LA NOSTRA RESURREZIONE SIA IL GRIDO DI LIBERTÀ

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Un anno fa Edoardo Sylos Labini nel suo editoriale su Cultura identità raccontava l’Italia alle prese con il Covid accompagnando il pezzo con l’immagine della Resurrezione, il quadro di Piero della Francesca, accostando i Romani inginocchiati davanti al Cristo risorto increduli e disorientati alla stregua degli italiani travolti dalla pandemia. E ammoniva “per vincere la battaglia contro il virus e regalare un futuro ai nostri figli, bisogna ritrovare la libertà di essere artefici del nostro destino”. Ma l’ora è tarda e oggi come allora è ancora Sveglia Italia!

La Resurrezione, il capolavoro di Piero della Francesca, che si può ammirare al Museo Civico di Sansepolcro, ci è sembrata l’immagine più significativa per raccontare questa pagina della nostra storia, che rimarrà incisa nel marmo di questa nuova epoca che si sta affacciando così violenta ed improvvisa. E noi italiani che, da 80 anni a questa parte, siamo abituati a sventolare il tricolore solo per una partita di calcio e a protestare con veemenza quasi solo a comando, siamo spaesati e inebetiti, restiamo increduli. Proprio come loro, quei quattro Romani dipinti nell’affresco, inginocchiati di fronte al Cristo che si leva dal sepolcro e risorge verso la vita. Eppure, nei momenti più bui ci siamo rialzati.

Abbiamo fatto le barricate per fermare il maresciallo Radetzky, abbiamo difeso eroicamente il Gianicolo dalle bombe francesi, abbiamo trasformato Caporetto in Vittorio Veneto e ricostruito l’Italia dopo quel vile 8 settembre.

Siamo ad un bivio: possiamo, anzi dobbiamo scegliere la strada che ci porterà verso due scenari diversi, due diverse prospettive di vita. Che poi sono dipinte proprio lì, dietro al Cristo. Quella a sinistra, con un paesaggio invernale e morente, fatto di restrizioni, di austerità, di governi non votati dal popolo. Quella a destra, estiva e rigogliosa, della ritrovata libertà di essere artefici del nostro destino. E se ora siamo barricati in casa e non in strada per difendere le nostre famiglie, arriverà presto il momento di mettere da parte le paure e tornare ad affollare le nostre vie e gridare la nostra voce nelle piazze.

E se questa Chiesa di oggi non parla più di fede, tocca agli artisti regalare la forza, il coraggio, la speranza di risollevarsi, come a Pasqua Gesù fattosi Cristo. Soltanto così. Facciamo ancora in tempo a regalare un futuro migliore ai nostri figli. Che questa sia l’ora della sveglia: avanti Italia, rialzati!