Dinamico, simultaeo, sintetico. L’esordio di “Inimitabili. Marinetti” nella prestigiosa cornice di Sant’Ivo alla Sapienza ha soddisfatto le attese di un pubblico entusiasta, con un Edoardo Sylos Labini in bombetta e gilet futurista a raccontare la vita esplosiva della Caffeina d’Europa.
“Per troppo tempo la figura di Marinetti – dice il presidente del Senato e anfitrione della serata, Ignazio La Russa a CulturaIdentità – non volendone e forse non potendone dare un giudizio compiuto, sia stata lasciata nella penombra. Edo Sylos Labini sta contribuendo prima con la televisione e ora con questi spettacoli qui in Senato e in giro per l’Italia a farlo riscoprire come merita. È giusto che Marinetti sia sempre più oggetto di attenzione da parte della nostra cultura”.
Lo spettacolo, che segue la “prima” con “Mazzini”, lo scorso 19 giugno, è coprodotto da Teatro della Toscana e Società per Attori, e animato dalle musiche del maestro Sergio Colicchio e con la voce narrante fuoricampo di Stella Gasparri. I testi sono stati scritti da Angelo Crespi, direttore della prestigiosa Pinacoteca di Brera.
Edoardo Sylos Labini ha dunque raccontato l’epica vita del padre del Futurismo, dalle sue intemperanze scolastiche – ovviamente venne espulso dal collegio – fino all’invenzione dell’avanguardia della velocità, dopo un incidente stradale. Ed ecco il Manifesto che ha rivoluzionato l’arte, poi l’interventismo e la partecipazione alla guerra mondiale. Quindi la bellissima storia d’amore con Benedetta Cappa, agli ultimi anni, dove la Caffeina d’Europa è stato coerente al suo stile nella ribellione al conformismo quanto nella fedeltà agli ideali di patriottismo ed eroismo.
E sul palco hanno risuonato le sue poesie parolibere e dinamitarde dalla battaglia di Adrianopoli e quelle tenere alla moglie Benedetta – Beny – le parole incendiarie dei manifesti e i nomi dei suoi compagni d’avventure: Balla, Boccioni, Carrà, pittori; Sant’Elia, il visionario architetto della città del futuro, morto prematuramente nella Grande Guerra; Russolo e Pratella, i musicisti (e qui – nota di colore ma anche coincidenza significativa – nel bel mezzo dello spettacolo è partito un allarme, evidentemente risvegliato dall’evocazione dei suoi bisnonni “intonarumori” con cui Russolo ha anticipato di mezzo secolo il genere musicale noise). E poi uno spiritoso assaggio di teatro futurista, con la quarta parete che viene giù e due spettatori che salgono su, un po’ impacciati, a seguire le indicazioni di Sylos Labini per una scena futurista.
“Ho conosciuto Edo più di venti anni fa – dice a CulturaIdentità Francesca Barbi Marinetti, nipote della Caffeina d’Europa – perché stava lavorando a Donne velocità pericolo. Il suo spettacolo mi emoziona non solo perché si parla di mio nonno e di tutta la famiglia, con Benedetta, Ala, Vittoria e Luce, ma anche quella più grande famiglia, che non è composta dai soli parenti di sangue, ma da tutti i futuristi, dagli appassionati, da quella che si dice “la lunga eredità del Futurismo”. Ed Edoardo questa cosa ce l’ha dentro, e non solo quando parla di Futurismo né solo quando lo fa da attore, ma anche da produttore e da giornalista. E questa energia futurista che ha dentro, credo, sia un massaggio importante per il nostro cervello”.
E stasera si torna in scena con “Inimitabili. D’Annunzio”, sempre nel cortile di Sant’Ivo alla Sapienza, per completare la triade.