La giornata della prima assemblea di UniRai, la nuova realtà associativa dei giornalisti Rai, era stata funestata inizialmente da una pioggia battente caduta su Roma e dall’articolo, dal sapore vagamente iettatorio, di una grande testata nazionale che già parlava di flop, scarse presenze e divisioni in seno al centrodestra per l’iniziativa.
Nulla è andato come vaticinato dalla cronista del giornalone, spesso house organ della sinistra.
All’Auditorium Due Pini di Roma si è riunita una platea viva, fresca, propositiva e stanca di un sindacato monolitico e di parte.
Lega e Fratelli d’Italia, a dispetto delle divisioni profetizzate, hanno presenziato con elementi di primissimo piano: per il Carroccio si sono visti il commissario Agcom, Massimiliano Capitanio, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alessandro Morelli, il presidente della commissione bicamerale Enti gestori, Alberto Bagnai, il componente della vigilanza Giorgio Maria Bergesio. Per Fratelli d’Italia ha mandato un messaggio il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: “La libertà sindacale oltre ad essere pienamente garantita dalla Costituzione, costituisce uno principi cardine dell’informazione – scrive – Ecco perché saluto con grandissima soddisfazione la nascita di Unirai, perché va nel pieno segno del pluralismo”. Presenti anche il sottosegretario all’editoria Alberto Barachini, il neo capogruppo azzurro Maurizio Gasparri, Maurizio Lupi, Lorenzo Cesa e perfino Marzo Rizzo.
Non sono mancati il direttore del Tg1 Gianmarco Chiocci e del tg Antonio Preziosi, il capoufficio stampa Rai Fabrizio Casinelli.
Sul palco ha moderato un pimpante Francesco Giorgino, ha preso poi la parola un big del calibro di Bruno Vespa, che non ha risparmiato frecciate all’Usigrai: “Dall’84 ad oggi, anno in cui è stata fondata, non c’è stato un singolo momento in cui il Sindacato non mi abbia attaccato. Per anni ha fatto valutazioni politiche, e il suo dominio a mio avviso, ha generato un problema di democrazia rappresentativa all’interno dell’azienda. Non è possibile che la maggior parte dei giornalisti Rai si riconosca unicamente nell’Usigrai, che io considero la Cgil dei giornalisti. Spero, quindi, fortemente che l’Unirai riesca ad attrarre molte forze e a crescere velocemente“.
Ricco anche il parterre che ha dibattuto sul ruolo dell’informazione nel servizio pubblico. Presenti Paolo Petrecca direttore di RaiNews, Angelo Mellone, direttore Daytime, Alessandro Casarin, direttore Tgr, Francesco Pionati, direttore Radio 1, Paolo Corsini, direttore Approfondimento, Angela Mariella, direttrice Relazioni Istituzionali, Jacopo Volpi, direttore RaiSport e Nicola Rao, direttore Comunicazione. Proprio quest’ultimo, manifestando entusiasmo per questa nuova realtà associativa ha affermato che “la nascita di Unirai garantisce quell’idea di pluralismo sindacale in grado di assicurare una Rai aperta ed inclusiva, caratteristica fondamentale per cercare di rendere attrattiva quest’azienda anche per i cosiddetti Nativi digitali“.
Nel panel successivo sempre moderato da Giorgino, sono intervenuti diversi componenti della Commissione di vigilanza Rai, tra cui le due vicepresidenti Maria Elena Boschi e Augusta Montaruli. Per la deputata di Italia Viva “il pluralismo è sempre un segnale positivo. Il mio augurio – ha sottolineato la Boschi – è che l’avvento di Unirai rappresenti un’associazione non più legata al partitismo, ma che si basi esclusivamente sulle competenze, aspetto fondamentale in un periodo storico in cui la concorrenza per la Rai aumenta sempre di più. La Rai – ha aggiunto la Boschi – deve riprendere a fare la sua differenza grazie alla credibilità che negli anni si è costruita, e questo lo potrà fare garantendo il massimo del pluralismo“. Per Stefano Graziano, componente PD della Commissione vigilanza, invece, “ben vengano nuove associazioni, in quanto solo in presenza di pluralismo si può parlare di servizio pubblico, ma questo – sottolinea Graziano, non toglie il ruolo importante che l’Usigrai ha svolto negli anni”.