Reintegrata in servizio la dottoressa di Verona sospesa dalla direzione dell’ospedale dove esercita dopo avere ammesso in un post sui social di avere intenzionalmente ustionato un paziente perché di ‘destra’. Sulla vicenda, risalente al 25 aprile scorso, è tornata oggi la testata indipendente Primato Nazionale, con la cronaca di Francesca Totolo, una delle firme di punta di CulturaIdentità, che ricostruisce le torture e le violazioni della privacy subite da alcuni pazienti nel tempo e denuncia l’assenza della magistratura che non è mai intervenuta per fare luce sul caso.
Secondo la giornalista, infatti, il medico in servizio al pronto soccorso dell’ospedale Borgo Roma, la cui identità è stata svelata grazie “all’archivio digitale Wayback Machine”, sarebbe recidiva e coinvolta in altri episodi altrettanto gravi, segnalati già all’Ordine dei Medici quando in carica al Ministero della Salute c’era Beatrice Lorenzin. La Totolo, a riprova pubblica una serie di screenshot twitter di ‘Capitano Diavolo’ (questo il nickname usato), con i contenuti sconcertanti, le farneticazioni e perfino le foto dei suoi pazienti, oltre 2mila, diffuse sul social.
Al momento non sono ancora state rese note le motivazioni con cui la dirigente è stata reintegrata in servizio. Naturalmente resta l’indignazione per frasi come questa “Scopri il torace di uno in arresto e ti aspetta il fascio littorio tatuato. Sono bruttissimi momenti, io ve lo dico”, che pronunciate da un medico fanno assai più rumore visto che al professionista non è richiesta la valutazione morale per salvare delle vite umane.
Queste sono iene umane e come tali persino prive dell’istinto che guida questi animali e che li rende in qualche modo, per quanto disgustosi, almeno utili alla natura. Quanto tempo ancora dovremo tollerare simili belve umane infoibatrici?