Ascendente Cancro. Parte prima

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“CulturaIdentità” che ospita la mia rubrica sul Teatro da leggere, mi offre la possibilità di introdurre questo lavoro e per esso di discutere con voi su un argomento scottante come il terrorismo.

ASCENDENTE CANCRO è la storia di un ex brigadista pentito, Mirko, questa è la sua nuova identità, che ha scontato la pena inflittagli per la militanza nella lotta armata e faticosamente vorrebbe tornare alla “normalità”. Quando l’ho immaginato era il 2012 in un momento difficile per la mia esistenza. Ero ricoverato in un ospedale romano e mi era stato diagnosticato un brutto male che intendevano estirpare chirurgicamente. La degenza, trascorsa più o meno serenamente nelle ore di giorno, diveniva problematica durante la lunga notte, ove non assistito dal sonno dovevo combattere con le preoccupazioni che reprimevo prima e che riaffioravano con prepotenza dopo le 22,00. Avevo allora escogitato un sistema efficace per ingannare la paura: mi scrivevo nella memoria una commedia immaginandone lo svolgimento con assoluta dovizia dei particolari, dato che per la posizione supina e i tubi che mi pendevano, avevo scarsa possibilità di movimento e men che meno di scrivere. Quando una settimana dopo mi hanno dimesso avevo in testa la struttura di questa nuova storia che ripercorreva un trascorso sociale-politico attraverso un giallo. Ricordo che, tornato a casa, la sera, sostanzialmente scrivevo quasi sotto dettatura e completai lo scritto in meno di due mesi, revisione compresa. Perché abbia scelto la dimensione del terrorismo non saprei dirlo. Ero partito da una cliente bisognosa di soccorso legale, da poco conosciuta che parlava a mitraglia e introduceva la successiva domanda senza darti il tempo di rispondere a quella precedente, lasciandomi spesso a bocca aperta. Non era molto intelligente e non aveva la vocazione di profondità sull’analisi delle problematiche che mi rovesciava addosso, eppure il suo scialbo parlare mi rendeva mansueto ed incapace di replicare al quel torrente di interrogazioni, per lo più rimaste senza risposta. Mi era sembrata fondamentale nello svolgimento della storia e costituì il nerbo portante del personaggio di Anna. Non gliel’ho mai detto. Ne ho perso le tracce e dunque non saprà mai di essere stata l’ispiratrice di un racconto, che è stato lungamente apprezzato con riconoscimenti importanti ovunque sia stato presentato.

Torniamo alla storia. Il brigadista, pentito lo era stato, ma non del tutto, lasciando negli inquirenti il sospetto che avesse opportunamente taciuto la presenza di altri soggetti partecipanti all’agguato contro un magistrato e la sua scorta, che era costato la vita della sua compagna e la sua cattura. Ecco affacciarsi un altro personaggio. La compagna, che essendo già morta all’inizio del racconto non poteva che apparire come un fantasma, un’ossessione frutto di sensi di colpa di Mirko per l’incapacità di liberarsene, sottolineando le contraddizioni di una coscienza divisa, dilaniata, dal rigetto degli ideali e la necessità di rincorrere una agognata “normalità”. Mi venne facile darle il nome di Mara, che richiamava quello della Cagol, compagna di Renato Curcio, primo capo delle Brigate Rosse, a lei sopravvissuto in un drammatico scontro a fuoco coi carabinieri. Mara, infatti è la voce della sua vita precedente, feroce assertrice della fermezza della linea rivoluzionaria, che contrasta l’avvenuta dissociazione dalla lotta armata, vissuta come un tradimento. Mirko, quindi, in virtù del ripudio della sua appartenenza e della parziale delazione, gode di un trattamento carcerario preferenziale prima in semi-libertà e poi in libertà completa, con una nuova identità ed un’altra vita da spendere, ma col sospetto che possa contattare i vecchi compagni, i quali dopo il suo tradimento, hanno giurato di fargliela pagare. Il controllo del suo operato è affidato al maresciallo De Cataldo, che per incarico della Procura, si adopera a sorvegliare la sua esistenza.

Il cast era così completato. Non avevo bisogno di altri personaggi. Ora dovevo costruire il racconto completo.

