Abatantuono. un compleanno eccezziunale, veramente

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Diego Abatantuono in "Eccezzziunale... veramente" (1982) (Wikipedia)

Il cinema italiano dovrebbe essere grato a questo mastodontico singolare interprete legato alla realtà meridionale che cercava affermazioni e integrazione nella Milano da bere, e da mangiare. Il libro autobiografico di Diego Abatantuono porta il titolo di Ladri di cotolette. Era un cinema di caratteristi che sapeva cogliere, raccontare a suo modo la realtà di due Italie (quella del Nord e quella del Sud) che ancora non erano così comunicanti e la nuova ondata di comici negli anni Ottanta ha saputo unificarle in nome della risata. Dalla commediola da caserma di Alvaro Vitali o Lino Banfi, dalla parolaccia di Tomas Milian ne Il monnezza, dalle pose sexy di Edwige Fenech o Pamela Miti, affiora il giovane terruncello postmoderno Diego Abatantuono.

Attore indigeno pugliese, che aveva fatto molta gavetta nei cabaret come tecnico luci e che  mostrava molta voglia di emergere e integrarsi affermando di essere “milanese al cento percento!” Si imporrà subito con la sua inconfondibile parlata misto pugliese grammelot con le sue vocali allargate, sillabe storpiate, giochini di parole allusivi e barzellettine semplici semplici, la dolce villanìa, la “viulenza” inespressa, il buon selvaggio con dei principi ferrei che scatta difronte al sopruso, al razzismo; il personaggio di Diego gioca a suo modo con lo stereotipo dell’ignorante, dell’immigrato meridionale che plagia i modelli culturali e le mode del momento e ha una forte fede calcistica verso la squadra della città che lo ospita: “m’hanno fatto emigrà, ma io c’ho un cervello eccezziunale…”

Abatantuono (secondo da sinistra) sul finire degli anni settanta, assieme ad altri artisti che animarono il Derby Club di MilanoErnst TholeEnzo JannacciMauro Di FrancescoGiorgio PorcaroMassimo Boldi e Giorgio Faletti (Wikipedia)

Ci saranno altri pugliesi, dopo Banfi, che tenteranno la stessa carriera di Diego Abatantuono: sono Gianni Ciardo, Lino Spadaro, Nicola Pignataro. I soggettisti cominciano a litigarselo e con Abatantuono i fratelli Vanzina faranno strike al botteghino. Il produttore Claudio Bonivento con il film I fichissimi del 1982 spese quattrocento milioni e incassò nove miliardi. Abatantuono al cabaret milanese deve molto. La sera al derby entra nel giro di Dario Fo, Enzo Jannacci, Cochi e Renato, è spalla del nascente gruppo veronese dei Gatti di Vicolo Miracoli e ha dalla sua una trascinante simpatia, convivialità, il piacere goliardico dello scherzo; rimane fedele per un po’ alla sua cifra stilistica e da comico regionale passa a una produzione di qualità maggiore. L’incontro con Gabriele Salvatores e il suo gruppetto di amici del Teatro dell’Elfo e la svolta avviene con il suo ruolo drammatico nel film capolavoro di Pupi Avati, Regalo di Natale (1986). Nel 1992 Mediterraneo di Gabriele Salvatores viene premiato agli Oscar come miglior film straniero dando ad Abatantuono una notorietà anche internazionale.

Un attore comico, diventato d’autore, rivitalizzato, un serbatoio ricchissimo e ancora inesplorato. Auguri Diegone.

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