Seconda puntata di Conversazione Sanremo Edition, in onda questa settimana fino a sabato su RaiPlay in diretta con la voce fuoricampo di Giovanni Benincasa. Un programma autentico, che mette in comunicazione ogni giorno i protagonisti del Festival con il pubblico da casa che può telefonare senza alcun filtro. Anzi, grazie al cielo persino il linguaggio woke è abolito in questa trasmissione, infatti di tanto in tanto parte un divertente jingle rock che cita così: “Non è un crimine esprimere un parere, lo so che incontrerò le critiche di molte ma io trovo che Elodie sia una bella donna”. Sembrerà una battuta, ma sono citazioni che a qualcuno dà veramente fastidio in nome non si sa di quale tipo di femminismo che vorrebbe persino proibire i complimenti sulla bellezza femminile.
Da oggi si fa sul serio: stasera inizia veramente il Festival di Sanremo con la sua gara (29 canzoni) che, finalmente, dovrebbe costringere a porre domande unicamente sulle canzoni senza tergiversare con inutili questioni politiche. Sia ieri che oggi, infatti, nelle conferenze stampa con conduttori e cantanti, sono arrivate provocazioni continue da alcuni giornalisti che aizzano contro il governo. Se Conti ha saputo troncare la domanda di chi gli chiedeva se fosse antifascista (“Mi sembra una domanda anacronistica”), Elodie ci è cascata con tutte le scarpe (“Non voterei mai la Meloni”, tra pochi applausi e tante teste che scuotevano in sala stampa). Da stasera si canta, e si parli solo di quello.
Siccome però il pubblico da casa ha spesso curiosità molto interessanti e autentiche, ecco che Conversazione diventa più che mai un’occasione per conoscere i cantanti in gara.
L’ospite musicale di martedì 11 febbraio è Rocco Hunt. La sua simpatia è proverbiale, quindi non è difficile per chi telefona allo 0637722220 sentirsi a proprio agio con lui.
Punto di riferimento del rap pop italiano da una decina di anni a questa parte, Rocco ammette a proposito del clima che si respira in riviera in questi giorni “C’è agitazione, con tante interviste si corre ovunque. Porto una canzone (Mille volte ancora, ndr). che rappresenta anche la mia evoluzione: ho 30 anni e non sono più il ragazzino di Nu juorno buono, parla dei difetti e dei pregi che si provano nel lasciare la propria casa”. Tutte consapevolezze che dunque Rocco Hunt ha introiettato sempre di più e che lo descrivono come un cantante identitario. Non solo perché canta in dialetto per quasi tutto il brano, ma anche per la tematica, che sottolinea l’impossibilità di dimenticare le proprie origini, con un po’ di sana nostalgia. Ossia quella che Pino Daniele chiamava “Appocundria”: “C’è una nostalgia di fondo, su un ritmo molto urban e mediterraneo, che spero rappresenti appieno tutto il nostro Sud e non solo. È una canzone dedicata a tutte le persone che hanno dovuto lasciare casa e vivono lontano dalle proprie origini”, dice a una spettatrice che si complimenta per il testo in cui si identifica dopo essersi trasferita a Milano. A tal proposito, le dà un appuntamento: “A ottobre finalmente sarò in concerto anche lì, ad Assago, ti aspetto”.
Non sono frasi fatte, perché il rapporto di Rocco con il suo pubblico è vivace. Il poeta urbano, così ama definirsi sin dai suoi esordi, è molto amato, tanto che chiamano nella trasmissione di Giovanni Benincasa anche alcuni studenti dal Canada, durante l’orario di ricreazione. Il motivo della telefonata è tutto racchiuso in una frase: “Buona fortuna per stasera”.
