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Dal comune identitario di Onore parte la sfida dei piccoli borghi alla conquista del Consiglio Regionale
Sindaco fra i più giovani d’Italia, classe ‘99, Michele Schiavi, primo cittadino di Onore (BG), è una persona che ha sempre dimostrato coi fatti il proprio impegno verso temi culturali e identitari, scegliendo di essere col suo piccolo borgo della Val Seriana fra i primi firmatari della rete delle Città Identitarie di CulturaIdentità. E oggi Michele è pronto a fare un ulteriore salto: sarà candidato nelle liste di Fratelli d’Italia per le prossime elezioni regionali lombarde per la circoscrizione di Bergamo.
Cosa ti ha spinto a donarti alla politica così giovane, oltre lo stereotipo dei “giovani disinteressati al bene pubblico”?
Ero polemico fin da bambino: difendevo le mie opinioni, tenendo però sempre presente che ad ogni critica va accompagnata una proposta alternativa seria, motivo per cui ho iniziato ad informarmi sempre sui temi che sentivo mi toccassero. Inoltre, ironicamente, non ho mai eccelso nello sport e volevo occupare il mio tempo con una passione: ed eccomi 14enne a fondare il primo circolo di FdI in Val Seriana, diventando poi vicecoordinatore provinciale del partito.
Perché la scelta di candidarti?
Per il progresso del nostro bellissimo territorio e la sua gente, dando così continuità all’impegno assunto come sindaco di Onore. Per dare alla montagna bergamasca e alla nostra Provincia una rappresentanza appassionata in Regione. Per incrementare il livello dei servizi fondamentali per la vita dei cittadini, compresi quelli che vivono lontano dalle città: sanità, infrastrutture, trasporti e lavoro. Per dimostrare che la mia generazione ha voglia di fare, per rappresentare le esigenze giovanili su temi come il potenziamento del diritto allo studio, dei contributi per il trasporto scolastico e dei fondi dedicati ai servizi territoriali per i giovani. Regione Lombardia si lasci contaminare dalle molte esperienze giovanili di successo imprenditoriale, associazionistico e amministrativo.
Se eletto, cosa porteresti dalla tua esperienza di Sindaco?
Ho imparato che in una comunità coesistono molte sofferenze ed esigenze, spesso contrastanti. E compito del Sindaco è trovare la soluzione migliore per tutti, con voglia di imparare e ascolto: fondamentale è il bellissimo contatto diretto coi concittadini, per cui si è punti di riferimento. Una grande responsabilità: quando qualcuno ti espone un problema, condivide parte della sua vita con te. In Regione voglio portare quindi capacità di ascolto e quel pragmatismo tipico dei Sindaci che, a prescindere dal colore politico, sanno toccare con mano i problemi, unitamente all’abilità di indicare una rotta di sviluppo futuro per la propria terra.
Sindaco sì, ma di un piccolo comune, dove una sfida da affrontare è quella dello spopolamento. Come declinare a livello regionale il tema?
In questi anni il mio Comune si è distinto per iniziative volte a incentivare le famiglie residenti, ricevendo la certificazione di “Comune amico della Famiglia”. Regione Lombardia deve dotarsi di una strategia sul tema, perché il problema demografico nei prossimi anni si aggraverà, ripercuotendosi sulla tenuta del sistema scolastico, sanitario e occupazionale. Idee? Lavorare per un quoziente familiare che superi l’ISEE nella concessione di agevolazioni economiche, migliorare welfare territoriale ed aziendale, incentivare le giovani coppie con sostegni nell’acquisto della prima casa, specie nei territori montani, e garantendo servizi capillari, immaginando “Family Hub” territoriali in cui convogliarli.
Elemento identitario della tua Valle è la montagna. Quale attenzione dedicare al tema in Regione?
Bisogna potenziare la strategia per le aree interne e programmare l’uso dei fondi già presenti insieme a Comunità Montane e Comuni, per adattarsi alle esigenze territoriali. Interventi che non siano “spot”, ma volti a garantire i servizi fondamentali in tutti i territori montani: sanità, scuola e trasporti. Vanno poi incentivati accordi di programma strategici anche con il coinvolgimento dei privati.