“La pandemia ha acuito notevolmente disagi che mia figlia aveva accusato in forma più lieve anche prima: uno stato di leggera depressione. Questa situazione ha sicuramente influito sul suo rendimento scolastico ed è per questo che dopo la prima bocciatura io e mio marito non ci siamo preoccupati. A scuola ci avevano rassicurato che ripetere l’anno sarebbe stato meglio anche per lei“.
È stato questo lo sfogo, riportato da “Il Gazzettino”, della madre di una studentessa non ammessa alla maturità per la seconda volta. Nel frattempo, era stata contattata anche la preside dell’istituto ma senza rilasciare alcuna dichiarazione al quotidiano. “Maria completerà il suo percorso di studi, ma di sicuro non rimetterà mai più piede in quella scuola. Credo che alle insegnanti spetti il compito di aiutare i ragazzi nel loro percorso di crescita, anche con umanità e comprensione che in questo caso io non ho visto”, ha proseguito la madre.
La ragazza rientra tra i tanti, troppi, giovani rimasti vittime degli effetti devastanti della pandemia. E non certo del virus, che come sappiamo sui giovani è passato come un raffreddore, bensì del regime di distanziamento, isolamento e controllo imposto dai governi Conte e Draghi. Col Covid 19, infatti, situazione tanto drammatiche quanto silenziate, come la salute mentale, sono degenerate.
A tal proposito basti pensare all’ intervista del 2021 rilasciata a “Il Sole 24 Ore” da Stefano Vicari, docente e direttore Scuola di Neuropsichiatria infantile della Cattolica e primario di Neuropsichiatria infantile al Bambino Gesù di Roma. Vicari aveva descritto la pandemia dicendo che faceva “da detonatore alle fragilità”. Il docente si era concentrato soprattutto sugli effetti allarmanti del secondo lockdown dove si era registrato un +30% di ricoveri in psichiatria per atti di autolesionismo e tentativi di suicidio.
Il neuropsichiatra aveva dichiarato che il 65% dei ragazzi arrivati in Pronto soccorso dal mese di ottobre alla primavera aveva tentato il suicidio o praticato un autolesionismo marcato. Ma al peggio non c’è mai fine. Infatti, il primario aveva parlato anche dell’esplosione dei disturbi del comportamento alimentare, “solo per l’anoressia un +28% di richieste di aiuto. E per tutti l’età scende dai 15 ai 13 anni, dato che preoccupa ulteriormente”.
Nodi venuti al pettine e dove a pagare sono stati principalmente gli innocenti, anche se, nel frattempo, qualcosa sembra muoversi anche sul fronte dei veri responsabili: Il 3 giugno l’immunologo Anthony Fauci, uno dei principali sostenitori a livello globale delle politiche di restrizione delle libertà durante l’epidemia di covid, è stato ascoltato dalla sottocommissione della Camera USA sul Covid-19. Fauci, che per 38 anni è stato l’immunologo della Casa Bianca lavorando sotto 7 presidenti, è diventato noto soprattutto negli anni della lotta contro l’epidemia del Covid-19. Molti repubblicani sostengono fin dal 2020 che l’immunologo stia coprendo qualche responsabilità americana. Questo perché insospettiti dalla collaborazione che gli istituti di ricerca Usa hanno avuto per un lungo periodo coi laboratori cinesi (compreso quello di Wuhan).
Nel corso delle indagini, David Morens, per anni consigliere scientifico di Fauci, ha ammesso di aver cancellato (o tentato senza successo di cancellare) e-mail concernenti i suoi rapporti con Wuhan e quelli con EcoHealth: un laboratorio privato non-profit che ha come missione «proteggere la salute pubblica dalle malattie» che a partire dal 2014 ha ottenuto finanziamenti pubblici dall’Istituto per le malattie infettive diretto da Fauci. Fondi in parte successivamente girati al laboratorio di Wuhan per condurre alcuni esperimenti. Interrogato dalla sottocommissione, David Morens ha ammesso le irregolarità per aiutare Peter Daszak, presidente di EcoHealth, e del quale si è detto amico personale da vent’anni.
Non ha accusato Fauci di esserne al corrente, anche se, davanti a continue domande, ha riportato di ricordare vagamente un colloquio nel quale aveva accennato ai problemi di EcoHealth, e che Fauci era rimasto in silenzio.
Il Sottocomitato, nel riferire sull’udienza, ha dichiarato: «Le evidenze ottenute dalla Sottocommissione prima di questa deposizione dimostrano che David Morens ha deliberatamente ostacolato la nostra indagine per proteggere il Dr. Fauci, cancellando illegalmente dati federali relativi al Covid-19».
E intanto Fauci fa partire la sua fanfara difensiva, con l’uscita il 18 giugno scorso di “On Call” (sottotitolo: Il viaggio di un medico nel servizio pubblico) il libro di memorie col quale il virologo intende raccontare dal suo punto di vista “la complessità del lavoro che ha affrontato per 40 anni cercando di tutelare al meglio la salute dei cittadini”.
Una tutela in cui forse qualcosa è andato storto, visti e considerati i risultati delle politiche propugnati da Fauci (e da tanti altri come lui, che però ancora non compaiono davanti a tribunali o commissioni d’inchiesta…) hanno sortito su un’intera generazione di giovani.