“E’ necessario che noi facciamo parte di noi stessi, immuni da ogni contagio. Noi vogliamo ardere. Noi non vogliamo spegnerci. La nostra povertà arde e sfavilla. È necessario che una nuova fede popolare prevalga contro la casta politica al servizio della spietata plutocrazia“.
Con queste parole accorate Gabriele d’Annunzio, nella sua uniforme di Comandante della Città di Vita, Fiume, arringava i suoi legionari alla vigilia della battaglia finale, quel Natale di Sangue 1920 in cui la realpolitik prevalse sul sogno del Poeta.
D’Annunzio è il secondo “Inimitabile”, la cui vita straordinaria verrà raccontata in teatro con Edoardo Sylos Labini dopo il successo su RaiTre e Rai Storia, e il numero di CulturaIdentità in edicola a partire da venerdì prossimo, 27 settembre, propone ai lettori il testo dello spettacolo, scritto da Angelo Crespi insieme a Sylos Labini.

Trascinante ed esaltante la vita “fatta opera d’arte” del Vate degli Italiani, dai suoi esordi decadenti nell’alta società romana fino alla vampa patriottica della Grande Guerra, con le imprese eroiche sui cieli e i mari dove l’Italia si scontrò con l’Austria-Ungheria. E poi l’acme della sua vita-opera d’arte, la liberazione di Fiume, la creazione della Reggenza del Carnaro dove per quindici mesi sembrò possibile realizzare i sogni di libertà, rivoluzione, patriottismo non solo degli italiani, ma di tutti i popoli oppressi dalle potenze plutocratiche vincitrici di quel conflitto: Gran Bretagna, Stati Uniti e Francia.
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