Personaggi

MARA terrorista 25-30 anni
MIRKO terrorista 50 anni circa
ANNA vicina di casa 40 anni circa
DE CATALDO maresciallo 50 anni circa

La vicenda di svolge alla fine dello scorso secolo

Musica compatibile col periodo. Le luci si accendono fioche. Appare Mirko di apparente età 50 anni, in mutande e maglietta che attraversa il palcoscenico. E’ notte. Dal fondo si staglia una figura femminile. Giovane. Vestita in jeans e maglietta. Resta nella penombra, come, del resto, tutta la scena.

MARA: Dove stai andando? ( la musica cessa)

MIRKO; ( senza degnarla di uno sguardo) A pisciare. ( ed esce dalla quinta opposta a quella da cui è entrato)

MARA: Notte difficile. Non si dorme.

MIRKO: (f.s.) Ci sono abituato. Lo sai.

MARA: E’ difficile digerire certi pesi e il passato ti ritorna su.

MIRKO: (f.s.) Perché non la smetti di tormentarmi?

MARA: Hai mai pensato che a tormentarmi potresti essere tu?

MIRKO: (f.s.) Io? Ma io non chiederei di meglio che dimenticare…

MARA; E come si fa a dimenticare? Bisognerebbe ripensare a tutto quel che è successo. Storicizzarlo. Trattarlo come se fosse un fatto staccato dal presente. Allora te ne sentiresti estraneo.

MIRKO: (rientrando in scena) Estraneo… ma che stai dicendo?

MARA: …tira l’acqua…

MIRKO: Fa troppo casino. E’ notte. Si sveglia tutto il pianerottolo. Senti, io torno a letto. Forse qualche ora riesco a dormire.

MARA: Claudio…ma tu lo rifaresti tutto quello che è successo?

MIRKO: Risponderti, oggi, non avrebbe alcun senso.

MARA: Guarda che io li posso leggere i tuoi pensieri.

MIRKO: E allora, se conosci la risposta, è inutile fare la domanda

MARA: I tuoi ideali, le tue speranze erano ciò che più volevi al mondo.

MIRKO: Perché non mi chiedi mai se mi manchi?

MARA: Perché è romanticismo da imbecilli. La mia domanda è su un piano superiore.

MIRKO: Vaffanculo, Mara.

Buio. Musica. Dopo qualche istante le luci si accendono completamente rivelando un salotto “rimediato” di un appartamento arredato occasionalmente ed in tutta fretta. Un tavolo e quattro sedie. Nessuno in scena, fino a quando una scampanellata fa apparire il padrone di casa, lo stesso uomo di prima, che, sorpreso, esce da una quinta per andare ad aprire. Entra nella quinta opposta dove si presuppone ci sia la porta di ingresso dell’appartamento. La musica cessa

ANNA (f.s.): Buon giorno, mi scusi, mi scusi tanto, ma avrei bisogno di una cortesia. Mi può dare un po’ di sale? L’ho finito e non posso andare a prenderlo per non lasciare sola la mia bambina. Che disturbo..?

MIRKO (f.s.): No…

ANNA: (f.s.)“No”, non disturbo o non ha sale da prestarmi?

MIRKO: (f.s)Prego?

ANNA ( f.s.): …Dico, me lo può dare un po’ di sale?

MIRKO (f.s.): Ce ne deve essere di là in cucina. Glielo vado a prendere. (E rientra in scena per andare in cucina, uscendo dalla quinta opposta)

ANNA: ( entrando non vista da Mirko che è in cucina) Che strana ‘sta casa… è rimasta sfitta per non so quanti mesi…Di notte sento anche delle voci. Da quando sei arrivato?

MIRKO: ( rientrando dalla cucina con un bicchiere in mano) Ecco il sale. Spero che le basti.

ANNA: Piacere, io mi chiamo Anna.

MIRKO: Piacere.

ANNA: Non ce l’hai un nome?

MIRKO: Anche un cognome.

ANNA: Vabbè. Grazie del sale.

MIRKO: Prego.

ANNA: Tu sei strano sai… che segno sei?

MIRKO: Non lo so.

