, idolo dei suoi soldati indigeni e perfino degli ex nemici abissini, che non accettarono mai la taglia di 1.000 sterline d’oro messa sulla sua testa dagli inglesi. Vaglielo a dire a Guillet che i nostri soldati “fanno cagarissimo”…
E ancora prima, in Spagna, dove i soldati italiani hanno combattuto con entrambi gli schieramenti. A Guadalajara nel marzo 1937 gli italiani antifascisti combatterono contro i volontari in camicia nera: fu “una guerra civile nella guerra civile” ma entrambi si batterono con coraggio. E due anni prima era stata l’Africa Orientale il teatro in cui i soldati italiani si imposero all’ammirazione del mondo, combattendo contro gli etiopi ma soprattutto contro un ambiente ostile che fu domato con la costruzione di strade man mano che i nostri eserciti avanzavano in profondità nell’impero coloniale di Hailé Selassié.
Viene quindi la Grande Guerra, coi suoi seicentosettantamila caduti e 127.500 ricompense al valore. Tre anni di passione in cui il popolo italiano seppe dare il meglio di sé, dall’entusiasmo patriottico degli interventisti e dei giovani volontari e studenti alla sorprendente capacità di sopportazione del popolo richiamato alle armi. I film come “Uomini contro” hanno cercato di infangare quell’epopea ingigantendo degli episodi crudi e drammatici, ma la realtà, che invece emerge dai diari, dalle lettere, dalle corrispondenze dal fronte, era molto diversa. E quegli “italiani che fanno cagarissimo” tennero botta contro gli austro-tedeschi prima sempre all’offensiva, poi nell’impresa gigantesca di tenere il fronte sul Piave e sul Montello. Perché sì, cara Littizzetto, c’è stata Caporetto, ma subito dopo la ritirata ordinata di due armate intere, l’assestamento sul Fiume Sacro e il re Vittorio Emanuele III che, prese in mano le redini della situazione, rifiutò agli anglofrancesi (già pronti a invadere Piemonte e Lombardia, i cari alleati…) ogni ingerenza nella conduzione della guerra. Gli italiani erano sul Piave e ci sarebbero rimasti. E da là sarebbero balzati di nuovo avanti per chiudere una volta e per sempre i conti con l’Austria. Altro che “facciamo cagarissimo”… come dimostrarono gli Arditi – fegatacci spesso poco raccomandabili – ma anche i ragazzi del ’99, cresciuti a pane e Salgari, che a diciott’anni fecero il loro dovere e vinsero la guerra anche per quegli ingrati che sarebbero venuti anni dopo, come la Littizzetto.
Quei giovani erano cresciuti a pane e Salgari, e non solo. La loro formazione non prevedeva mestatori che andassero a dirgli “fate cagarissimo”, ma educatori che gli ricordavano di chi fossero figli: degli eroi sfortunati dell’Amba Alagi e di Adua (sì, perché si può essere un grande soldato anche nella sconfitta), di quelli delle guerre d’Indipendenza, dei garibaldini dell’Eroe dei Due Mondi e dei patrioti che tennero le mura del Gianicolo contro un nemico soverchiante e infido: Mameli, Manara, Bixio, Anita Garibaldi e Colomba Antonietti… E gli studenti universitari di Curtatone e Montanara, i volontari vittoriosi a Bezzecca e sconfitti a Mentana, i regolari vittoriosi a San Martino e Solferino e sconfitti a Custoza (ancorché quella fosse più un pareggio che una disfatta…).
E se vogliamo dirla tutta, italiani erano anche i briganti, che diedero filo da torcere all’esercito unitario per quasi un decennio nel Mezzogiorno. Guerrieri anche loro, e di prim’ordine, spesso.
