Un ricordo del “Flauto d’oro”, Severino Gazzelloni

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Il 5 gennaio 1919 nasceva a Roccasecca (FR) un indiscusso genio della musica, colui che con il suo strumento ha avuto il merito di imprimere il più grande impulso alla letteratura contemporanea flautistica: Severino Gazzelloni.
Aveva sette anni quando, seguito da Giovanni Battista Creati, Direttore della Banda cittadina, iniziò la sua formazione che trovò completezza con gli studi presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma.

Strepitosa la sua carriera. Inimitabile il suo stile. Un vero vanto per la sua città natale che, ininterrottamente dal 1994, sotto il mio sindacato, dedica al Maestro un Festival Internazionale che porta il suo nome.
Memorabile il suo primo concerto al Teatro Eliseo nel 1947.
Da allora il flauto trovò la sua più ampia diffusione  e Gazzelloni, tramite Bruno Maderna, qualche anno più tardi, si avvicinò alla Neue Musik. E’ grazie alla sua innata bravura e ai sui virtuosismi che meritò l’appellativo di Flauto d’oro e non fu certamente un caso che Berio dedicò a lui La sequenza per flauto solo. Molti i conservatori di tutto il mondo in cui risuonarono le magiche note del suo flauto ed indelebili rimasero i suoi insegnamenti.

A Palazzo Taverna a Roma, la sua ultima esibizione prima della sua morte avvenuta il 21 novembre 1992 a Cassino.

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