Nel libro di Scopelliti, sentirsi liberi anche quando si è in catene

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​​Da adolescente correva a vedere i comizi di Almirante. Poi è stato un giovanissimo segretario del Fronte della Gioventù e, in sequenza, assessore regionale, sindaco e infine presidente della regione Calabria. Giuseppe Scopelliti, uomo di punta non solo del centrodestra regionale, è passato dagli altari alla polvere e ha scontato quella verità per cui in politica la gratitudine è il sentimento del giorno prima e nei media la colpevolezza è già certa prima della sentenza di un tribunale. Astro dell’amministrazione regionale che voleva chiudere con lobby, clientelismo e asservimento ai poteri forti, Giuseppe Scopelliti aveva introdotto un modo di fare politica tradotto in conquiste elettorali e risultati operativi. Sapeva di correre dei rischi e, forse, ha pagato per questo: Giuseppe Scopelliti è un uomo che ha scontato una condanna definitiva emessa nel 2018 a 4 anni e 7 mesi per falso ideologico per fatti risalenti a quando era sindaco di Reggio Calabria, sentenza che ha fatto discutere per l’esito processuale e l’entità della pena. Nel novembre 2019 ottiene la semilibertà e dal Natale 2021 la libertà. Io sono libero è il titolo del libro pubblicato da Luigi Pellegrini Editore (2020, prefazione di Gianfranco Fini) che consiste in un dialogo che Giuseppe Scopelliti intrattiene con Franco Attanasio, suo compagno di cella nel carcere di Arghillà a Reggio Calabria, dialogo che prende la forma di un viaggio alla scoperta di un uomo che riafferma con forza il rispetto per le Istituzioni e dichiara di sentirsi libero nonostante tutto, perché “[…] la libertà è immutabile e atemporale, lo è al di là delle circostanze, della lunghezza deĺla catena, dell’ampiezza di una cella”. Io sono libero, a rigore, poteva intitolarsi “Io sarò libro”, oppure “Io ero libero”, ma il tempo presente dell’essere è proprio quel che denota la libertà, che non conosce né tempo né spazio. Io sono libero è il racconto di una storia al compagno di cella che lo intervista, perché “In questo libro racconto la mia vicenda personale, drammaticamente singolare, che segna, tuttavia, un pericoloso precedente da cui nessun amministratore potrà dirsi al riparo, ora che è accaduto per la prima volta”. Una storia al cui fondo v’è un importante insegnamento: “Io sono libero perché non provo rancore. Io sono libero perché non ho mai smesso di sognare. Io sono libero perché amo e non ho mai tradito […]. Oggi, posso consegnarvi questo racconto… E allora sono libero”.

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