Ma continuiamo la carrellata, anche se a volo d’uccello: dai reggimenti italiani di Napoleone (a ben vedere, italiano lui stesso, tanto per mettere un puntino sulle “i” coi cugini d’oltralpe), così come italiani furono i due più grandi e geniali condottieri del Sei-settecento, il principe Eugenio di Savoia e Raimondo Montecuccoli, entrambi al servizio dell’Impero asburgico contro gli ottomani. Col ramo spagnolo invece basta citare due nomi: Ambrogio Spinola e Alessandro Farnese, pilastri della grandezza iberica e dell’Europa cattolica. E ancora contro gli ottomani non possiamo non ricordare quel pugno d’eroi veneziani, e non solo, che a Famagosta nel 1571 inchiodarono un esercito ottomano forte di 200 mila uomini. Il loro comandante, Marc’Antonio Bragadin, fu torturato per giorni e poi scuoiato vivo, ma non rinnegò la fede in Cristo. E meno male che gli italiani “fanno cagarissimo”… Per tacer poi della grandissima parte dei combattenti di Lepanto nel 1574, che tardivamente vendicarono Bragadin, e che erano italiani, così come lo erano stati metà abbondante dei difensori di Malta nel 1565. Per contro, il più grande ammiraglio ottomano di quel tempo – Uccialì – era calabrese, e fu l’unico a riportare a casa le sue navi da Lepanto (un derby fra italiani, insomma…).
A ritroso nel XVI secolo facciamo l’ultima tappa a Barletta, dove finì 13 a 0 per gli italiani la disfida coi boriosi, ampollosi, pomposi francesi di monsieur Guy de la Motte che avevano osato dire in faccia ai nostri che “gli italiani fanno cagarissimo”. Potremmo andare ancora indietro nel tempo, all’età dei condottieri – termine talmente italiano che è entrato in inglese tal quale come sinonimo di “comandante di ventura” – sulle navi delle Repubbliche Marinare o fra i cavalieri delle Crociate. Ma anche fra i semplici fanti delle milizie comunali, che aspettavano picca al piede le cariche di cavalleria pesante di nobili e imperiali… E in questo elenco frettoloso abbiamo dimenticato mille e mille esempi, eroi, strateghi, umili o celebrati: Pietro Micca che si fa saltare in aria per bloccare l’accesso a Torino ai francesi, Giovanni delle Bande Nere, la dinastia dei Doria e quella dei Malatesta, Enrico Toti, in guerra senza una gamba e Raimondo Scintu della Brigata Sassari, che assaltò con un pugno di compagni una trincea e ne tornò con un buco di pallottola nei polmoni portando a calci 50 prigionieri austroungarici. Luigi Rizzo, l’Affondatore (che aveva condotto sui suoi MAS anche Gabriele d’Annunzio), e i suoi eredi della Decima, che durante la Seconda guerra mondiale a cavallo dei siluri, con barchini suicidi o portando bombe magnetiche a nuoto riuscirono a umiliare la Mediterranean Fleet inglese.
Dunque, cara Luciana Littizzetto, quelli che tu credi “facciano cagarissimo” non sono gli italiani veri. Sono quelli sognati, quelli immaginati dalla propaganda straniera e antinazionale. Molti si sono applicati anima e corpo perché quegli stereotipi si trasformassero in realtà e probabilmente oggi avrebbero di che essere orgogliosi del loro lavoro. Ma i suoi risultati sono un’altra storia, sono qualcosa di ben diverso dagli italiani che hanno fatto questo paese e le cui vite e imprese, evidentemente sono totalmente ignote agli autori di quella letterina, a te che ti sei prestata a leggerla e chi a ti ha applaudito, Un po’ di rispetto, per favore, dunque. E meno confidenza con gli italiani, gente che non conoscete…
Storia d’Italia farraginosa, senza rispetto per la cronologia e incompleta.
Signora Maria senza mettere i puntini sulle I il resoconto è stato esauriente e ha assolto in pieno lo scopo per cui è stato scritto. Del resto ,di un trattato universitario non sappiamo che farcene.Va benissimo così.
