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Si è collegato in videoconferenza col Parlamento in seduta comune il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Ha aperto la seduta il Presidente della Camera, Roberto Fico, parlando della visita di un capo di stato estero al Parlamento quale “evento inusuale che esprime l’eccezionalità del momento” e dichiarando vicinanza al popolo, al Parlamento e alle libere istituzioni democratiche ucraine. Al Presidente della Camera ha fatto eco quello del Senato, Elisabetta Casellati, che ha espresso “sentimenti di vicinanza profonda e ammirazione per il popolo ucraino” in quanto “vittima di una guerra insensata”. Dopo aver lodato l’operato della macchina dell’accoglienza già pienamente operativa, la Casellati ha invocato uno “sforzo incessante della diplomazia” per giungere al più presto ad una soluzione negoziale.
Subito dopo è intervenuto in videoconferenza il Presidente ucraino che, in tenuta militare, è intervenuto per circa undici minuti rivolgendosi al Parlamento in seduta comune.
In apertura, Zelensky ha fatto riferimento alle “parole importanti” rivolte da Papa Francesco nell’incontro che ha preceduto quello col Parlamento italiano. Il premier ucraino ha subito emozionato l’Aula quando ha affermato che “il popolo ucraino è diventato l’esercito ucraino”. Numerosi sono stati i pensieri rivolti ai bambini ucraini (“117 uccisioni finora ma il numero non è definitivo perché la guerra continua”), anche in uno dei ringraziamenti rivolti all’Italia per aver accolto 70mila ucraini di cui, appunto, 25mila sono bambini, accolti anche nelle nostre famiglie; di questi, uno è il primo bambino nato da una madre scappata dalla guerra.
Diversi sono stati i riferimenti alla sofferenza e all’angoscia della guerra, alle bombe e ai missili che piovono ininterrottamente, e al fatto che sia inaccettabile, nel 2022, seppellire le persone nei parchi e nelle fosse comuni. Particolarmente toccante è stato il passaggio sulle città ucraine completamente distrutte, come Mariupol, e il successivo invito ad “immaginare una città come Genova distrutta con le persone in fuga per mettersi al sicuro”.
Zelensky, nel suo intervento, non ha mai citato direttamente Putin, parlando – a più riprese – di guerra voluta “da una sola persona”.
Il presidente ucraino ha poi invitato il Parlamento italiano a riflettere sul fatto che la guerra porta crisi economica ovunque, considerato l’assalto russo alle fonti energetiche ucraine oltre che alla produzione di mais, frumento e olio (“presto, molti vicini a voi soffriranno la fame”).
È stato, infine, rinnovato l’invito ad inasprire le sanzioni nei confronti della Russia, a non risparmiare le banche russe e i beni di chi “ha forza per decidere in Russia” e a riflettere sull’embargo per le navi russe che giungono nei nostri porti.
Dopo un lungo applauso, ha preso la parola il Premier Draghi per esprimere ammirazione per il “patriottismo” del presidente e del popolo ucraino e per sottolineare la dignità del popolo ucraino contro l’arroganza del governo russo. Draghi ha ribadito che “l’Italia non intende girarsi dall’altra parte”, ringraziando anche il principale partito d’opposizione per aver “votato convintamente” i provvedimenti varati dal Parlamento in sostegno dell’Ucraina.
È stato annunciato che, in ossequio agli impegni dell’Unione Europea, l’Italia ha congelato beni per 800 milioni appartenenti a cittadini russi e avviato la diversificazione nell’approvvigionamento energetico.
“Di fronte ai massacri dobbiamo rispondere con aiuti, anche militari, alla resistenza” ha concluso il premier italiano, dichiarando che “l’Ucraina ha diritto ad essere sicura, libera, democratica”.