ANNA: Oh, mamma mia, non sai di che segno sei? Quando sei nato?

MIRKO: …19 settembre

ANNA: Una Vergine. Lo sapevo, una Vergine!! Ecco perché ti sento così ostile. A me i segni Vergine mi hanno sempre portato male. Ti calcolo l’ascendente. Di che anno? A che ora sei nato?

MIRKO: Guardi a me non interessa…

ANNA: … anche se sono sicura che sei ascendente Cancro. La combinazione peggiore Vergine/ Cancro. Un disastro su tutti i fronti.

MIRKO: Io avrei da fare, mi scusi…

ANNA: Vado. E’ che sono una chiacchierona. Non è colpa mia. Io lo dico sempre che mi devo contenere, ma non ce la faccio proprio. Ho bisogno di parlare. Di solito però mi stanno ad ascoltare. Mi prestano attenzione.

MIRKO: Non ne dubito.

ANNA: Non è il mio giorno fortunato. Capirai, un Vergine/ Cancro… Capito. Arrivederci.

e se ne va. Mirko rimane solo. Da una quinta esce un altro uomo.

ANTONIO: Devi imparare ad essere più gentile. Quella donna voleva essere carina con te.

MIRKO: Io no. Non mi piace chi si impone.

ANTONIO: Tu devi essere più umile. Non ti è dovuto tutto sai, Claudio.

MIRKO: Mi chiamo Mirko ora. Il programma di riabilitazione prevede che non abbia nessun legame col mio passato.

ANTONIO: Ti trovi bene in questa città?

MIRKO: Non mi lamento.

ANTONIO: Tu non ti lamenti mai. Ricordati che abbiamo da approfondire molte cose. Sei qui per questo e il programma dei pentiti funziona solo se c’è il completo accertamento delle circostanze rimaste ancora oscure.

MIRKO: Non c’è altro da approfondire, lo sapete bene.

ANTONIO: C’è, eccome. Non hai ancora fatto i nomi di tutti i tuoi compagni che hanno partecipato all’assalto del Giudice Ricciardi e la sua scorta.

MIRKO: Maresciallo, non c’è nessuno. Li avete arrestati tutti.

ANTONIO: Tutti, no. Secondo noi ne mancano almeno due. Forse più.

MIRKO: Fantasie. Le solite fantasie.

ANTONIO: Claudio, ti conviene non fare il furbo con me. Io ci metto cazzi a risbatterti in carcere e a spargere la voce che sei un infame. Sai che fine ti fanno fare..?

MIRKO: Per favore, risparmiatemi queste scene da sceriffo. Non funzionano.

ANTONIO: Non mi incanti Claudio. Vedremo… Io ho pazienza, lo sai.

MIRKO: Quanto devo rimanere in questa casa?

ANTONIO: Sei appena arrivato, già te ne vuoi andare?

MIRKO: E’ che vorrei sapere come mi devo organizzare. Ad Asti ci sono rimasto otto mesi…

ANTONIO: Quando sarà il momento, ti trasferiamo. Lo decide il programma… e, naturalmente tu stesso…Io faccio le mie relazioni settimanali. Sei già stato alla tipografia?

MIRKO: Ieri. Mi hanno assegnato alla composizione dei libri. Il posto è comodo e non distante da qui.

ANTONIO: Non è un lavoro pesante. E poi sei laureato in sociologia, no? Coi libri hai confidenza.

MIRKO: Non mi sono laureato. Mi mancano quattro esami…

ANTONIO: E certo, eri occupato a mettere le bombe e ammazzare la gente. Dove lo trovavi il tempo anche per studiare? ( suonano ancora) Suonano alla porta …aspetti qualcuno?

MIRKO: ( ironico) Avevo pensato di dare una festa… Vada di là ( e va ad aprire, mentre Antonio rientra in una quinta. La scena è ora vuota).

ANNA: (f.s.) …ho fatto un po’ di pasta in più. Te ne posso dare un po’ se vuoi. ( ed entra in scena). Ho idea che non hai nulla in frigo e che forse non sai nemmeno cucinare.

MIRKO: ( seguendola in scena) Non vorrei essere scortese…

ANNA: … è pasta col tonno. La puoi mangiare anche fredda. Io cucino bene. I miei amici dicono che dovrei aprire un ristorante. Ti piace il tonno?

