Niente shopping a Milano, feste in sontuose località della Costa Azzurra, diamanti ad Anversa: questo il simpatico contenuto di un tweet (poi rimosso), legato alle odierne vicende ucraine, che avrebbe potuto anche far ridere, se solo il suo autore non fosse stato Josep Borrell, nient’altro che l’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Sono queste le misure che dovrebbero persuadere il presidente russo Vladimir Putin a bloccare l’offensiva militare in Ucraina e a rivedere il provvedimento di annessione delle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk?
Ecco servita un’altra dimostrazione della piccolezza delle Istituzioni Europee davanti ai grandi problemi del nuovo millennio: in una parola, inconsistenza. Il vecchio continente, infatti, in questi anni ricchi di sconvolgimenti e sfide sanitarie, energetiche e, soprattutto, geopolitiche, non fa che confermare la propria debolezza di fronte ad attori internazionali sempre più aggressivi.
Nessuna strada comune, nessuna coordinazione efficace. E davvero bisogna considerare un pericoloso ed eversivo sovranista chi osi mettere in dubbio questo sistema?
Sono le situazioni difficili, drammatiche come quelle odierne, a rappresentare in potenza un momento per potersi riconoscere uniti, fieramente “europei”, in un solo obiettivo: il mantenimento della pace ed il contenimento di potenze sempre più aggressive (da ambo i lati). Eppure, nei fatti, ogni aspettativa viene ogni volta smentita.
E il risultato altro non è che il cementarsi, nelle menti dei cittadini, di un’idea di UE fatta di soli palazzi, burocrazia, pronta a sentenziare sui prodotti delle nostre tavole, ma incapace di agire sui grandi problemi.
Intanto, in Italia, il primo a pizzicare il Commissario europeo è stato Matteo Salvini, che ha commentato: “Siamo al ridicolo. O forse al tragico”.
Anche Fratelli d’Italia, in questi giorni è riuscita ad ottenere, dopo una certa insistenza, che il presidente Draghi riferisse alle camere sulla situazione ucraina, auspicando una riapertura di un tavolo negoziale che porti ad una de-escalation.
Sembrano lontani i giorni in cui, durante il governo Berlusconi, a Pratica di Mare, le logiche della Guerra Fredda apparivano oramai superate, con un’inedito avvicinamento fra Russia e NATO. E proprio in questi giorni, fra chi aveva definito il Cav “divisivo” per il Colle, si fa largo l’auspicio che proprio Berlusconi possa intervenire personalmente con una chiamata all’amico Putin per raffreddare le tensioni.
Chi occupa posizioni di questo rilievo dovrebbe limitare le proprie azioni ad assemblee parlamentari, conferenze stampa ecc,. non pubblicarli su twitter o facebbok come se fossero barzellette.
Questi episodi confermano l’inutilità del parlamento europeo e la piccolezza di chi ne fa parte.