I numeri – spettacoli allestiti, biglietti venduti, lavoratori impiegati… – raccontano l’impegno della Fondazione, ripagato con lusinghieri risultati e una proiezione internazionale
Il Teatro della Toscana ha compiuto un viaggio che ha determinato la realtà di oggi, che si può affermare senza dubbio essere quella di un Teatro Europeo, in costante relazione fattiva e attiva con una rete di teatri e istituzioni culturali sia in Europa che in Africa.
L’identità di Teatro Europeo ha unito e unisce la Fondazione con artisti e istituzioni che condividono metodi e valori quali Giovani, Europa, Lingua, come il Théâtre de la Ville di Parigi nel comune progetto “L’Attrice e l’Attore Europei” volto alla costruzione di una figura di performer capace di superare confini e barriere linguistiche e di inserirsi in cast multinazionali, aperto anche alla collaborazione con il continente africano. Ne sono un esempio le coproduzioni internazionali “PESSOA – Since I’ve been me” di Robert Wilson, “Ionesco Suite” di Emmanuel Demarcy-Mota, “Les Fantômes de Naples” per il Louvre di Parigi, che vedono il coinvolgimento di attori e maestranze della Fondazione e il cui impulso si deve a Emmanuel Demarcy-Mota che il Teatro della Toscana ringrazia per essere di continua ispirazione nella creazione del nuovo teatro.
Un viaggio forte dei numeri realizzati. Ogni anno la Fondazione è stata riconosciuta dal Ministero della Cultura con il massimo incremento del contributo, e dal pubblico, con ricavi in crescita.
Il contributo ministeriale è aumentato da 1.525.149 € nel 2020 a 1.605.066 € nel 2021 a 1.765.573 € nel 2022 a 1.889.163 € nel 2023, cifra confermata nel 2024.
Le giornate recitative sono aumentate da 318 nel 2020-2021 a 390 nel 2022 a 450 nel 2023, e si attesteranno su 500 nel 2024.
Gli spettatori sono aumentati da 35mila nel 2020-2021 a 152.080 nel 2022 a 177mila nel 2023 a 185mila nel 2024.
Le giornate lavorative sono passate da 23.534 nel 2020 a 23.320 nel 2021 a 28mila nel 2022 a 30.500 nel 2023 a 30.000 nel 2024.
È la fotografia di una struttura che crea lavoro e impiega per oltre il 50% giovani al di sotto dei 35 anni in ogni ambito della sua attività.
Nella stagione appena trascorsa, in particolare, si registra un aumento del 20% di incassi e di spettatori, per un totale di oltre 185mila presenze, di oltre 5mila abbonamenti, di cui quasi 1000 TT Young Card (la membership card riservata agli under30), e di oltre 75mila biglietti venduti. Numeri che hanno decretato il tutto esaurito per oltre la metà degli spettacoli.
La Fondazione ha annunciato le proprie attività a partire dalla stagione 2024/2025 del Teatro della Pergola, per poi progressivamente attuare le linee programmatiche attuali di Teatro Era, Teatro di Rifredi, Ex Cinema Goldoni, con momenti di presentazione ad hoc, secondo la tempistica consueta.
In riferimento alla prossima stagione della Pergola, le opere in programma sono scelte per il loro valore creativo e per la capacità di dialogare con temi e questioni attuali, contribuendo a formare un mosaico di stili, visioni e poetiche che rispecchino le tante anime e le diverse sensibilità del pubblico. Il panorama è quello del miglior teatro italiano e internazionale.
Su questa linea, il primo spettacolo dal 4 al 6 ottobre che prelude all’apertura è rappresentato dal “De profundis” di Wilde, l’opera che permette di riconoscere l’uomo e lo scrittore, affrontata da un maestro, Glauco Mauri, che ha legato il suo nome alla Pergola come Casa della Poesia, in un allestimento particolare con il pubblico accolto direttamente sul palcoscenico.
