Speranza e l’ennesima umiliazione alle vittime dei vaccini

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Roberto Speranza contestato da una vittima del vaccino anticovid. Avviene a Potenza, città natale dell’ex ministro, il 12 febbraio, durante la presentazione del libro scritto dall’ex ministro. Là, Andrea, un uomo ridotto dal vaccino anticovid in sedia a rotelle, ha rivolto a Speranza diverse domande e ha esibito una maglietta con la scritta “vaccinato e danneggiato”. A registrare la cronaca, le telecamere di “Fuori dal coro”, trasmissione di Rete 4 che ha dato voce alla protesta di Andrea.

La replica di Speranza all’uomo, ormai gravemente invalido, è visibile nel video registrato da “Fuori dal coro” durante la presentazione e in un successivo tête-à-tête fra il ministro e Andrea. Lo ha accusato di essere là perché portato da “Fuori dal coro”, ha biasimato la sua protesta perché indurrebbe persone a non vaccinarsi: «con questa maglietta qui voi ammazzate le persone» dice al minuto 6:48 del video che circola sui social. Ha ribadito che Andrea prima di sottoporsi al vaccino ha firmato una liberatoria.

Questo scambio di accuse, sui cui toni ciascuno può farsi la propria idea, è avvenuto a poca distanza dall’approvazione in Parlamento della commissione bicamerale che dovrà indagare sulla gestione dell’emergenza covid da parte del governo Conte e del suo ministro della Salute Speranza. Un atto dovuto verso il popolo italiano da parte del cuore istituzionale della democrazia, il Parlamento, che però è stato accolto dall’ex ministro con la stessa stizza con cui ha ricevuto un uomo reso invalido dai vaccini che gli sono stati somministrati fra bugie di Stato e obblighi surrettizi: “squadristi”, è stata l’accusa lanciata da Speranza in aula, dopo che una parlamentare di Fratelli d’Italia, Alice Buonguerrieri, ha accusato la coppia Conte-Speranza di essere stata «il peggior presidente del Consiglio e il peggior ministro della Salute della storia», definendoli poi, in riferimento a una sentenza del TAR, “condannati”.

La commissione bicamerale forse non darà mai ai cittadini tutte le risposte e soprattutto tutte le sentenze che la nazione merita in riparazione di ciò che ha subito. Tuttavia sarà un passo importante per non dimenticare e per non far sì che cali un pulcinellesco “chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato” sui lunghi anni di regime sanitario. Vedremo se potranno emergere le contraddizioni di una gestione che ha ostacolato all’insegna del “tachipirina e vigile attesa” le cure alternative – salvo poi farle approvare in seconda battuta e con già i morti che si contavano a decine di migliaia; che ha rinchiuso migliaia di italiani, soprattutto vecchi indifesi, in ospedali-lager, lasciandoli morire nella disperazione, lontani dall’affetto dei loro cari e privandoli perfino dei conforti religiosi; che ha “impedito “sconsigliato” ai medici di effettuare le autopsie sui deceduti, togliendo così alla ricerca uno strumento fondamentale per comprendere il decorso della malattia e poterla contrastare con efficacia; che ha utilizzato gli strumenti del terrorismo psicologico per giustificare le proprie scelte e che ha sospeso i diritti costituzionali degli italiani, “concedendo” graziosamente di volta in volta piccole sospensioni del regime carcerario del tutto irragionevoli e sconnesse da ogni seria considerazione igienico-sanitaria (ve lo ricordate il “permesso” di visitare i congiunti ma solo fino a un certo grado di parentela?); che riteneva “luoghi di contagio” le funzioni religiose ma non le manifestazioni ambientaliste né quelle per il 25 aprile; che ha utilizzato le forze dell’ordine contro chi faceva i barbecue in giardino, chi passeggiava in spiaggia o nei boschi, chi abbracciava un amico per strada (è successo al sottoscritto), chi andava a fare la spesa comprando troppe poche cose; che ha scatenato i peggiori istinti della gente, istigando alla delazione di coloro che “non ottemperavano” alle cervellotiche regole dei DPCM (questo sì, caro ex ministro, un atteggiamento «che ricorda i momenti peggiori di questo Paese»); che nella primavera 2020 faceva affiggere manifesti sugli autobus in cui consigliava l’uso delle mascherine solo se “si sospetta d’esser malati o se si assistono malati” ma poi le imponeva pochi mesi dopo perfino all’aria aperta, nelle spiagge e sotto il sole battente, contro ogni più elementare legge dell’infettivologia; che ha impedito l’esercizio fisico agli italiani chiudendo palestre e perfino proibendolo all’aria aperta pur sapendo fin dai primissimi casi che obesità e sovrappeso erano fra i principali fattori di rischio… E si potrebbe continuare. Il tutto con il nemmeno troppo velato obbiettivo di giungere al sospirato obbligo vaccinale, quasi coronato dal successivo governo Draghi con la sperimentazione del credito sociale alla cinese chiamato “Green Pass”.

Tutto ciò mentre decine di migliaia di persone come Andrea, in sedia a rotelle, chiedono invano giustizia per essere stati indotti a vaccinarsi con farmaci non ancora sperimentati, dietro la pezza a colori di una liberatoria che sgravava medici, case farmaceutiche e politica d’ogni responsabilità. Ti vaccini, ti ammali o muori? Cavoli tuoi. Non vuoi farlo? Ti renderemo la vita difficile (testuali parole di un certo sottosegretario, le ricordate?) o ti tortureremo ogni 48 ore infilandoti un tampone “fino nel cervello” con una “geniale costrizione” (testuali parole di un certo altro sottosegretario, le ricordate?). Nessuno dimenticherà la Costituzione della Repubblica Italiana calpestata con l’avallo degli ermellini, dietro la scusa speciosa del “l’ha detto la Scienza”.

Ah, “la Scienza” è quella che a maggio 2020 “le mascherine solo in certi casi” e a ottobre 2020 “le mascherine sono indispensabili pure in spiaggia”.

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