Il 1° ottobre si celebra la Giornata Internazionale del Caffè. Fra le cento maniere di preparare questa bevanda [spoiler: sì sì, bravi tutti ma quelle italiane sono le migliori] non può mancare la citazione dell’uomo che fu definito la “Caffeina d’Europa”, quel Filippo Tommaso Marinetti che è uno dei protagonisti del numero di CulturaIdentità in edicola e dello spettacolo “Inimitabili” che il direttore Edoardo Sylos Labini sta portando sui palchi dei teatri di tutta Italia.
Il numero 54 di CulturaIdentità infatti offre ai lettori i testi in integrale dei tre “Inimitabili” in scena: Mazzini, d’Annunzio, Marinetti. E su Marinetti racconta come questo italiano nato ad Alessandria d’Egitto e trapiantato a Parigi, già insonne all’inizio del Novecento, realizza come il nuovo secolo che s’affaccia sull’Europa non può essere all’insegna della vita pensosa, cauta, inamidata, borghese, insomma. Automobili, motociclette, dirigibili, aeroplani (invenzione freschissima: 1903!), la corrente elettrica che trasforma la notte in un giorno artificiale… tutto cambia, l’arte, la politica e la vita invece sembrano restare timide al palo. C’è bisogno di una sveglia, e di una potente dose di caffeina per affrontare questa nuova era. E quella caffeina sarebbe stata proprio lui: Marinetti, Effe Ti per gli amici. [Red.]
Sono gli anni della Belle Époque. È un periodo di grande crescita economica e di ottimismo in cui le invenzioni dell’Ottocento si diffondono, e cambiano la vita di tutti. La luce elettrica sostituisce progressivamente quella a gas. Il telefono e il telegrafo mettono in comunicazione persone che vivono in latitudini opposte del mondo. In America viene aperto il Canale di Panama, che accorcia le rotte marine, mentre le ferrovie coprono con le loro reti interi continenti. Nelle strade cominciano a circolare le automobili, e si celebrano le prime gare automobilistiche, in cui i veicoli sfoggiano velocità e resistenza. Nei cieli si alzano i primi aeroplani superando distanze prima impensate nel corso di trasvolate che entrano prima nell’immaginario collettivo e poi nella storia.
Sono tutti settori in cui l’Italia eccelle, in particolare nel campo automobilistico ed aeronautico. Marinetti intuisce che la tecnologia non si limiterà a cambiare il mondo. Ma costringerà anche a ripensare in termini nuovi l’arte, la comunicazione, la politica. Un compito a cui lui è pronto. Aerei, treni a vapore, automobili sono tutte conquiste della modernità che affascinano Marinetti che nel 1908, inebriato del mito della velocità, acquista a Milano un’Isotta-Fraschini fiammeggiante. Il poeta decide di fare un giro in periferia così si mette subito al volante ma dopo pochi chilometri… – boom! – finisce in un fosso.
Leggenda vuole che proprio in quel momento abbia deciso di scrivere il manifesto del Futurismo. Marinetti, che gli amici chiamano FT, viene subito ribattezzato dalla stampa «Caffeina d’Europa» per il suo instancabile vitalismo. Infatti non si ferma mai, viaggia senza sosta per far conoscere ovunque la sua nuova creatura. E così da Parigi il 20 febbraio del 1909 lancia il suo movimento rivoluzionario: il Futurismo.