Social, trap e finta accoglienza: Milano ostaggio di baby gang

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Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, la Milano di Sala si conferma maglia nera nell’Indice della criminalità 2023, con 6.991 reati denunciati ogni 100mila abitanti nel 2022 e denunce in crescita del 3,5% anche nel primo semestre 2023 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Peggiorati i reati predatori, che spesso si verificano per strada: agli “storici” record negativi per i furti con destrezza (1.030 ogni 100mila abitanti) e negli esercizi commerciali, Milano oggi ha raggiunto nuovi primati nel numero di rapine in pubblica via e nei furti con strappo che, fino all’anno prima, appartenevano ad altre province (rispettivamente Rimini e Napoli).

Uno scenario reso ancora più disastrato dalla criminalità straniera, come denunciato da Daniele Capezzone, nella trasmissione Fuori dal coro “di Mario Giordano. Il giornalista, infatti, nel corso della trasmissione ha riportato quanto gli è stato riferito dal questore di Milano. Dati da cui emerge che gli stranieri rappresentano il 73% di chi commette rapine in strada e il 95% di chi commette furti con destrezza.

Tra le ultime vicende da ricordare quella che vede protagonista Bebe Touche, un ventiquattrenne celebre su TikTok con oltre 600mila follower, arrestato a Milano con l’accusa di rapina aggravata: insieme a un complice coetaneo, durante una serata in zona corso Como. Il tiktoker, originario del Mali, avrebbe dato un pugno in volto a un diciottenne e gli avrebbe sottratto lo smartphone.

Ma la criminalità a Milano purtroppo è caratterizzata anche dai reati a sfondo sessuale. Sulla base di quanto è stato denunciato da Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano, in una conferenza stampa, nei primi 10 mesi del 2023, per i reati di questo genere sono stati disposti dal gip e dal gup sette provvedimenti cautelari su dieci. Mentre tra il 2019 e il 2023 sono raddoppiate le denunce (e le indagini) per violenza sessuale. Nel 2019 erano aperti 339 fascicoli per violenza sessuale a carico di persone note, mentre sono saliti a 517 da gennaio ad agosto del 2023.

Aumento vertiginoso anche dei fascicoli contro ignoti: da 171 nel 2019 a 420 nel 2023, fino ad agosto. Sommando tutto, si arriva a poco più di 500 fascicoli nel 2019 e a quasi 1.000 nei primi otto mesi del 2023. In aumento anche le denunce per violenza sessuale di gruppo (da 20 a 53) e per maltrattamenti (da 1.510 a 2.053 fascicoli con indagati). I processi specifici per violenze sessuali sono quelli con la percentuale più alta di condanne: nei riti abbreviati più del 70%, in quelli ordinari più del 60%. A tal proposito da ricordare la prima condanna, di qualche giorno fa, per l’episodio della violenza sessuale di gruppo ai danni di una manager di 32 anni a Milano, dopo una serata in un locale in zona Navigli. Una violenza per cui sono accusati tre giovani tra i 23 e i 27 anni, tra cui due titolari del locale. Uno dei tre è stato condannato a 3 anni e 7 mesi di reclusione dal gup Sofia Fioretta, che ha anche disposto il rinvio a giudizio per gli altri due.

Un altro dato agghiacciante, come si può amaramente riscontrare da questa vicenda, è la giovane età di vittime e carnefici. Infatti, il 45% degli imputati a Milano per reati di genere ha tra i 18 e i 45 anni; più in dettaglio, il 25% ha tra i 26 e i 35 anni; il 20% ha tra i 18 e i 25 anni. Questo sulle base dei dati aggiornati al 31 ottobre scorso. Per quanto concerne le vittime il 25% ha tra i 26 e i 35 anni, il 20% ha tra i 18 e i 25 anni. Secondo quanto è emerso dal report della polizia, dal 2010 al 2022 sono aumentate le percosse, le lesioni, le violenze sessuali e gli omicidi commessi da minori. Reati che, con lo spaccio di stupefacenti, rappresentano quasi il 77% del totale rilevato dagli analisti del Viminale. Dai poco più di 28mila si è arrivati ad oltre 32 mila e 500.