La Littizzetto, per dirla “alla Trump”, è sempre stata un “comica mediocre”, ma almeno solo quello faceva, come tanti altri.Ma da quando, sostenuta dal suo”mentore” Fazio ( altro comico mediocre), riciclatosi coi soldi RAI -cioè nostri- al ruolo di intrattenitore radical-chic, ha deciso di trasformarsi in dea della satira becera e qualunquista, sta mostrando la sua ignobile arroganza e insipienza ,
per non parlare dell’ignoranza conclamata con cui farcisce i suoi(?) testi, che fanno ridere solo il pubblico in sala, peraltro guidato e – spero anche di no – pagato, il tutto sempre e comunque supportato dal nostro canone. Per usare il suo recente neologismo, la Luciana nazionale fa “cagarissimo”, spero che qualche Associazione di ex-combattenti , con dei buonissimi avvocati, trovino gli elementi per querelare lei, Fazio e la RAI, che come servizio pubblico, cioè per tutti, non dovrebbe consentire di offendere la memoria di italiani “veri” , che vincendo o perdendo, hanno prestato le loro vite a questo paese.
Signora Littizzetto ( titolo in questo caso inadeguato), si vergogni, se riesce, e se mai essere Italiana non la soddisfa, emigri, prenda la cittadinanza che più le aggrada e vada a enunciare le sue str….te altrove. Qualcuno che le porti le valigie e l’accompagni all’aeroporto lo troverà sicuramente, io per primo.
Non è più in rai ,sono al nove pagati almeno Fazio a fior di euro
Bravi, ma in fondo per questa poveretta bastava tirare la catenella del cesso.
Ottima lezione di umanita di valore di sacrificio e di storia a memoria di tutti quei ragazzi italiani che hanno data la vita per l’ideale di Patria; quella Patria disconosciuta da certa gente che cavalca l’ignoranza pensando di fare satira
Troppo spreco di parole per una nullità, bastava dire la verità cioè che lei fa’ cagarissimo in tutti i sensi e chi vuole obbiettare è un povero demente
Il peggio di quanto espresso non si trova solamente nelle volgarità espresse
Il vero problema è un altro.
La signora in questione non sa fare il proprio mestiere, cioè fare della vera satira che confonde con il dileggio.
In altre parole non sa essere quello che vorrebbe, cioè una attrice comica
Mi permetto di invitarla ad ascoltare Giorgio Gaber nella recita della sua famosissima La famiglia disgraziata.
Il suo comportamento è il segno nefasto del nostro tempo: non si sa più fare ridere e tanto meno ridere.
I comici vogliono fare i politici ed i politici fanno i comici.
Ma nessuno fa ridere, ma solamente piangere.
Non ragioniam di lor ,ma guarda e passa. Egregio tenente colonnello la madre degli idioti è sempre incinta.
Come no ?
E poi Adriano, Traiano, Cesare Augusto, Giulio Cesare, Scipione, Romolo
E poi l’uomo delle caverne, discendenti della grande Lucy…
Che storia! neh?
Semplicemente GRAZIE
Semplicemente GRANDIOSO. Una sintesi che andrebbe distribuita e spiegata in tutte le Scuole, di ogni ordine e grado. Grazie di cuore da un 65enne che da quasi 50 anni mastica di storia, segnatamente “militare” e in particolare ” Marina Militare” e “Regia”.
Non c’è nulla da aggiungere, se non che il malvezzo di criticare o attaccare l’Italia, di cui le nostre Forze Armate sono state e sono parte integrante, è storia vecchia ma anche recente. Non so se quella lettera ignobile è frutto della fantasia della “signora” in questione, o se l’ha solamente letta. In ogni caso denota una malafede o, più probabilmente, una ignoranza della storia abissale. Chiudo ricordando alla suddetta, che vive di parolacce ed umorismo a buon mercato, che nella nostra storia ( ma evidentemente non nella sua) ci furono eserciti che costruirono il più grande impero di tutti i tempi. Noi italiani arriviamo da lì, quella è la nostra storia…ma forse non di tutti.
