Successo per “Marinetti” al Senato. La Russa: “giusto che sia riscoperto come merita”

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Foto Andrea Chiarucci - Studio Clic

Dinamico, simultaeo, sintetico. L’esordio di “Inimitabili. Marinetti” nella prestigiosa cornice di Sant’Ivo alla Sapienza ha soddisfatto le attese di un pubblico entusiasta, con un Edoardo Sylos Labini in bombetta e gilet futurista a raccontare la vita esplosiva della Caffeina d’Europa.

“Per troppo tempo la figura di Marinetti – dice il presidente del Senato e anfitrione della serata, Ignazio La Russa a CulturaIdentità – non volendone e forse non potendone dare un giudizio compiuto, sia stata lasciata nella penombra. Edo Sylos Labini sta contribuendo prima con la televisione e ora con questi spettacoli qui in Senato e in giro per l’Italia a farlo riscoprire come merita. È giusto che Marinetti sia sempre più oggetto di attenzione da parte della nostra cultura”.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa e la sua signora, il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, il senatore Lucio Malan, il deputato Federico Mollicone e gli altri ospiti della “prima” di “Inimitabili. Marinetti” al cortile di Sant’Ivo alla Sapienza. Foto Andrea Chiarucci – Studio Clic

Lo spettacolo, che segue la “prima” con “Mazzini”, lo scorso 19 giugno, è coprodotto da Teatro della Toscana e Società per Attori, e animato dalle musiche del maestro Sergio Colicchio e con la voce narrante fuoricampo di Stella Gasparri. I testi sono stati scritti da Angelo Crespi, direttore della prestigiosa Pinacoteca di Brera.

Edoardo Sylos Labini ha dunque raccontato l’epica vita del padre del Futurismo, dalle sue intemperanze scolastiche – ovviamente venne espulso dal collegio – fino all’invenzione dell’avanguardia della velocità, dopo un incidente stradale. Ed ecco il Manifesto che ha rivoluzionato l’arte, poi l’interventismo e la partecipazione alla guerra mondiale. Quindi la bellissima storia d’amore con Benedetta Cappa, agli ultimi anni, dove la Caffeina d’Europa è stato coerente al suo stile nella ribellione al conformismo quanto nella fedeltà agli ideali di patriottismo ed eroismo.

E sul palco hanno risuonato le sue poesie parolibere e dinamitarde dalla battaglia di Adrianopoli e quelle tenere alla moglie Benedetta – Beny – le parole incendiarie dei manifesti e i nomi dei suoi compagni d’avventure: Balla, Boccioni, Carrà, pittori; Sant’Elia, il visionario architetto della città del futuro, morto prematuramente nella Grande Guerra; Russolo e Pratella, i musicisti (e qui – nota di colore ma anche coincidenza significativa – nel bel mezzo dello spettacolo è partito un allarme, evidentemente risvegliato dall’evocazione dei suoi bisnonni “intonarumori” con cui Russolo ha anticipato di mezzo secolo il genere musicale noise). E poi uno spiritoso assaggio di teatro futurista, con la quarta parete che viene giù e due spettatori che salgono su, un po’ impacciati, a seguire le indicazioni di Sylos Labini per una scena futurista.

“Ho conosciuto Edo più di venti anni fa – dice a CulturaIdentità Francesca Barbi Marinetti, nipote della Caffeina d’Europa – perché stava lavorando a Donne velocità pericolo. Il suo spettacolo mi emoziona non solo perché si parla di mio nonno e di tutta la famiglia, con Benedetta, Ala, Vittoria e Luce, ma anche quella più grande famiglia, che non è composta dai soli parenti di sangue, ma da tutti i futuristi, dagli appassionati, da quella che si dice “la lunga eredità del Futurismo”. Ed Edoardo questa cosa ce l’ha dentro, e non solo quando parla di Futurismo né solo quando lo fa da attore, ma anche da produttore e da giornalista. E questa energia futurista che ha dentro, credo, sia un massaggio importante per il nostro cervello”.

E stasera si torna in scena con “Inimitabili. D’Annunzio”, sempre nel cortile di Sant’Ivo alla Sapienza, per completare la triade.

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