Responsabilità sociale d’impresa: social washing o impegno concreto?

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Il capitalismo va verso una maggiore consapevolezza e responsabilità? O si tratta solo di astute mosse di marketing woke per far bella figura coi clienti? La soluzione è nelle Società Benefit, come ASACERT

Tra le imprese, dalle più piccole alle multinazionali, sembra crescere sempre più la consapevolezza che ormai non ci possa essere business senza etica e creazione di valore. Tuttavia, nonostante siano molte le realtà che intraprendono dei veri e propri percorsi di impegno sociale e ambientale, altre sembrano limitarsi a operazioni di facciata, e di puro marketing finalizzate a migliorare la propria immagine pubblica.

Si parla di green washing, impact washing e social washing, fenomeni, questi, che stanno prendendo piede tra le organizzazioni mettendo a rischio i valori autentici che portano le aziende ad impegnarsi in un percorso di cambiamento sociale, economico ed ambientale sostenibile. Il social washing è una tecnica simile al green washing, che “tinge” le imprese di “verde” per sembrare più ecologiche, ma che in realtà non produce alcun impatto concreto positivo né sull’ambiente, né sulle persone.

In questo modo, le aziende autoreferenziandosi come sostenitrici di nobili cause sociali, grazie alla costruzione di una facciata ad hoc, mirano all’obiettivo di migliorare la propria immagine pubblica e attrarre i consumatori che, nel frattempo, sono sempre più attenti e consapevoli rispetto ai valori etici e sostenibili.

Nel settore agroalimentare, ad esempio, secondo uno studio sullo stile di vita sostenibile condotto da LifeGate sull’Osservatorio Nazionale, gran parte degli italiani, 36 milioni di persone, cerca di usare prodotti locali e quindi sviluppare una gastronomia sostenibile. Secondo Altroconsumo, ben il 76% degli italiani dichiara di fare attenzione all’impatto ambientale nelle proprie scelte alimentari e il 68% sostiene di essere disposto a cambiare le abitudini sbagliate favorendo comportamenti di acquisto più responsabili. In aggiunta, i dati affermano che due italiani su tre sarebbero disposti ad acquistare solo frutta e verdura di stagione. Il 29% spenderebbe anche di più per alimenti sostenibili. In questo panorama, l’Italia detiene una quota di mercato per l’export bio del 3,2%, collocandosi al sesto posto della classifica mondiale e al terzo di quella europea, scalando posizioni di anno in anno.

E se da una parte c’è un forte impegno per la sostenibilità, un nuovo fenomeno si sta sviluppando: è il woke washing. Un termine che si riferisce all’uso superficiale dei temi legati alla diversità, inclusione e giustizia sociale, anch’essi utilizzati come leva per attrarre consumatori e migliorare la propria reputazione. Una tecnica in cui le aziende raccontano di essere impegnate in cause progressiste ed inclusive, senza applicare realmente pratiche e politiche che supportino tali valori. Limitandosi a dichiarazioni pubbliche e iniziative di facciata, che non portano a un cambiamento sostanziale all’interno delle organizzazioni.

La soluzione ai rischi che questi fenomeni provocano sono le Società Benefit (SB). Si tratta di una forma giuridica d’impresa legalmente istituita il 28 dicembre 2015, n. 208 e riconosciuta dal 2016. L’Italia è stato il primo Paese in Europa e il secondo Paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, a introdurre le Società Benefit nel proprio ordinamento.

Le SB si caratterizzano per bilanciare il profitto con azioni volte a generare un impatto positivo e concreto sul benessere comune, ambientale e sociale. Le Società Benefit si impegnano realmente a integrare nella loro governance e nelle loro pratiche aziendali la sostenibilità e la responsabilità sociale come valori centrali, senza ridurli a vuote strategie di marketing. Essere una Società Benefit significa agire in modo trasparente, rendicontando annualmente il proprio impatto sociale e ambientale, fornendo prove concrete delle azioni intraprese e degli obiettivi raggiunti.

ASACERT, è Società Benefit da maggio 2024, investendo parte dei propri profitti in investimenti per soluzioni concrete che mirano a migliorare l’impatto sociale e ambientale proprio e delle organizzazioni con cui collabora. Servizi innovativi che promuovano la sostenibilità e l’inclusione da un lato, e supporto a organizzazioni no-profit, istituzioni locali e comunità che sostengano progetti di sviluppo sostenibile e di inclusione sociale, dall’altro.

Il futuro della responsabilità sociale d’impresa deve passare attraverso l’autenticità e l’impegno reale. Normative sempre più stringenti, prescrivono che le aziende debbano adottare e rendicontare a un impegno più trasparente e verificabile verso la sostenibilità. In questo panorama, le aziende che decidono di percorrere la strada del social washing rischiano non solo di perdere credibilità, ma anche di venire sopraffatte dalla crescente domanda di trasparenza. In questo contesto, ASACERT è una delle realtà che sta dimostrando come si possa coniugare business e bene comune, diventando un esempio di responsabilità e coerenza in un panorama economico e sociale in rapida evoluzione.

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