Festa della Repubblica, noi che amiamo la divisa

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Il 2 giugno è la migliore risposta a Michela Murgia e alle sue critiche di qualche mese fa agli uomini e alle donne in divisa. Oggi, nel 75esimo anniversario della Festa della Repubblica, proprio le uniformi sono qui a ricordarci, l’impegno, la passione, l’orgoglio di essere italiani, come ha giustamente rivendicato anche il generale Figliuolo, commissario del piano vaccinale, rispondendo alle offese della scrittrice sarda.
“La divisa è per i dittatori”, avrebbe detto la Murgia addirittura manifestando una certa preoccupazione nei confronti di chi invece mette a repentaglio quotidianamente la propria vita per il bene della comunità.
Proprio l’intellettuale di sinistra, diventata celebre più che per i libri che ha scritto per le sue battaglie sulla presunta censura contro le donne, dovrebbe essere grata per la libertà che ci hanno consegnato quelle divise, sacrificando anche la loro vita, e in nome della quale oggi può portare avanti convintamente le sue castronerie discriminatorie. Non accettiamo lezioni dai soliti kompagni che in salsa progressista attaccano i sacri valori della Costituzione, con l’obiettivo di cancellare la nostra storia e identità per imporre il pensiero unico e sottometterci all’ideologia globalista. In questo momento più che mai, liberateci dai censori liberticidi alla Murgia, c’è solo voglia di rinascita e di ritrovare il senso di unione e appartenenza al Paese, avvolti nel nostro Tricolore.

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