Il cantante ebbe la sua consacrazione popolare più di dieci anni fa e da lì è cresciuto tantissimo, non solo come interprete ma anche come autore, mai banale ma sempre attento a brani positivi e ottimistici per il futuro, che non potrà che essere sempre migliore del passato. Questo è almeno quello che si evince dai suoi brani. Era il 2014 quando vinse Sanremo Giovani, ed è proprio da quell’esperienza che Rocco vuole cominciare: “Quel Festival mi cambiò la vita. Tornare dove accadde quella magia è una bella emozione. Questo sarà il mio primo Sanremo da papà, quindi sento anche una nuova responsabilità”. Stasera sarà il ventisettesimo a cantare, quindi ormai quasi a notte inoltrata, “Mio figlio mi guarderà prima di andare a scuola” ammette con un sorriso tenero e orgoglioso.
Venerdì Rocco duetterà con un’icona del rap napoletano: Clementino. Insieme canteranno Yes, I know my way, di Pino Daniele. Uno spettatore gli domanda quindi cosa rappresenti per lui l’autore di quella canzone. Pronta risposta, parlando rigorosamente al presente: “Pino è un maestro, una leggenda. Per me, avendo cantato questo brano proprio col Maestro e Clementino al PalaPartenope, sarà come la chiusura di un cerchio”. Aggiunge: “Credo che la musica di Pino Daniele sia una grande eredità che noi campani, ma in realtà tutti gli italiani, abbiamo e dobbiamo conservare”.
Il suo legame con il cantautore è particolarmente sentito, tanto che dopo ammetterà anche che la conversazione che più porta nel cuore è proprio quella con Pino: “Mi diede un consiglio: uagliò non ti perdere, mantieni la penna”.
Uno spettatore lo ricorda come fortissimo attore in “Arrivano i Prof” e gli domanda se lo rivedremo sul grande schermo. Rocco, però, con onestà, ammette che il suo destino è la musica: “In quell’occasione ho dovuto recitare nel ruolo di uno studente scanzonato e pluribocciato, non era troppo difficile. Ma è stata un’esperienza bellissima”. Attenzione anche allo show che appare assicurato: una spettatrice lo implora di farla vincere al Fantasanremo perché “Ti abbiamo messo in tutte le squadre”. Quando lui chiede cosa dovrebbe fare, gli vengono fornite le istruzioni: cantare in mezzo alle persone, regalare fiori. Rocco prende appunti e intanto si mangia le mani perché la gara inizia solo oggi e già ieri in passerella aveva regalato fiori. Promette: “Farò qualcosa allora per farvi vincere”. Sorprese dunque non mancheranno, anche se ci resta un dubbio: come faranno a vincere al Fantasanremo se tutte le partecipanti lo hanno inserito in squadra?. Non è dato tra i favoriti dai bookmakers, ma è impossibile non ricordare la passione con cui lo scorso anno la Campania si unì per cercare di far vincere Geolier: occhio dunque a sottovalutare Rocco per il successo finale.
Un tifoso azzurro gli chiede un freestyle ben augurante per il campionato del Napoli, attualmente capolista, ma lui ammette “Non sono più allenato per fare freestyle, quindi eviterei di rovinare la poesia: farò venire Clementino che è più bravo di me”. Viva la sincerità.
Non è l’unico a essere così onesto in questa puntata di Conversazione, che era infatti iniziata con ospite Ema Stokholma, a Sanremo con Rairadio2 per la diretta della serata insieme a Gino Castaldo. La conduttrice ha ammesso: “Non farei il Festival di Sanremo perché penso di non essere in grado. Mi piacerebbe al massimo presentare una canzone. Il mio sogno? Diventare una pittrice”. Umile, artista vera.
Incalzata da una di quelle domande intelligenti di cui parlavamo e che spesso il pubblico da casa sa fare più di qualcun altro, Ema ha lanciato anche un messaggio alle persone autistiche e con difficoltà psicofisiche: “Mai vergognarsi di nulla nella vita, meno che meno di essere quello che siamo. Le fragilità vanno superate accettandosi”. Insomma a Conversazione c’è sempre da imparare.
Domani Noemi e Francesca Michielin. Noi saremo qui a raccontarvi tutto. Come dice la sigla finale del programma, Non facciamo che ci perdiamo.