La Littizzetto, ogni volta che parla, perde un: ottima occasione per tacere
Sarebbe opportuno che gli italiani fieri di questo nome per tutto quello che hai ripercorso di storia non guardassero più la trasmissione della signora e del suo degno compare che non l’ha censurata
Grazie
La storia insegna SEMPRE a chi a voglia di studiarla. Mio nonno, un lucano del 1899 ha combattuto a Valona nella 1a guerra mondiale a 17 anni e mezzo. Mio padre, classe 1923, chiamato in guerra, la 2a g. mondiale, un mese prima dei sui 18 anni e spedito in Grecia………il comico per eccellenza, Totò, prendeva in giro i guerrafondai, ma mai gli italiani !!!
offensiva, volgare, auto-razzista,…strano, perchè a sentire loro sono solo quelli di destra ad esserlo…sti ben pensanti del cavolo, di sinistra ma col Rolex al posto, lei è il suo compagno Fazio
Ha fatto bene il generale ha evidenziare la irrispettosa cultura della sinistra ke da sempre denigra ki difende i valori italiani dentro e fuori i confini naturali.
Sono semplicemente schifato di avere “in casa” (per essere espliciti, leggasi: Italia) denigratori ignoranti, salottieri e melliflui che remano contro.
Non è un accadimento politico (che, tappando orecchi, naso e bocca potrebbe vagamente essere giustificato…), ma è pienamente culturale; nel senso che questi “sinistri” figuri autoproclamandosi depositari della cultura, della bontà, dell’essere dalla parte GIUSTA, ecc., cercano di influire su gli ignoranti… (che purtroppo esistono e resistono ancora oggi!).
Per favore mandiamoli a casa! Però in una casa all’estero, in qualche paese che li accolga e se li tenga per sempre.
Ma ritengo che, tutto sommato, nemmeno i paesi a loro “vicini” li vogliano.
Orgoglioso di essere italiano, siciliano (al centro del mondo occidentale) e, soprattutto, palermitano.
Arch. Sergio Marinaro
La Littizzetto non mi esalta ma si noi italiani facciamo cagare e siamo sempre stati servi, prima degli ameriCANI che spero si estinguano con una guerra civile e ora di quello schifo di UE che vuole portarci alla fame con sta scemenza del riarmo.
Quanta ignoranza che leggo nei commenti, gente che dice su all’Europa senza capire che senza di lei saremmo a livello di molti paesi africani, CAZZO LEGGETELO QUALCHE LIBRO DI ECONOMIA E PENSATE A COME SAREMMO SENZA L’EUROPA, perché io in un paese del terzo mondo ci ho vissuto e non era proprio grandioso eh!!
Con quella parola a doppia zeta, per di più in maiuscolo….non le sembra di penalizzare un pochino il suo pensiero ? Se lei e’ convinto della bontà di ue, può scriverlo con maggior serenita’. E’ il suo sentire ed e’ sacrosanto. Io invece penso che senza la ue staremmo molto meglio….. ….anche il mio sentire, come il suo, e’ sacrosanto, giusto ?
Inutile commentare “le belle guerre vinte”, visto che si parla solo di orrore. E a proposito di orrori, siamo gli unici coglioni ad esserci alleati a quella mostruosità di Hitler. Complimenti a noi, così lungimiranti nel scegliere da che parte stare
Puoi non amare il mondo militare ma quando un paese ti attacca allora o subisci l’occupazione o ti difendi ed allora le forze armate anche per un pacifista rappresentano quella deterrenza che fa si’ che questo non succeda permettendoti di vivere libero.piuttosto e’ importante non sbagliare la parte in cui vuoi stare ma questo non ha spesso dipeso dai comandi militari ma dalle scelte politiche dei popoli. Quindi mai essere superficiali.
È una comica prendetela per quello che è,tutte le volte che fa commenti ironici su politici o personaggi in vista dovrebbero denunciarla? Secondo me vieni dato troppo peso a questa vicenda,Littizzetto non è un politico è una comica….ora si denuncia i comici …? Mi sembra tutto troppo assurdo
littizzetto, fazio e tutti gli autori del programma.ma non vi fate schifo? Poveri figli
Basta non sentire più lezioni di politica da comici “strapagati” ignoranti e volgari
La vergogna è che lo permettono
L’articolo e scritto molto bene con conoscenza approfondita dei fatti.
Nel leggere l’ articolo di Mastrangelo, mi sono venute le lacrime agli occhi nel ricordare mio nonno paterno che combattè la Prima Guerra Mondiale e mio padre, che combattè nella seconda…mi dispiace solo che mancò a 62 quando io ne avevo 22…quanti racconti in più avrei potuto ascoltare, ma non è stato così.
