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Il sindaco Fiore: “L’identità avrà la meglio sulla globalizzazione”
Uno scrigno tra il Monte Pollino e di Timpa della Guardia. San Severino Lucano, in provincia di Potenza, è meta ideale per escursioni e immersioni totali nella natura. I torrenti Peschiera e Frido, che attraversano il Bosco Magnano, conducono i visitatori nelle bellezze del Parco del Pollino. San Severino Lucano è pronto ad accogliere tutti coloro che vorranno scoprire questo angolo di Basilicata. Il borgo conserva le tracce di un passato significativo.
Lo testimoniano le chiese, i portali lapidei e i palazzi risalenti alla seconda metà del XIX secolo, quando le attività artigiane e manifatturiere erano particolarmente floride. Perdersi per ritrovarsi nei suggestivi vicoletti del centro storico, dove si affacciano balconcini decorati di fiori, è vero turismo esperienziale. I mulini ad acqua per la molitura dei cereali rafforzeranno l’idea che ci si trova in un luogo incantevole. Non mancano inoltre per gli appassionati d’arte esposizioni di diversi generi. Merita di essere visitato il museo delle sculture contemporanee “Keramos” con le opere di artisti italiani e stranieri. Per chi volesse conoscere le origini geologiche di San Severino, l’esposizione Cronologia geologico-paleontologico consente di approfondire il fenomeno carsico di questi luoghi. E ancora. D’estate in città i turisti possono, attraverso il percorso Mariano, muoversi fra dipinti murali e sentieri con opere dell’artista Luciano Latorre. «San Severino Lucano – dice il sindaco Francesco Fiore – è vocato al turismo. Il paese è un vero scrigno che conserva al suo interno natura e cultura, ambienti incontaminati e tradizioni importanti. Negli anni si è cercato di portare avanti l’obiettivo dello sviluppo turistico con la realizzazione di servizi e strutture atte, da un lato, a garantire al meglio l’accoglienza turistica e, dall’altro, a permettere ai residenti di poter lavorare, almeno per quanto possibile, in loco». San Severino è un altro borgo che ha aderito alla rete delle Città Identitarie promossa dal nostro mensile. «Condividiamo – commenta Fiore – il progetto di CulturaIdentità, perché siamo convinti che l’identità possa avere la meglio sulla globalizzazione. Le piccole realtà, i borghi italiani, sono la spina dorsale della nostra nazione, da sempre tessuto identitario del Paese, purtroppo tante volte relegati ai margini dell’agenda politica. Credo sia necessario in questo momento particolare nel rilancio del Sistema Paese mettere al centro i centri più piccoli, realtà che mai come oggi si legano alla tenuta della comunità, a una migliore qualità della vita e a produzioni d’eccellenza del made in Italy. Occorre pertanto investire sulla green economy, puntare sullo sviluppo sostenibile. Bisogna impegnarsi per ridurre il rischio idrogeologico, promuovere la rivoluzione energetica e l’economia circolare, sviluppare il turismo di prossimità e la multifunzionalità dell’agricoltura. È fondamentale pure colmare il digital divide».