Col sindaco Giuliano Ciabocco e l’assessore Parrucci per un rilancio turistico nella città che prende il nome dal santo protettore degli attori
Si affaccia sui monti Sibillini, il borgo di San Ginesio, un panorama mozzafiato, lo sguardo fino al mare Adriatico. La sua storia e il respiro del presente si stringono la mano. Un luogo con un cuore che batte forte e non rinuncia al suo futuro. Era la mattina del 30 ottobre 2016 quando il terremoto seminava morte e distruzione. Una luce rarefatta, quando nasce il giorno, oggi accarezza le strade, gli edifici che portano i segni della devastazione. Le cento chiese, ancora inagibili, la Collegiata di Santa Maria Assunta, XI secolo, con la facciata protetta da strutture di sostegno, il teatro intitolato a Leopardi, i cantieri aperti. Finalmente! L’antico Ospedale dei Pellegrini, con il bel loggiato, custode della memoria dei viandanti che da Loreto erano diretti a Roma. Una luce che abbraccia le mura di pietra arenaria, quasi intatte, che dal 1300 circondano uno fra i Borghi più belli d’Italia. Le torri e Porta Picena, l’ingresso principale. Delle otto originali, sono quattro le porte, tuttora accessibili. È il primo cittadino, Giuliano Ciabocco ad auspicare il sigillo di “Città murata”, da aggiungere agli altri riconoscimenti e il Ministero del Turismo sceglie San Ginesio per rappresentare l’ltalia al “Best Tourism Villages” indetto dall’ Onu. “Siamo pronti ad accogliere i turisti”, ribadisce il sindaco, “a far tornare chi è che stato costretto ad allontanarsi e nuovi cittadini. Il “Piano della Bellezza”, il rilancio economico, produttivo e un “Centro commerciale naturale” che prevede attività legate alla realtà locale. Ricomporre il tessuto sociale di un luogo delle meraviglie dove c’è aria salubre, alta qualità della vita, la possibilità di praticare sport all’aperto, cicloturismo, fotografia”. San Ginesio, i progetti per le scuole della Fondazione Bocelli e la voglia di rinascere passa, orgogliosamente, anche attraverso una iniziativa che ha dello straordinario. In prima linea Isabella Parrucci, appassionata responsabile dei Progetti Culturali del comune. È l’anno 2020 quando nasce il “San Ginesio Fest”, nel tempo sospeso della pandemia che ha illuminato le menti per tracciare la strada del domani, indotto a credere che nei piccoli borghi c’è il futuro, come dirà la stessa Isabella. Un ricco cartellone di eventi e l’edizione del 2021, dal 20 al 25 agosto, a confermare un’idea di successo. Festival che va di pari passo con il “Premio San Ginesio” dedicato all’arte dell’attore. San Ginesio, il protettore degli attori e della gente di teatro, mimo e attore romano martirizzato da Diocleziano per non essersi prestato a ridicolizzare in scena il sacramento del battesimo. Remo Girone a presiedere la giuria. San Ginesio e una realtà di soprese. La sfida e la tenacia delle sue genti per ricostruire una identità anche attraverso la cultura. E ricostruire l’umano di una città a misura di paese. Quando Cesare Pavese ci ricorda che “un paese ci vuole… un paese vuol dire non essere soli “.