“Ora basta restrizioni, ridate libertà ai cittadini”

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La politica italiana con la rielezione di Mattarella segna il massimo livello di scollamento dal paese reale e dalla volontà popolare. Un secondo mandato che segna un punto di rottura nel centrodestra, diviso definitivamente dall’esperienza di governo, aprendo la strada a nuovi scenari politici. Dall’ipotesi del grande partito repubblicano alla nascita di nuovi movimenti di protesta in controtendenza con le restrizioni governative, il Mattarella bis potrà segnare il punto di svolta per una nuova stagione della politica italiana? Per parlare delle conseguenze e del processo che ha portato alla riconferma del capo di stato uscente abbiamo intervistato il professore Paolo Becchi, che aveva interpretato in passato come unico possibile finale di questo “romanzo Quirinale” l’elezione di Sergio Mattarella.

Cosa ne pensa dell’elezione di Sergio Mattarella? E come si è arrivati alla riconferma del precedente capo dello stato?

Penso che se volessimo riassumere la rielezione di Mattarella in poche battute, potremmo utilizzare tre canzoni : “Voglio una donna” di Vecchioni, “Ancora tu” di Battisti e un verso tratto da un altro testo di Battisti: “La fossa del leone/ È ancora realtà/ Uscirne è impossibile per noi/È uno slogan falsità”. La realtà è che non esistevano vere alternative al Mattarella bis, infatti i gruppi parlamentari hanno puntato su quello, che in un precedente articolo su Cultura Identità, ho definito “vecchio usato sicuro”, ovvero la conferma dell’equilibrio attuale. In questi otto scrutini abbiamo visto tante trame e proposte che si sono sfidate senza successo, facendo tornare la maggioranza all’unica soluzione possibile, una riconferma del capo dello stato. Per dirla con Shakespeare: “Molto rumore per nulla”. Analizzando le vicende di questi giorni notiamo che da una parte il centrodestra, dopo il ritiro di Berlusconi, ha cercato di eleggere un esponente condiviso con le altre forze politiche, col fine di evitare Draghi come possibile capo dello stato. Dall’altra i franchi tiratori e i centristi, hanno prima impedito l’elezione del presidente Casellati, poi hanno portato l’attenzione verso Casini, boicottando tutte le proposte del centrodestra, in favore di un candidato non amato sia dalla Lega che da Fratelli d’Italia. Difficoltà che hanno portato Salvini a cercare una convergenza con il M5s su un candidato donna come la Belloni. Commettendo l’ingenuità di affidarsi a Conte, il quale purtroppo per lui, non “conta” sui suoi parlamentari, che si sono dimostrati essere fuori controllo e per nulla coesi. Tale perdita di controllo del partito di maggioranza relativa ha come principale segnale proprio la crescita dei voti per Mattarella in maniera esponenziale ad ogni scrutinio. Una crescita che ho segnalato personalmente a Salvini, proprio per sottolineare come nei capigruppo dei partiti ci sia stata la profonda tendenza a preferire una figura come il precedente capo dello stato, indipendentemente dalle volontà dei propri leader. Per i gruppi parlamentari Mattarella era l’unica figura capace di garantire la continuità del governo fino alla fine della legislatura. In questo scenario Salvini ha avuto l’astuzia di scegliere una soluzione comune di fronte alla possibilità di altri candidati ancora più spiacevoli, preferendo la riconferma del capo dello stato, scegliendo in fondo di cadere in piedi e continuare l’esperienza di governo.

Vede all’orizzonte la possibilità di un Grande centro sul modello della prima repubblica?

La partita sulla creazione di un grande centro ha come elemento cardine il cambiamento del sistema elettorale da maggioritario al proporzionale. Il proporzionale è il principale obiettivo a cui guardano sia i centristi che molte parti nel parlamento. Una riforma della legge elettorale molto osteggiata dal centro destra e soprattutto dalla Lega, la quale, probabilmente, continua la sua attività di governo anche per impedire una riforma del sistema elettorale maggioritario.

Da questa elezione il centrodestra appare diviso e indebolito. Come pensa cambieranno gli equilibri nella coalizione vedendo riconfermato la vicinanza di Forza Italia e della Lega al governo di unità nazionale?

L’elezione di Mattarella è una ferita ancora aperta nel centrodestra, ora conta capire come sarà la cicatrice dopo questo evento. Fratelli d’Italia sta soffiando su tale ferita, raccogliendo molti consensi, ma è fondamentale capire come questa frattura si rimarginerà. Anche se per me il vero problema nel centrodestra non è tra Lega e Fdi, ma con Forza Italia. Poiché Forza Italia è in una fase di crisi, senza una leadership forte e con un capo che purtroppo non ha più il controllo sul proprio partito, come abbiamo visto con la mancata elezione della Casellati e soprattutto con la diversità di scelte che ha portato Berlusconi a preferire Casini mentre Salvini voleva optare per un altro candidato.

Vede possibile la nascita di una nuova forza capace di “rifondare” il centrodestra?

Non credo si crei una nuova forza capace di integrare o riformare il centrodestra. Più che altro credo che i malumori delle restrizioni possano generare forze trasversali per un ritorno alle libertà, che miri a maggiori aperture seguendo il trend dei paesi europei, dando voce al movimento dei vaccino-scettici e a tutte quelle persone contrarie alle restrizioni portate dal green pass. In questo scenario, di fronti agli errori delle politiche sanitarie e agli annunci di nuove chiusure, penso che la priorità del governo non debba essere la legge elettorale, ma di ridare spazio e libertà ai cittadini dopo questa lunga stagione di libertà vigilata. Più che un grande centro sul modello della prima repubblica ci vorrebbe un grande partito repubblicano sul modello statunitense

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