“Ci sono due 7 ottobre da ricordare: quello di un anno fa, con la più grande strage di ebrei dai tempi di Hitler e quello del 1571, in cui la flotta cristiana fermò i turchi a Lepanto”. Queste le parole del segretario della Lega a Pontida, durante il tradizionale raduno della Lega, alla vigilia del 7 ottobre.
Una data che l’Occidente ricorda a un anno di distanza dall’attacco terroristico di Hamas che ha ucciso 859 civili e oltre 360 militari e poliziotti israeliani, mentre 250 persone (di cui 30 bambini) venivano catturati e portati in ostaggio a Gaza. Un’azione eclatante che ha condotto alla reazione israeliana, tutt’ora in corso, all’interno della Striscia di Gaza e ora nel Libano meridionale.
E intanto, non solo l’Occidente ricorda quella strage, come per esempio il presidente della Repubblica Mattarella, che ha deplorato “il brutale attacco terroristico” del 7 ottobre, e rinnovato “la vicinanza dell’Italia al popolo israeliano”. Si moltiplicano infatti gli attacchi terroristici in Israele, che hanno mietuto anche una vittima italiana: si tratta del 33enne Victor Green, con doppia cittadinanza italo-israeliana, fra le sette persone uccise da un attentato a Jaffa. La sua identità è stata confermata nei giorni scorsi.
Nonostante l’evidente attacco che coinvolge l’intero Occidente, non solo Israele – l’unica democrazia del Medio Oriente – da noi le piazze si riempiono di chi inneggia al terrorismo islamico. Com’è successo sabato a Roma, quando una manifestazione non autorizzata è degenerata come da copione in scontri fra “alternativi” dei centri sociali e forze dell’ordine. Il bilancio è duro per lo Stato: a fronte di quattro manifestanti contusi, ben una trentina sono gli agenti di polizia e della GdF che hanno dovuto ricorrere a cure sanitarie, con addirittura un dirigente della Digos con il bacino fratturato. A loro è andata la solidarietà del presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Nonostante gli imponenti cordoni di sicurezza, infatti, un gruppo di violenti è riuscito a infiltrarsi fra i manifestanti e ad aggredire gli agenti con bombe-carta, spranghe e sassi. Cartelli stradali sono stati divelti e lanciati contro le forze dell’ordine. E intanto i manifestanti “pacifici” alzavano bandiere e cartelli con slogan che inneggiavano ad Hamas ed Hezbollah: “Il 7 ottobre non è terrorismo ma resistenza”.
Manifestazioni simili si sono svolte in molte altre capitali dell’Occidente, fra cui Londra, città che oramai non è più inglese, avendo il 51% della popolazione non britannica. E proprio dall’Inghilterra un imam (“nuovo inglese” grazie alle leggi sulla cittadinanza facile e lo ius soli che vige in quel paese) ha lanciato una infuocata predica: “le donne che si truccano, si profumano e usano vestiti provocanti senza indossare l’hijab sono possedute e vanno esorcizzate”. Chissà cosa ne pensava della manifestante pro-Palestina che a Roma alzava il cartello “Il 7 ottobre non è terrorismo ma resistenza” indossando un seducente toppino rosa shocking che lasciava scoperti fianchi e schiena. Ma soprattutto chissà cosa ne pensa lei, del fatto di essere seduta dallo stesso lato della storia di vuole farla mettere sotto un burqa, altrimenti è “indemoniata”.