Dati allarmanti ai quali si aggiunge la spettacolarizzazione del reato tramite i social, dando vita a una sorta di rivendicazione pubblica dei crimini commessi e di conseguenza al rischio di emulazione da parte dei soggetti più deboli. Uno scenario macabro che conferma un dettaglio che lo è altrettanto: l’assenza di empatia. Una situazione disastrata che degenera con l’aumento anche di minorenni immigrati da altri paesi. A riguardo è da precisare che il rapporto tra minorenni italiani e stranieri è 10 a 1, ma in carcere la presenza di questi ultimi supera quella degli autoctoni (che comprendono, si badi, anche molti “nuovi italiani”), il che significa che la propensione a delinquere è dieci volte maggiore per questa categoria di minorenni.

A tal proposito, da ricordare il Rapporto Immigrazione 2023 Caritas Italiana e Fondazione Migrantes: nel 2022 il numero di minori stranieri in carcere ha superato quello dei minori italiani. Entrando nel dettaglio dei numeri, nel 2022, i dati dei nuovi ingressi hanno fatto registrare complessivamente 1.016 ingressi, di cui 496 italiani e 520 stranieri. Dal rapporto è risultato lo stretto collegamento tra questo fenomeno e quello delle baby gang. E, anche in questo caso, Milano è sul podio con la firma di un multiculturalismo malriuscito.

Infatti, sulla base di quanto è stato riportato da Affaritaliani, le baby gang più note della città sono composte da giovani, alcuni addirittura di soli 11 anni, italiani e stranieri di seconda terza generazione, oppure da soli stranieri come: Gang Duomo, composta da circa 10 giovani nordafricani di seconda generazione, quasi tutti diciottenni, iscritti al gruppo Instagram “@gangduomo”. 

Poi c’è il gruppo baby gang K.o. Gang, composta da circa 25 minorenni italiani e nordafricani (principalmente marocchini ed egiziani di seconda generazione residenti anche in altri quartieri). Un altro gruppo prende il nome di Z2 o 20127, composto da circa 10 minorenni italiani e nordafricani di seconda e terza generazione (di età compresa tra i 14 e i 17 anni). Il gruppo Z4 o 20139, composto da circa 12 minorenni italiani, nordafricani, albanesi e romeni di terza generazione (di età compresa tra gli 11 e i 16 anni). Altra baby gang presente è la Z4 Gang/Crvt. Un gruppo particolarmente numeroso e a forte connotazione multietnica. Altro gruppo è quello denominato Z5gang, composto da numerosi minorenni e maggiorenni di età compresa tra i 15 e i 17 anni (italiani e stranieri di seconda e terza generazione).

Nell’area Ovest forse più estesa di Milano troviamo le gang Z7 o 20148, composte da sottogruppi che prendono i nomi di “7 Zoo”, “Baggio” o “San Siro”. Bande che hanno raggiunto popolarità, attirando diversi giovani grazie al successo avuto nel mondo del rap da alcuni suoi componenti. Nomi diversi ma tutti accomunati dallo stesso modus operandi fatto di rabbia, risentimento, orgoglio razziale. Un sentire che sfocia nelle faide, negli scontri tra trapper, nelle aggressioni, negli incitamenti alla violenza, nell’ostentazione della ricchezza con furti e intimidazioni. Uno scenario di completo degrado sociale e umano, che conferma quanto sostenuto da Daniele Capezzone sull’emergenza immigrazione.

Infatti, il giornalista ha definito “accoglioni” i sostenitori della grande accoglienza, che, a sua detta, di fronte a simili problematiche: “O stanno zitti o starnazzano come oche di Campidoglio”, specificando però che “le oche di campidoglio romano starnazzavano per l’arrivo degli invasori”, mentre, “queste oche di oggi starnazzano per festeggiare gli invasori”.

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