MIRKO: Senta…

ANNA: Vergine, sei schizzinoso, ma ascendente Cancro vuol dire che sei di bocca buona e ti va bene tutto. Una contraddizione. Che t’ho disturbato? Ho sentito delle voci prima. Si sentono sempre voci, anche di notte. Magari non sei solo. Hai qualcuna di là?

MIRKO: Non c’è nessuno.

ANNA: No, perché la pasta è per uno, non per due. Ho sentito una discussione. Avevi la televisione accesa? Stamani sei uscito presto, faceva quasi buio fuori. Ma che fai a quell’ora?

MIRKO: Lei non ha una figlia piccola?

ANNA: Oh sì, si chiama Blu. E’ bellissima. Ora dorme. La vuoi conoscere? E’ simpatica, parla sempre. Chissà da chi ha preso..? Il padre non c’è. Non c’è mai stato. Ma chissenefrega. Faccio da sola, da padre e da madre. Tu hai figli?

MIRKO: No.

ANNA: Sei sposato?

MIRKO: S’è fatto tardi.

ANNA: E va bene, due chiacchiere. Tra vicini… La pasta la vuoi?

MIRKO: Grazie, no.

ANNA: Insisto, non sai che ti perdi. Mi dispiace buttarla. E’ un peccato. Dai…

MIRKO: ( rassegnato alla prepotenza di Anna) Va bene. Me ne prendo un piatto.

ANNA: Oh, ecco, così si fa! Vedrai che ti leccherai le dita e mi chiederai: “ Anna, me ne dai altra?”. Vado a prenderla. ( ed esce. Dopo un secondo riappare Antonio).

MIRKO: Ma quando avete scelto questo appartamento, non vi siete informati sui vicini? Questa è una scassacazzi terribile. E’ una che non ti molla. Potrebbe anche far saltare la copertura…

ANTONIO: Non salta nulla. Tranquillo. Devi pur fare un po’ di vita sociale, no?

MIRKO: Ma mi sta appiccicata addosso.

ANTONIO: Allora? Mica è brutta. Ti dovrebbe far piacere. Non mi pare un grosso sacrificio. Ti sei fatto 15 anni di carcere. Cos’è, t’hanno fatto fare il “femminello”? Non ti piacciono più le donne? Ah, ho capito! I brigatisti sono come i monaci, fanno voto di astinenza. Non c’è posto per altra passione che non sia l’ideologia… ( squilla di nuovo il campanello di ingresso). E’ arrivata la pasta col tonno. Buon appetito, Claudio e… non essere acido. Io esco di soppiatto non appena questa entra in casa.

Mirko va ad aprire, mentre l’uomo rientra all’interno. Anna fa il suo ingresso nell’appartamento col piatto di pasta.

ANNA: Mi lasciavi la porta aperta, evitavo di suonare… Eccoti la pasta col tonno. Senti quanto è buona. Mi posso sedere?

MIRKO: Se si sveglia sua figlia…

ANNA: Dorme. Profondamente. Si sveglia domattina. E’ serena, tranquilla. Si fa le sue ore di filato. Io nemmeno me ne accorgo che c’è. Mi dici come ti chiami?

MIRKO: Mirko.

ANNA: Con la k?

MIRKO: E già…

ANNA: A te le cose bisogna sempre cavartele con le tenaglie? Ma come mai sembra che ti è morto il gatto? ( prima che Mirko possa rispondere) Io ti ho capito subito. Tu sei uno di quelli che hanno un peso sul cuore come un macigno. Ma è perché non ne parli, perché non ti sfoghi. Io sono un po’ psicologa e di queste cose me ne intendo.

MIRKO: Ma tu non ti riposi mai?

ANNA: Hai visto? Mi hai dato del tu! Questo è un segnale, una distensione. Ti stai sciogliendo. E’ perché senti il mio fluido. Mangia, dai, senti che buona.

MIRKO: Non ho appetito adesso.

