Selfie, ergo non sum

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Anche questo mese abbiamo scelto per la copertina del nostro mensile un’opera pop, quella dell’artista milanese Simone Fugazzotto, per raccontarvi con irriverenza da dove veniamo e dove stiamo andando. Una scimmia con l’ormai inseparabile appendice bio-tecnologica dello smartphone. E’ come se l’artista ci dicesse: “non siamo altro altro che scimmie evolute“.

Un modo tranchant per negare qualsiasi residuo spiriturale dentro di noi. Certo, se ci facciamo un giro sulle bacheche dei social di chi ci governa vediamo che troppo spesso i selfie sono molto più presenti di un’approfondita spiegazione su una proposta di legge. Un tweet o una votazione su una piattaforma online valgono di più di una discussione in un’aula del Parlamento. E questo a noi non sta bene, soprattutto se l’interesse di questa classe politica verso il settore Cultura è uguale a zero.

Così Educare alla Bellezza suona come una sveglia. Riavviciniamo gli italiani alla bellezza dell’arte, della musica, della lingua come espressione di un canone eterno: lo Stato se ne faccia carico e veicolo, rendendo obbligatorie fin dalla scuola materna le discipline artistiche. La strada è lunga, ma solo ricominciando dai nostri figli le cose potranno cambiare in Italia. Tra loro ci sarà la classe dirigente del futuro che, se aducata all’Arte, sarà sicuramente una classe più aperta, più libera, più sensibile verso quello che siamo. E allora per superare la trita liturgia degli amici o dei nemici dei “barconi”, dei no tav, sì tav, no tap, sì tap, ong, seawatch, pil, nun te reggae più, portiamo i nostri figli al cinema, ad una mostra, ad un concerto (per carità non facciamogli vedere il Festival di Sanremo!).

Ora, ad esempio, sto entrando in una scuola elementare per spiegare alla classe di mia figlia Luce, che ha 7 anni, che cos’è il teatro: “Ricordatevi, bambini, che siete fortunati, perchè camminate sul palcoscenico più bello del mondo“. Comincerò così… con un nodo alla gola.