Ieri ero al MiC, sono voluto andare di persona perché in certe occasioni non si può fare finta di nulla. Mi immagino che leggendo vi stiate chiedendo che cosa straordinaria fosse in programma al Ministero. Ecco, straordinario è l’aggettivo giusto perché, quando nasce un coro, ancor più se piccolo e fatto da piccoli, è di per se un evento che merita attenzione. Non fosse altro per la radice della parola coro che appunto rimanda a quel senso di coralità di fare le cose ormai perduto nella smaniosa ricerca del primato dell’io sugli altri. Ma nel Piccolo Coro, promosso dal Ministero della Cultura in collaborazione con Antoniano-Opere Francescane e la partecipazione del Ministero per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, vi è un progetto ben più ampio: quello di dare voce alle voci libere di Caivano. A dare vita al Piccolo Coro di Caivano sarà un’istituzione che ci rimanda alla nostra infanzia, alla gioia che da bambini prima, da adulti e genitori poi, ritroviamo con le voci il Piccolo Coro dell’Antoniano.
Il progetto sarà sostenuto nel tempo dal Ministero della Cultura, con un piano pluriennale. Le bambine e i bambini di Caivano, con le loro famiglie, verranno coinvolti in un’attività di preparazione che porterà alla formazione del Coro composto da 60 cantori a partire dall’età di 4 anni. Mi chiedo se, anche su questo avranno da storcere il naso i Fedez di turno, oppure non avendo il coraggio di applaudire all’iniziativa, si limiteranno a fare finta di nulla, ignorando l’iniziativa, non ritrovando nelle parole del ministro Sangiuliano, che riporto fedelmente a seguire, un progetto, non solo canoro, da sostenere per affrancare, grazie anche alla musica una comunità dalla criminalità, dando un futuro a chi sembrava non poterlo avere più. “La cultura in tutte le sue articolazioni e forme migliora la qualità della vita delle persone perché è quell’elemento che può dare a tutti noi occasioni di riscatto e possibilità di migliorarsi. È per questo che a Caivano nasceranno un teatro e una biblioteca pensati per essere luoghi multimediali e vivi, dove i giovani possono andare a studiare e a scambiarsi idee. Il coro, poi, è altamente educativo perché in esso le voci sono diverse ma l’espressione è unica: nel coro tutti si aiutano e tutti sono solidali, è un momento di esaltazione della solidarietà, una fabbrica di buoni cittadini. È proprio nelle periferie italiane come Caivano che ci stiamo impegnando a portare la cultura e a valorizzarla”.