ANNA: E’ per il gusto. Io per stabilire il contatto con una persona ho bisogno di tutti e cinque i sensi. Tu mandi un buon odore…

MIRKO: Non ho ancora fatto la doccia…

ANNA: Che c’entra? Saresti pulito, ma i tuoi odori sono un’altra cosa. Bisogna riconoscerli oltre il sapone, il profumo, il deodorante. ( Si slaccia due bottoni della camicetta) Senti il mio odore ( e gli avvicina il viso al suo seno), qui, dove l’odore non è inquinato da nessuna sostanza. Che sensazione provi?

MIRKO: ( imbarazzato) … Ma tu fai così con tutti quelli che incontri?

ANNA: ( riallacciandosi i bottoni) Solo quelli con i quali sento il karma giusto.

MIRKO: E ci metti così poco a capirlo?

ANNA: Mi basta uno sguardo. Ce l’hai una donna? (senza attendere la risposta). No. Non sarebbe possibile. Hai una faccia così triste… Sarai un incallito onanista. O forse c’hai una compagna pallosa. Di quelle impossibili, con le quali vivi da subito come fratello e sorella.

MIRKO: Non ho nessuno… al momento.

ANNA: Hummm… Hai sentito il bisogno di precisarlo. Che mi vuoi dire, che hai un passato da puttaniere?

MIRKO: Vivo di presente.

ANNA: Bravo. Mi piace. Che lavoro fai? Aspetta che indovino. Sei taciturno, preciso. (Gli prende le mani) Non ti mangi le unghie e non hai mani da lavoratore. Un ingegnere. Un geometra, che mi quadra anche come Vergine, specie se ascendente Cancro, un grande senso morale con l’anima di uno che fa impicci. Sì, uno di quelli ingegneri che costruiscono abusivamente, senza permessi, però che fanno case perfette. Realizzi illeciti inutili. E chiedilo ‘sto permesso, no?

MIRKO: Mi sembra d’aver sentito un rumore. Vai a controllare tua figlia…

ANNA: …Blu?? Ma davvero? Vado a vedere. Lascio aperta la porta…( ed esce di corsa, ma poi si ferma ascoltando) No, non sento niente. Blu non si sveglia mai. Ti volevi liberare di me?

MIRKO: …no… mi sembrava…

ANNA: Non ti piaccio?

MIRKO: Non è questo… è che tu sei…Vai troppo di fretta.

ANNA: Bisogna perdere tempo a seguire le solite vecchie regole? Ma forse sì… Sto al posto mio, tu mi corteggi delicatamente. Io mi faccio desiderare e poi iniziamo una lunga struggente storia d’amore…E’ che non ho pazienza. Bisogna avere tutto e subito. Dopo potrebbe essere tardi. ( e gli si avvicina)

MIRKO: Fai tutto da sola.

ANNA: ( allontanandosi delusa) E cazzarola, cerco una strada per arrivare qui dentro ( e gli punta l’indice al cuore). Non è facile. Sei pieno di rovi e filo spinato. C’hai i Cavalli di Frisia, come le trincee della Prima Guerra Mondiale. Bisogna iniziare da qualche punto. Raccontami qualcosa di te.

MIRKO: Oh mamma mia…

ANNA: Ce l’avrai una storia personale, no? Intanto quanti anni hai…? ( Mirko la guarda senza rispondere) E tanto lo capisco da sola, pure col tuo stupido mutismo. 54 – 55 anni, ma anche 45 portati male. C’ho azzeccato?

MIRKO: Non voglio forzare le tue convinzioni.

ANNA: Sei sposato?

MIRKO: Me lo hai chiesto prima

 ANNA: E’ vero, ma mica mi hai risposto…

MIRKO: Immagino che non serva a niente dirti che non sono affari tuoi

ANNA: Oh, mica è un informazione segreta!. Quando si incontra una donna è obbligatorio dichiarare il proprio stato sentimentale. Tu me lo dici e poi giudico io se mischiarmi o meno con te.

MIRKO: Ed io?

ANNA: Tu niente. Stai a vedere come va a finire. Dai, scherzo! (gli gira l’indice nell’asola della camicia, suadente) Sei solo? Non c’è nessuna?

MIRKO: Avevo una compagna, ma è morta

ANNA: ( togliendo improvvisamente il dito) Cazzarola… scusa, non immaginavo.

