Intervista con il presidente della Provincia di Vercelli. Dal festival “Risò” agli eventi di Varallo e Gattinara, tutto il territorio dei Borghi delle Vie d’Acqua è un fermento di attività.
«Risò» è una grande vetrina per il territorio: quali sono i suoi aspetti di cui è più contento?
Finalmente si inizia a percepire una consapevolezza di cosa siamo e cosa abbiamo. Il territorio vercellese è ricco di storia e cultura, ma troppo spesso siamo stati noi a non conoscerlo. Il riso è un alimento fondamentale e la maggior parte della produzione italiana non solo è piemontese, ma vercellese, e vede la nascita più di 900 anni fa a Lucedio. La grande innovazione di Cavour, poi, ha plasmato il paesaggio, dando inizio anche a una storia antropologica che, oggi, è parte della nostra identità. Il festival sarà inoltre una vetrina internazionale, che ci permetterà di ospitare migliaia di persone a cui far scoprire Vercelli e i Borghi delle vie d’Acqua.
Qual è il ruolo della Provincia nel coordinare le attività culturali dei suoi Comuni?
La Provincia di Vercelli è da sempre vicina alle iniziative dei comuni, dai carnevali storici ai diversi eventi, che vanno dalla bassa all’alta Valsesia. La sinergia tra amministratori è la base per fare veramente del bene al territorio, puntando sulle peculiarità e offrendo servizi ai turisti ma soprattutto ai cittadini.
Quali sono le attività culturali e identitarie in programma nel 2025, oltre «Risò»?
Risò è sicuramente il grande evento su cui Vercelli e tutto il territorio dei Borghi delle Vie d’Acqua stanno puntando. Oltre a questo, c’è la Valsesia con l’Alpaa a Varallo, senza dimenticare LUVA a Gattinara, eventi annuali ormai conosciuti da decenni di grande richiamo che meritano di essere sostenuti perché entrati meritatamente nel «biglietto da visita» della nostra meravigliosa Provincia.