La Pergola apre e chiude nel segno di Eduardo, celebrando il quarantesimo anniversario dalla sua scomparsa con, in apertura, “Ditegli sempre di sì” con i giovani Mario Autore, Anna Ferraioli Ravel, Domenico Pinelli, quest’ultimo anche regista e, in chiusura, con Emmanuel De-Marcy Mota, che mette in scena con la troupe del Théâtre de la Ville “La grande magia”, una visione francese del testo di De Filippo che debutta in Italia nell’ambito del partenariato tra Firenze e Parigi, nel quadro degli Chantiers d’Europe. Nell’ambito dei rapporti tra la Pergola e Onassis Stegi di Atene, Euripides Laskaridis torna dopo “Elenit” a presentare con “Lapis Lazuli” un suo nuovo mondo accattivante, fiabesco ed enigmatico.
Il Teatro Era consolida la fisionomia di “casa del fare teatrale”, con la nascita delle nuove creazioni di artisti come Rocco Papaleo per il “Cirano” di Santeramo, Stefano Massini, Daniele Finzi Pasca, e spettacoli che avranno una circuitazione tra la Pergola e il Teatro Era, nell’ottica di un consolidamento del ponte regionale tra Firenze e Pontedera. Un impegno radicato nella Valdera che, al contempo, si apre con un respiro nazionale.
Il Teatro di Rifredi si conferma nel ruolo di centro culturale che, prioritariamente attraverso le creazioni di Angelo Savelli, fa della ricerca sulla drammaturgia e sul sostegno alle nuove generazioni il suo impegno.
L’Ex Cinema Goldoni continua l’attività di sperimentazione e confronto con il pubblico degli allievi della Scuola L’Oltrarno diretta da Pierfrancesco Favino, che mantiene un respiro internazionale.
Gli spettacoli sono scoperta e incontro. Le sale della Fondazione sono il luogo di partenza e “il mezzo di trasporto”, attraversate anche da un progetto di formazione del pubblico. La destinazione è il viaggio, personale e collettivo, nel tempo e nello spazio dell’emozione.
Nel fondamento del partenariato con il Théâtre de la Ville di Parigi, con la condivisone dei valori di prospettiva sul ruolo del teatro nel XXI secolo, la consapevolezza acquisita è che per garantirsi un futuro il teatro debba affrontare i grandi temi e debba uscire dai confini del suo edificio. In questo senso si sviluppa la rete della “Piazza dei Teatri”, ovvero di una serie di soggetti interessati all’intervento dell’arte nello spazio urbano. I teatri escono da loro stessi per invadere le piazze urbane. Da Parigi e Firenze il progetto si è allargato all’Africa (il Camerun con l’Istituto Francese e la Fondation MAM, il Ruanda col Rwanda Arts Initiative, la Tunisia col Teatro Nazionale), alla Romania con il Festival di Sibiu, al Kosovo con Qendra Multimedia e Jeton Neziraj.
Attorno alle “Consultazioni Poetiche” nasce un’altra rete che, oltre alle nazioni citate, include anche l’Ivan Franko National Drama Theater di Kiev: Italia, Francia, Romania, Kosovo e Ucraina hanno presentato un grande progetto europeo per sviluppare la dimensione del welfare legata alle “Consultazioni Poetiche”.
Altro aspetto del partenariato è quello legato al rapporto arte-sport, in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024 e anche di quelle di Los Angeles del 2028. Le prime due realizzazioni in partnership sono il “Ping Pong Poesia” e il “Tennis Teatro”.
Tutto questo nel quadro dei valori condivisi su Arte e Scienze, Arte e Salute, Cultura e Ambiente, Educazione e Formazione, Pari opportunità e Identità di genere, Sport, tematiche e valori alla base della comune “Carta 18-XXI” dedicata ai “nuovi maggiorenni del millennio” che si è confermata negli anni la mappa del viaggio.
Di fronte alle sfide del contemporaneo, l’idea di un “teatro del mondo che verrà” si pone concretamente, proiettandolo in una dimensione ulteriore, realmente immaginativa di un futuro, ricostruendo i ponti ideali e i collegamenti che da tempi inimmaginabili connettono Firenze e l’Italia all’Europa.