Becchi: “La Meloni la voteranno anche a sinistra. Ai 5 Stelle voto di scambio”

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Chiamo l’amico Paolo Becchi docente di filosofia del diritto all’università di Genova ed attento osservatore della politica italiana. Prima da amico di Gianroberto Casaleggio ai tempi della nascita del Movimento 5 stelle. Oggi più addentro sulle cose di centro destra. Soprattutto in materia di sovranità.

Paolo, che idea ti sei fatto di questa campagna elettorale?

Il punto nevralgico è la guerra. Non è più un’operazione militare speciale della Russia in Ucraina ma purtroppo una guerra che contrappone Mosca al blocco occidentale. Il tema è entrato in campagna elettorale. Ma senza grandi differenze fra gli schieramenti in campo. Sono tutti sostanzialmente d’accordo sull’invio delle armi e sulle sanzioni. In seno al centro destra le posizioni sono più articolate. Coerente quella di Giorgia Meloni. Si può essere d’accordo o meno. Io non lo sono. Ma le do atto di grande chiarezza. Più sfumata con qualche distinguo quella di Salvini. Sinceramente non so se l’elettore possa percepirla. Credo faccia più premio la chiarezza in termini elettorali.

Cosa ci aspetta se il centro destra vincerà?

Non ci saranno cambiamenti strategici rilevanti ma Giorgia Meloni ha giustamente posto un problema di sovranità nazionale in Europa. Perché non dovremmo difendere la nostra sovranità così come fanno francesi o tedeschi? Una cosa poi è l’alleanza militare. Un’altra gli interessi economici. Bene ha fatto la leader di Fratelli d’Italia a porre il problema del costo del gas e dell’energia anche come elemento di discussione con gli alleati. Mi aspetto e spero che questo tema entri in agenda.

Che succede nel mondo dei 5 stelle?

Dalle informazioni che ho il movimento cinque stelle al sud è in forte ripresa. Conte ha avuto problemi in una prima fase. Doveva costruirsi un suo partito. La rottura con Di Maio lo ha agevolato. Gli riconosco una certa abilità e cinismo. Ha usato un simbolo già presente, quello appunto del movimento, e sta riuscendo di fatto nell’impresa di costruirsi un partito personale a sua immagine e somiglianza. Non avrà problemi di controllo interno. Il movimento 5 stelle potrebbe diventare il vero partito progressista e di sinistra. Perché parliamoci chiaro, il vero sconfitto sarà Letta.

Addirittura?

Una volta avevo scritto che il movimento cinque stelle sarebbe diventato una costola del PD. Mi sbagliavo. Sarà una provocazione. Ma è più probabile che accada l’esatto contrario. E cioè che sia il PD a diventare una costola del M5S. Anche se magari non arriverà ad essere il secondo partito.

Che previsioni fai sul movimento?

Non escludo risultati del 25-30% in Campania, Puglia e Sicilia. Ma siamo lontani dai risultati del 2018 e soprattutto al centro nord il movimento non c’è. È il reddito di cittadinanza che sta radicando il movimento al sud. Quasi un “voto di scambio”. Parliamoci chiaro.

Hai detto che Letta è il vero sconfitto…

Se per caso avesse fatto l’alleanza con Conte la partita sarebbe stata più aperta. Questa legge premia le coalizioni. Il PD ha scommesso sulla scomparsa del movimento. Ha sbagliato.

Che succede al PD dopo il 26 settembre?

Congresso e segretario nuovo. Diciamocelo chiaramente. Letta è sempre stato un perdente. Gianroberto Casaleggio, non appena diventò premier, se la rideva: “ci farà guadagnare un sacco di voti se rimane a Palazzo Chigi”. L’operazione fu bruscamente interrotta da Renzi che una volta conquistato il partito lo ha sostituito pure a Palazzo Chigi. E infatti fu Renzi il vero vincitore alle europee del 2014. Interrompendo la crescita del movimento. Ma Gianroberto aveva ragione. Tanto che una volta uscito di scena Renzi, il movimento è tornato a vincere nel 2018.

Di Maio che pensava di svuotare i 5 stelle?

Di Maio fa la scissione. Pensava che il governo sarebbe durato e contava di organizzarsi per svuotare il M5S. Ma le elezioni anticipate hanno fatto precipitare la situazione. Di cosa se ne fa Di Maio di quei molti parlamentari se tanto si va subito alle elezioni? In cento giorni ha bruciato tutto. Dalle 5 stelle alle stalle. Mi viene da dire. E Di Maio nel suo collegio potrebbe perdere proprio perché vincerà lì il movimento. Costa -il suo antagonista- è un osso duro.

I vincitori insomma saranno Meloni e Conte?

Il fattore GG. Giorgia e Giuseppe. La corsa al voto utile premierà loro due. A discapito anche dei partiti del dissenso. Meloni e Conte sono i due veri antagonisti. Poi c’è un altro aspetto.

Quale?

Il cosiddetto voto nascosto. “Io non te lo dirò mai che voto la Meloni. Perché non mi sento di destra. Ma sento di doverle dare questa chance”. È il pensiero tipico di tanti elettori che oggi i sondaggi fotografano come indecisi e che nel segreto dell’urna premieranno Fratelli d’Italia. Il voto nascosto sfugge a tutti i sondaggi. Uno di sinistra non ti dirà mai che vota la Meloni. Ma la voterà.

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3 Commenti

  1. Uno di sinistra potrebbe votare la Meloni soltanto se minacciato, come minacciati sono i poveri ucraini costretti a votare a favore dell’annessione alla Russia, paese antidemocratico per il quale l’ultra destra italiana e Paolo Becchi hanno un debole…

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