Mauro Mazza: “È dal 1988 che l’Italia non era ospite d’onore a Francoforte”

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“Una grande piazza italiana disegnata da Stefano Boeri, molto suggestiva. Questo è il padiglione italiano”. Lo spiega a CulturaIdentità Mauro Mazza, commissario straordinario per l’Italia alla Buchmesse, la Fiera del Libro di Francoforte. Un incarico di prestigio ma soprattutto di grande responsabilità, visto che l’Italia quest’anno è l’ospite d’onore della Fiera. “Il padiglione italiano è il centro dell’interesse di tutte le delegazioni. Ancora non è iniziata ufficialmente la Fiera e già ci sono delegazioni straniere che stamattina alle 11.30 faranno una visita guidata insieme al ministro Giuli al nostro padiglione, in particolare quella filippina, poiché l’arcipelago sarà l’ospite d’onore per l’edizione 2025” continua Mazza. “La struttura, come dicevo, è quella di una piazza tipicamente italiana, dove il bianco è il colore che prevale, circondata da portici a colonne nei vari stili della storia architettonica del nostro paese. Il centro è un’agorà, con la statua ma anche l’altro elemento caratteristico delle nostre piazze: il caffè, coi tavolini per incontrarsi, parlare, leggere. E quindi, sotto i portici, gli stand di eccellenze italiane e sponsor, come la Treccani o Gorizia, che nel 2025 insieme alla dirimpettaia slovena Nova Gorica, sarà capitale europea della Cultura. Insomma, c’è il meglio dell’Italia, una vetrina per un mondo che forse – superficialmente – non ci stima, però ci ama. Non può fare a meno d’amarci”.

Il Padiglione Italiano realizzato dallo Studio Boeri alla Fiera del Libro di Francoforte (Instagram @stefanoboerinteriors)

Mazza è subentrato come commissario nel giugno 2023 dopo le dimissioni di Ricardo Franco Levi e la sua nomina aveva fatto storcere il naso a qualcuno, con le solite polemiche. “Ho lavorato intensamente e ricominciando tutto da capo – ci dice Mazza – soprattutto procedendo d’intesa con la Associazione Italiana Editori. Ora siamo pronti ad affrontare come Ospite d’Onore i cinque giorni della Fiera”. Si tratta di una responsabilità che Mazza sente molto: “È dal 1988 che l’Italia non era ospite d’onore a Francoforte, ed erano altri tempi… c’era ancora la Prima Repubblica, Andreotti era ministro degli Esteri e alla Cultura Vincenza Bono Parrino. Allora la punta di lancia dell’Italia era Umberto Eco, reduce dal successo de Il Nome della Rosa, che presentava il suo Pendolo di Foucault… Quest’anno invece noi abbiamo una vera squadra, un dream team, con gli a solo di Claudio Magris e Stefano Baricco”. Sono infatti i “testimoni del tempo”, un’innovazione introdotta da Mazza, che nel suo curriculum oltre agli importanti incarichi in RAI, vanta anche una lunga permanenza nelle giurie del Premio Acqui Storia, dove l’idea era stata lanciata da Carlo Sburlati: fra i nomi dei “testimoni”, Pupi Avati, Stefano Boeri, Frida Bollani Marangoni, Stefano Bray e Umberto Vattani.

Non si sottrae Mazza a una domanda sulle polemiche, in particolare sul “caso Saviano”: “Il ritiro di Roberto Saviano è stato voluto dai suoi editori, perché hanno preferito puntare su altri autori. Poi c’è stato un cambio di idea… Io nel frattempo avevo preso atto della defezione ma Saviano ha pensato di farsi invitare dai tedeschi. Così accanto al programma ufficiale ci sarà anche un Saviano day, dove ovviamente si mostrerà un’Italia oppressa da chissà quale regime…”.

Un problema per l’immagine del paese? “No, non abbiamo paura di queste polemiche. Certo non è carino farle all’estero davanti a tutto il mondo… Ma il dibattito ci arricchisce, non ci danneggia. La polemica, per quanto aspra, purché sia rispettosa, sarà sempre la benvenuta. In ogni caso, come italiani siamo talmente bravi e ammirati dal resto del mondo e l’interesse per il nostro programma è talmente palpabile che queste cose resteranno sotto tono”.

Mazza poi passa a raccontarci alcuni momenti del programma: “Sono molto contento dei faccia-a-faccia che abbiamo organizzato. Ci saranno per esempio Alessandro Campi e Andrea Romano, che parleranno di patria, destra e sinistra; poi Giacomo Marramao, Francesco Borgonovo e Marco Tarchi che dibatteranno sull’impegno politico degli intellettuali; e ancora, la cultura che unisce occidente e Russia, per capire se gettando ponti questa guerra possa essere fermata, con Luciano Mecacci e Luca Beatrice. Insomma, abbiamo puntato a ciò che unisce, non che divide, non solo fra italiani, cercando di dare un’idea polifonica della nostra nazione”.

Infine, non solo libri: “Siamo anche molto orgogliosi del programma musicale, da Puccini ad Ambrogio Sparagna, coi suoi bellissimi canti popolari, quindi il Rigoletto e infine il pop contemporaneo de Il Volo. E a Francoforte apriremo anche le celebrazioni per il cinquecentenario di un italiano gigantesco, forse più conosciuto all’estero che in patria: Niccolò Machiavelli”, conclude Mauro Mazza.

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