Incontriamo Valerio Santoro, nato a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), cinquant’anni, laureato in Architettura alla Federico II di Napoli. È uomo di teatro: prima attore sotto la «scuola guida» di Ernesto Calindri, poi in Compagnia con Luca De Filippo, Carlo Giuffrè, Armando Pugliese, Arnoldo Foà, Giorgio Albertazzi. Santoro ha ormai consolidato anche una grande esperienza come produttore di spettacoli di una certa rilevanza nazionale e oggi è stato nominato direttore del teatro Biondo di Palermo. Da quando è arrivato in Sicilia vive praticamente in teatro. Si è subito messo all’opera.
Valerio Santoro è attore, è stato attore. Va rimesso al centro della scena l’attore?
Non c’è dubbio. Io amo gli attori. Li ho sempre amati. Io stesso ho fatto l’attore poi ho fatto un percorso che mi ha portato ad essere un «teatrante», così mi piace definirmi. L’attore è al centro dei progetti del Biondo. Al fianco dell’attore ci deve essere il grande rispetto per gli autori. Rispetto e pluralità: attore, autore. Quando fai il produttore privato, volente o nolente, più nolente ahimè, devi creare quell’effetto innovativo per rendere più veicolabile lo spettacolo sul mercato. Alla guida di un teatro stabile ti puoi permettere di valorizzare anche la regia (messa in scena che unisca attore e autore). Fare teatro e farlo bene è l’attività che mi gratifica di più.
Oggi bisogna stare attenti alle riletture registiche troppo spinte.
Infatti non lo trovo giusto. Se un regista ha l’esigenza di raccontare qualcosa di diverso da quello che ha scritto un autore, c’è sempre la scrittura scenica, un altro racconto, un altro testo. Perché devi fare un classico e poi stravolgerlo?
Gigi Proietti davanti alle «riletture registiche» si domandava: « ma l’hai letto almeno una volta?»
(ride) Shakespeare, Pirandello, Cechov sono dei monumenti. Hanno scritto qualcosa che va oltre il tempo. Che necessità hai di stravolgere? Perché lo vuoi reinterpretare completamente? Scrivitelo!
Poi c’è il teatro fatto per il « salotto»…
Per me il teatro si può fare ovunque: in bagno, in cucina, in salotto. Se dai al termine salotto quello del soggiorno (il living ad esempio) va bene. Se intendi il salotto metaforico hai sbagliato posto.
Santoro uomo del Sud. Quante affinità hai con la Sicilia?
Abbiamo in comune un’incandescenza. Napoli-Palermo. Terre misteriose, curiose, inquietanti anche. Facciamo parte del Regno delle Due Sicilie, che ne parlamm’ affÀ!
Cosa hai in mente per la storia del Biondo di Palermo e per il suo futuro?
Teatro nazionale. Perché per anni i teatri nazionali si sono riconosciuti fino a Napoli? Una domanda che mi facevo quando facevo l’attore e poi il produttore. Come mai la Sicilia non ha un teatro nazionale? Oggi spero di fare un lavoro negli anni che duri, che resti. Si deve a una città come Palermo.
Il Biondo è teatro della città, nazionale e internazionale. Quale sarà il tuo sguardo?
Nuova drammaturgia italiana: sguardo agli attori e agli autori. Per quanto riguarda l’aspetto internazionale c’è un progetto che riguarderà il Mediterraneo. Mettere in contatto i porti teatrali: Genova, Napoli, Marsiglia, Palermo, Algeri, Tunisi… Una geopolitica della Cultura.
Chi ti ha preceduto (Pamela Villoresi) teneva molto alla formazione, alla scuola di teatro. Continuerà quell’esperienza?
La scuola sicuramente continuerà. Non si può pensare a un grande Teatro senza la scuola. Io ho una visione più consueta della formazione, della scuola di recitazione. Si posso portare artisti, valori aggiunti ma il lavoro dell’attore deve essere quotidiano.
Il teatro Biondo vanta un’eccellente squadra tecnica. Bisognerà trasferire, trasmettere anche queste competenze?
Quando facevo le tournée avevamo sempre delle belle parole per le maestranze del Biondo. Poi Luca De Filippo un giorno mi disse: «Quando hai dei bravi tecnici, te li devi tenere stretti». Creare figure professionali. Dopo il Covid è sempre più difficile trovare competenze tecniche.
La Sicilia oltre ad essere una terra meravigliosa è anche aspra, misteriosa, cosa temi di più?
La verità? Nella mia vita professionale ne ho viste talmente tante… ma devo dire che qui sono stato accolto dal personale con un affetto sorprendente.
La tua giornata tipo a Palermo?
Lavoro tutto il giorno. Per dire, oggi, ho mangiato solo un cannolo.
(Buon lavoro a Valerio Santoro, neo-direttore del Teatro Biondo di Palermo).