MIRKO: lascia stare…

ANNA: Ed è successo poco tempo fa?

MIRKO: Circa 15 anni.

ANNA: E ancora te la porti dentro? Ti fa onore. Una malattia..?

MIRKO: No.

ANNA: Un incidente?

MIRKO: E’ una storia difficile. Distante dal tuo mondo. Lascia perdere.

ANNA: E tu che ne sai del mio mondo? Forse hai più bisogno tu di raccontarmela, che io di ascoltarla. ( Gli prende una mano) E poi sono curiosa. Ma tu, amico taciturno, hai una gran voglia di dirmela. Lo sento.

MIRKO: No, guarda, non credo proprio

ANNA: Che è successo 15 anni fa?

MIRKO: Io vengo da un’altra dimensione. E’ meglio che ne resti fuori, non capiresti.

Anna all’improvviso gli prende il viso tra le mani e gli stampa un bacio sulle labbra per dimostrargli la sua intraprendenza

ANNA: Non sono una venuta dalla Montagna del Sapone…

MIRKO: ( sorpreso) …lo vedo…

ANNA: Allora? Tira fuori questo malloppo che ti porti dentro

MIRKO: ( alzandosi) Mara è morta in un conflitto a fuoco con i Carabinieri…

ANNA: Cazzarola… E perché… i Carabinieri…le hanno… sparato?

MIRKO: Apparteneva ad una Banda Armata…

ANNA: Una terrorista? Quelle cose che si leggono sui giornali o si vedono in televisione…?

MIRKO: Credo di sì.

ANNA: Tu lo sapevi? ( Mirko non le risponde, Anna si alza e va dietro Mirko che le volta le spalle per non sostenere il suo sguardo) E non le hai detto niente? Non le hai detto che era una cosa sbagliata? Magari se le parlavi la convincevi a rinunciare. Forse aveva bisogno di discuterne, di trovare la forza per smettere. Forse si sarebbe salvata ed oggi sarebbe qui con te; magari vi rompevate insieme, vi sareste annoiati, ma intanto lei era viva…

MIRKO: Lo vedi Alba…

ANNA: Anna. Mi chiamo Anna

MIRKO: Sì, scusa. Non era il caso di parlarne, Hai capito ora perché? ( e si siede, mentre Anna va su e giù nervosamente)

ANNA: Ma tu? Stai così… Sono passati 15 anni e tutto ancora ti brucia dentro. Dico, valeva la pena di starsene zitti? Io parlo troppo, ma è meglio. Sai che dice quel poeta americano..? Quello che De Andrè ci ha fatto un disco…

MIRKO: …Edgar Lee Masters…

ANNA: Ecco, Masters. “ La lingua è magari un membro indisciplinato, ma il silenzio avvelena l’anima..”. ( torna a sedersi accanto a lui) Ora però non è il caso che ti continui a straziare per quello che è successo. Devi trovare la forza di superare il ricordo. Hai la Vita davanti e devi guardare al tuo futuro. Ci sono io, sarò il tuo nuovo interesse, se mi vuoi… Ti farò dimenticare tutto… (e tenta di abbracciarlo)

MIRKO: ( si ritrae ridendo) Ma tu dici veramente, o sei solo pazza?

ANNA: Forse un po’ svitata. Però non sono per le cose convenzionali. Mi fido del mio istinto e non mi sbaglio mai. L’altro giorno quando ti ho visto per la prima volta sul pianerottolo, m’è venuto un brivido. Non mi capita spesso. Ho capito subito che il nostro doveva essere un incontro importante. Siamo grandi tutti e due per perdere tempo a fare le cose di rito. Mi trovi bella?

MIRKO: Sì, è evidente, devi essere pazza…

ANNA: Mannaggia, ma tu non rispondi mai alle domande… Ti sei allenato o è un dono di natura? Devi rispondere sì o no. Mica è difficile.

MIRKO: Ma come si fa così…

ANNA: Uffa, come sei antiquato… Ma che vieni da un convento? Ti piace o no venire a letto con me?

E gli salta addosso prima che Mirko abbia il tempo di rispondere. Buio. Musica

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