E’ notizia di oggi che un uomo nato donna, Federico Barbarossa, si è iscritto a Miss Italia, il concorso di bellezza al quale, aveva affermato Patrizia Mirigliani, dovrebbero iscriversi solo miss biologicamente donne – Redazione.
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Miss Italia è un concorso nato per premiare “la bellezza di una donna ‘nata donna’. Ormai siamo in un’epoca in cui le cose sono cambiate: non vado contro la libertà di espressione”, ma Miss Italia è “un concorso storico, è giusto che partecipino ragazze nate donne”. Lavinia Abate, Miss Italia 2022, ospite al Festival delle Città Identitarie recentemente conclusosi a Trino, ha commentato così le polemiche sull’eventuale presenza di concorrenti transgender al concorso che da 84 anni premia la bellezza italiana. “Se fosse Miss Universo, che è nato successivamente e ha altri regolamenti, non trovo nessun problema”, sottolinea. “E’ un tema molto delicato”, ma in ogni caso “spetta alla patron Patrizia Mirigliani, che ha in mano questo marchio”, decidere eventualmente di cambiare il regolamento ma “penso che l’intenzione di Patrizia sia mantenere la tradizione storica” del concorso, “il suo pensiero a riguardo è giusto e abbastanza ovvio”, spiega la Miss in carica.
La linea di Patrizia Mirigliani, infatti, è molto chiara. “Non c’è nessun attacco” al mondo transgender, “non ho detto ‘no’ per preconcetto: per me le persone sono sacre”, però “penso di avere il diritto di esprimere un mio giudizio, che è libero da qualsiasi cosa. Ho detto quello che penso, senza offendere nessuno”, ribadisce la patron di Miss Italia in un collegamento telefonico con Edoardo Sylos Labini. Il concorso ha “regole ben precise: penso che la trasparenza del regolamento sia la miglior garanzia per le ragazze” che partecipano. “L’importante è la linearità e l’inquadramento del concorso, che parla di donne semplici come Lavinia”. Tante ragazze “sono diventate delle icone e continuano ad esserlo, Miss Italia continua a dare lavoro e a raccontare il talento”, ha concluso.

Lavinia Abate ha poi rivelato di avere alcune cose in comune con Silvana Mangano, che vinse la fascia di Miss Roma e poi divenne una star internazionale con il capolavoro del neorealismo, ‘Riso amaro’, girato proprio nelle campagne vercellesi. “E’ nata a Roma, come me, e sua madre era di origine inglese, come la mia”, racconta. A differenza della Mangano, però, non vuole puntare sulla recitazione: “Ho un’altra passione, quella della musica”, che “unisce e ci permette di condividere emozioni. Spero di potermi affacciare a questo mondo perchè sento che è quello che mi appartiene di più: suono il piano e mi piace scrivere canzoni un po’ malinconiche, che parlano di me”. E dal palco di Trino, accompagnata dalla chitarra di Daniele Stefani, Lavina Abate ha mostrato il suo talento, intonando la celebre ‘Bellezza in bicicletta’.
Assente per un improvviso malore, Luca Ward ha voluto salutare il pubblico di Trino con un videocollegamento, con la promessa che farà di tutto per essere presente al più presto nella cittadina vercellese con il suo spettacolo.

Infine spazio a Dante e alla Divina Commedia, con il giornalista e critico d’arte Angelo Crespi, mentre nel pomeriggio la performance teatrale di Barbara Altissimo e Gualtiero Scola ha fatto rivivere oltre mille anni di storia della città di Trino, attraverso i suoi simboli, le sua identità e i suoi personaggi, da Camillo Benso conte di Cavour a Roberto Bolle.