Il Tribunale dei Ministri ha messo la parola fine alla vicenda giudiziaria che vedeva coinvolto Gennaro Sangiuliano, ex ministro della Cultura, accusato di peculato e rivelazione del segreto d’ufficio. Le imputazioni, nate da un esposto del deputato dei Verdi Angelo Bonelli, erano legate al rapporto con l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia e a presunti utilizzi impropri di risorse dello Stato. La procura di Roma, che aveva trasmesso il fascicolo, ne aveva chiesto l’archiviazione, accolta ora dal Tribunale. Le indagini, condotte dai carabinieri di Roma, non hanno riscontrato illeciti.
Sangiuliano, visibilmente sollevato, ha commentato all’Adnkronos: “Sono stati mesi di grande tormento. Ho trovato magistrati competenti e professionali”. Il suo avvocato, Silverio Sica, ha sottolineato la “grande serietà politica” dimostrata dall’ex ministro, dimessosi lo scorso agosto per una questione privata, pur non avendo commesso reati. “Questa archiviazione è una soddisfazione morale”, ha aggiunto Sica.
La vicenda risale all’estate 2024, quando una presunta relazione segreta tra Sangiuliano e la Boccia, imprenditrice di Pompei, finì sotto i riflettori. La promessa di un incarico di consulenza non retribuito, mai concretizzata, avrebbe scatenato la reazione della donna, culminata in messaggi insistenti, post sui social e un’aggressione denunciata dall’ex ministro, che mostrò una ferita alla testa. Boccia è ora indagata per stalking.
Soddisfazione nel centrodestra. “Si chiude un capitolo infamante”, ha dichiarato Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, mentre il presidente del Senato Ignazio La Russa ha espresso vicinanza all’amico Sangiuliano: “Conoscendolo, non poteva esserci esito diverso”. Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di FdI, ha definito l’archiviazione “una bella notizia”, invitando la sinistra, che aveva attaccato Sangiuliano, a chiedere scusa. “Ha agito con dignità e rispetto per le istituzioni”, ha concluso.
