Non si è mai genuflesso davanti al totem della sinistra e non si è mai magicamente convertito al credo progressista. Oggi molti tentano di metterlo nel dimenticatoio, marchiandolo col bollo della volgarità e con l’etichetta di estrema destra, perché ha sempre denunciato “l’ipocrisia dei fascisti redenti passati all’allora Pci”: eppure Pier Francesco Pingitore ha lasciato un segno indelebile nel mondo dello spettacolo. A lui si deve soprattutto la famosissima compagnia del Bagaglino, con la quale ha firmato testi e regia di migliaia di spettacoli di cabaret con nomi storici: da Enrico Montesano a Pippo Franco, da Oreste Lionello a Pamela Prati, da Maurizio Mattioli a Gianfranco D’Angelo. Una comicità che ha preso di mira i potenti di turno senza fare sconti, ma che la narrazione mainstream bolla come qualunquista e populista.
Che ne pensa del referendum sul taglio dei parlamentari?
Sono contrario alla riduzione del numero di deputati e senatori e temo che questa riforma allontani le altre che invece sono necessarie, cioè una volta ridotti i parlamentari poi si sta fermi per 70 anni. E’ meglio lasciare le cose come stanno, pur insoddisfacenti, perché così non si pregiudica l’unica vera riforma, ossia l’abolizione del bicameralismo, lasciando un solo ramo del Parlamento. Il ridicolo risparmio che si otterrebbe se vincessero i sì non è un reale mutamento.
Insomma, la proposta nata e portata avanti soprattutto dal Movimento Cinque Stelle non le piace.
Guardi, manca da molte parti la formazione di una classe dirigente autentica e competente: la formazione dei 5S è stata quanto mai casuale, con l’inserimento in lista di gente che aveva avuto 30/40 voti sulla Rete e con la successiva riunione di una pletora di eletti incapaci di elaborare un programma. Nelle vecchie Repubbliche c’erano le scuole di partito, c’erano i principi e c’era in particolare la passione, ovvero qualcosa che si assorbe da bambini e con cui si cresce. Dopo la rivoluzione prodotta da Mani Pulite sinceramente non si è capito più nulla. Ed è stato un degrado che via via ha portato all’emergere di personaggi sconcertanti. Uno che faceva il bibitaro e che ora fa il Ministro degli Esteri credo che non si sia mai visto da nessuna parte: detto con tutta la simpatia che mi ispira Luigi Di Maio, ma è proprio il principio che non va. Ricordiamo che ministro degli Esteri è stato per esempio il conte Carlo Sforza.
Quindi, non meno parlamentari ma più competenti?
Sì, serve soprattutto modificare il potere legislativo che, così com’è, non funzionerà mai: le due Camere col bicameralismo perfetto sono l’invenzione del moto perpetuo. E’ un meccanismo vecchio, antico, non funziona proprio, c’è identità di funzioni fra le due Camere: bisogna togliere la potestà legislativa a uno dei due rami parlamentari, poi che ci siano 500, 800, 900, 1000 deputati è del tutto indifferente, non è quello il problema.
Lei ha visto parecchie classi politiche, qual è il livello di quella attuale?
Si può dire più di modestissimo? Modestissimo, e anche di più.
Quindi tutti nel mirino della satira del Bagaglino?
Ricordo che quando Giulio Andreotti venne sul palco del Salone Margherita a Biberon nel 1988 e infilò la mano nella Bocca della Verità l’Auditel registrò un picco di 14 milioni di spettatori. Tutti ignoranti, brutti, sporchi e cattivi? Forse certa critica è stata semplicemente prevenuta.
Un tempo c’erano le scuole di partito, ci sono anche oggi ma insegnanti come gasparri io me ne sono guardata bene dal proseguire, a parte ciò che costano. l’unico vantaggio è incotrarsi con gente più preparata di loro, che però fanno da spettatori.