Siamo garantisti e lo saremo sempre: non ci interessa inscenare facili processi a mezzo stampa. Ma la cronaca oggi, chiunque sia il vero responsabile, conferma come i veri razzisti siano quelli che tifano immigrazione clandestina. Rosalba Livrerio Bisceglia, la moglie del prefetto Michele Di Bari, ex capo del Dipartimento immigrazione del Viminale, avrebbe impiegato per oltre un mese decine di lavoratori di varie etnie in violazione dei contratti collettivi e delle norme in materia di igiene e sicurezza sul lavoro. Questo è quanto emerge dell’ordinanza del gip di Foggia Margherita Grippo, secondo cui Rosalba Livrerio Bisceglia avrebbe utilizzato nella propria azienda agricola forza lavoro procurata in modo illecito, in violazione delle norme in materia di igiene e sicurezza sul lavoro. Una brutta storia. Ma sparare sulla Croce Rossa non è da noi. Considerato anche che il titolare del Viminale oggi è quel Ministro che ha fatto sbarcare più di 60 mila immigrati, dei quali, di oltre la metà, non si sa più nulla (per intenderci, in Francia, nello stesso periodo, è entrato un terzo dei clandestini arrivati in Italia).
Vi ricordate quando l’anno scorso il dibattito sull’immigrazione si fece ancora più grottesco e si iniziò a parlare della regolarizzazione di centinaia di migliaia di immigrati illegali presenti in Italia, necessari, secondo il ministro Bellanova e parte del governo, per i lavori di raccolta nell’agricoltura? La scusa, all’epoca, riguardava quelle maestranze stagionali provenienti dall’Europa orientale che non avrebbero raggiunto l’Italia a causa dell’epidemia di coronavirus. Che si trattasse di un banale sotterfugio con cui l’ampio fronte immigrazionista intendeva regolarizzare i clandestini giunti in Italia in questi anni era evidente. Un po’ meno che la cosa avrebbe incoraggiato ulteriori flussi che arricchiscono le grandi organizzazioni malavitose. I fatti di Foggia, però, se venissero confermati in giudicato, confermerebbero anche che i veri razzisti sono quelli che tifano per l’immigrazione senza se e senza ma, perché tanto, poi, non si fanno scrupoli nello schiavizzare poveri disperati sbarcati sulle nostre coste.
In un simile contesto l’Italia è ormai l’unica nazione ad accogliere chiunque arrivi da qualsiasi rotta e abbia pagato criminali per raggiungerla. In Africa il lavoro così, e anche quello minorile, è un lascito delle società tribali. Quindi considerato normale. Condiviso dai colonizzatori arabo-islamici, fu oggetto di un tentativo di cambiamento dei missionari europei. Ma questa cultura, rimasta per lo più immutata, sembra fare molto comodo alle aziende, alle Ong, alle Coop che si sentono ambasciatori del bene, del buono e del bello.
I buoni e i puri sostengono quest’immigrazione perché sanno come gestirla. Chi invece vorrebbe non farli sbarcare tenta solo di fermare la catena della schiavitù e del terrorismo.
Ottimo commento lapidario!
Finalmente qualcuno che non ha paura di denunciare le cose come stanno!