Dopo quella schifosa letterina, mi chiedo chi sono gli autori, del tutto ignoranti di storia, e come la nostra encomiabile attrice abbia letto qualsiasi mostruosità le sia stata presentata senza peraltro riflettere.
Faccio voti che gli editori prendano seri provvedimenti per allontanare dal lavoro quella banda di pseudo-artisti.
Non se ne può più, di littizzetto e fazio. Ma li abbiamo ancora qui. Purtroppo. Vergogna. E anche la modella…. ….anche basta.
Complimenti. Non solo per la sintesi storica ma per lo spessore e intensità della stessa. Fortunatamente siamo un popolo migliore di quanto si pensi… Certamente migliore di una comica come la Littizzetto.
Bellissimo stralcio di storia italiana di cui andare fieri.Anche perché noi, non ce lo dimentichiamo, siamo i figli dell’ impero romano che ha conquistato il mondo di allora
Voler riscrivere la storia, partendo da singoli episodi, non ci fa certo degli eroi o delle invincibili macchine da guerra. La storia va vista nella sua interezza e, a partire dalle guerre d’indipendenza fino alla 2nda Guerra Mondiale, noi Italiani non ne usciamo benissimo. E, a ben vedere, spesso per colpa dei nostri generali, tant’è che singoli ed eroici episodi, sono frutto di estemporanee imprese, dove sono più contati i personalismi che non la mera tattica militare.
Vi siete scordati di quando Graziani bombardava l’Etiopia con i gas di iprite. Generali dei miei stivali.
Se ne vada in pensione in Florida e non si faccia più sentire !
Ignorante della Storia e offensiva verso tutte le vittime, i morti e gli eroi della Storia d’Italia
La volgarità di questa “donna” è sempre stata disgustosa. La sua comicità è al servizio del cattivo gusto e della demenzialità. Modello spazzatura che viene pagato a peso d’oro, perché attira l’attenzione di un popolo televisivo adeguato al suo standard.
Cara “Signora” Littizzetto” le consiglio di iscriversi ad una scuola di educazione, dove, con numerose flebo di valori etici, potrà diventare una persona degna di far parte del genere Umano. Offendere chi ogni giorno rischia la vita per tutelare anche persone come lei, è un atto spregevole.
Mi saluti il suo mentore Fazio.
La Littizzetto deve vergognarsi di quello che ha detto, e la paghiamo pure, deve essere bandita dalla televisione e dall’Italia, io sono orgoglioso delle forze armate, di essere un italiano, ho servito la patria nella grande marina militare, marinaio di leva nel 1979, EVVIVA LE FORZE ARMATE, TERRA , CIELO E MARE
Littizzetto: Una cosa inutile!!!
Grande littizzetto l Italia è con TE
Ma perché dare tanta importanza a questa donna così poco ammirata anche dal mondo dello spettacolo.
Basta denunciarla per vilipendio alle forze armate, e lasciare che la giustizia faccia il suo corso
Realisticamente devo ammettere che non siamo un popolo guerriero,
Ma nemmeno siamo i peggiori….. è che …si arrendono gli inglesi …
È alta strategia….si arrendono gli italiani è un atto di alta vigliaccheria.
Io,italiano all’ estero da 70 anni ne ho dovuto ingoiare di rospi e ho notato che chi ci critica e offende ha fatto più brutte figure di noi.
Cari generali e colonnelli che scrivete lettere fi indignazione sul comportamento di una povera donna frustrata e fallita non mettetevi a livello con lei.
Non merita tanta attenzione.
Se ci sarà resto che paghi il conto con la legge.
Onestamente di più non si può fare.
Basta dire che è comicità! Questa è politica mascherata! sveglia! E’ come dire che la Gruber è una giornalista non faziosa. Vero?
La signora neanche al circo potrebbe lavorare come “pagliaccio” perché non farebbe ridere alcuno. In alternativa potrebbe entrare in scena dopo l’esibizione di cavalli e elefanti. Raccoglierebbe ciò che loro hanno fatto cagarissimo.