Francesco d’Assisi è il Santo più cinematografico e teatralizzato nella storia. Figura dalla deflagrante forza rivoluzionaria che ha affascinato registi ed intellettuali da secoli. «Capace di rivelare il divino che nell’uomo, possibile nelle piccole azioni» (scriveva Roberto Rossellini). Anticoformista, sognatore, ribelle, artista sempre in bilico tra contemplazione e azione. La vita e le opere del Poverello di Assisi tornano sulle tavole del palcoscenico nel monologo scritto e interpretato da Giovanni Scifoni. «Fra. San Francesco la Superstar del Medioevo» al Teatro Sala Umberto di Roma, dal 5 al 23 dicembre, regia di Francesco Ferdinando Brandi, sulle musiche di Luciano Di Giandomenico.
Scifoni è attore teatrale, cinematografico (esordì nel 2003 in «La meglio gioventù» di M. T. Giordana) e di serie tv; anche autore e conduttore del programma Beati voi su Tv 2000: «Se chiedo a un ateo anticlericale: dimmi un santo che ti piace? Lui dirà: Francesco – scrive nelle sue note Scifoni – Questo Santo aveva di speciale che era un artista. Forse il più grande della storia. Le sue prediche erano capolavori folli e visionari. Erano performance di teatro contemporaneo». Scifoni, in questa sua ultima fatica teatrale, si interroga sulla figura del santo più pop, ripercorrendo la vita e il suo sforzo ossessivo nel raccontare il mistero di Dio in ogni forma, fino al logoramento fisico che lo porterà poi, alla morte. Il testo è punteggiato dalle laudi medievali e gli strumenti antichi di Luciano di Giandomenico, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli. Dalla predica ai porci, fino alla composizione del Cantico delle Creature (primo poema lirico in volgare italiano della storia) Francesco canta la bellezza di Frate Sole dal buio della sua cella, cieco e devastato dalla malattia. Nessuno nella storia ha mai declamato Dio con tanta geniale creatività. Giocava con gli elementi della natura, improvvisava in francese, citando a memoria brani dalle Chanson de Geste, stravolgendone il senso, utilizzando il corpo, il nudo, perfino la propria malattia, il dolore fisico e il silenzio. Francesco trascinava il pubblico, folle sterminate, sapeva far ridere, piangere, sapeva cantare, ballare.
Il 24 dicembre 2023 si celebreranno gli 800 anni del presepe di Greccio, la più geniale e replicata invenzione di Francesco d’Assisi.