Parrebbe terminata la fase dei meme, delle scope in verticale, delle facili battute pseudo-ironiche sull’emergenza sanitaria che stiamo vivendo! Persistono ancora diverse operazioni di buonismo estetico. Quelle sono sempre le più ostinata. L’isteria del marketing del buon samaritano sembra essere diventato un approccio glamour necessario. D’altronde, si sa, le vie al Signore sono infinite e anche una azione meditata può fare del bene! Il problema principale rimane, però, vigoroso: Covid-19 dove “C” sta per CORONA, “Vi” per VIRUS, “D” per DISEASE (malattia, trad.). Tale acronimo risulta opportuno anche a riassumere una costellazione di deficienze e criticità profonde e ben radicate anche se spesso spazzate sotto i tappeti. Deficienza sanitaria mondiale, crisi finanziaria globale, nuovi assetti geopolitici: andiamo per macroargomenti.
Deficienza sanitaria mondiale scaturita da una escalation di eventi senza precedenti per rapidità e portata. L’impatto mondiale del Covid-19 è notevole, per quanto ci è dato sapere, nonostante il quasi immediato cordone sanitario. L’elevato numero di ricoverati e successivi decessi ha mandato in crisi il sistema sanitario globale. In Italia la situazione, gestita nella sua immediatezza, ha provocato non pochi problemi. Senza farne un’analisi dal colore politico, l’attuale situazione sanitaria aggravata dalla pandemia mondiale è frutto di scelte al limite dello scellerato operate negli ultimi decenni a discapito del servizio sanitario nazionale. Chiusure di innumerevoli ospedali, dimensionamento al ribasso della classe sanitaria con un aumento di finanziamento pari allo 0,9% annuo. Al di sotto del tasso medio di inflazione in un anno.
Crisi finanziaria globale, veloce e capace di evolvere in tempi brevissimi. La crisi economia scatenata dal Coronavirus Covid-19, inutile dire, serpeggiava ormai da tempo nel sottobosco del sistema economico mondiale. C’era solo bisogno di quella goccia che fa traboccare il vaso. Quasi come una “prima generale” di guerra di nuova generazione, gli eventi attuali posso essere riassunti come una tecnica di guerriglia con bombe intelligenti! Uccidono gli uomini, non solo metaforicamente chiudendoli in casa, ma salvano la natura! Si leggono numerosi articoli che esaltano la quarantena come una panacea all’inquinamento globale! Greta sembra essere tornata a sorridere o forse ha imparato per la prima volta a farlo. Allora, forza, tutti chiusi in casa a preparare il pane, i lievitati della nonna e l’immancabile Pizza challenge del sabato sera. La verità è un’altra! Quel fattore scatenante dell’isteria finanziaria globale è arrivato con l’anno cinese del Topo (con le ali, ironia della sorte) colpendo come un tiratore scelto, un cecchino dal campanile più alto della Terra, tutti i settori economici globali nessuno escluso. Il tutto accompagnato dai milioni bruciati dalle oscillazioni, da terremoto, dei mercati finanziari e dalle innumerevoli perdite dei posti di lavoro. Si stima una perdita negli USA all’incirca di 700.000 posti di lavoro per non parlare del resto del mondo, Europa compresa. Abbiamo affrontato gravissime crisi finanziarie negli ultimi cento anni, qualcuno di spirito critico potrebbe suggerire, uscendone con le ossa fratturate ma vivi. Nulla di più vero! Ai più potrebbe sfuggire che nelle precedenti crisi finanziarie i tempi di evoluzione, che hanno quasi accompagnato la crisi, sono stati di qualche anno, adesso parliamo di un mese forse due! Uno sbalzo al ribasso del 40% in 45 giorni non frantuma solo le ossa! Mettendoci un po’ di ironia e di fiducia possiamo dire di aver superato delle Ere Glaciali vestendoci di pelliccia di orso, avremo quindi tutto il tempo e la forza di superare l’ennesima crisi adesso che ci sono i tessuti tecnici! La supereremo anche davanti alle proiezioni ad un anno del PIL mondiale a -2,8% con una crescita italiana al -7%? In tutte le economie evolute la fetta maggiore degli occupati gravita nei settore dei servizi: il Terzo settore. Appare superfluo porre l’attenzione su una categoria vessata come quella dei liberi professionisti. Già profondamente in crisi, tale categoria si scontrava, in tempi non sospetti, con una mancanza cronica di deontologia professionale diffusa con la svendita conseguente dei servizi offerti nonché, più di ogni altro, con una tassazione portata all’inverosimile. L’avvento della pandemia mondiale e le restrizioni conseguenti ha dato una spinta al fondo alla libera professione e ai suoi operatori, un tempo categoria di riferimento. Qualcuno afferma che, per fortuna, ci saranno 600 euro di sostegno una tantum. Ci sarà da preoccuparsi? Per non parlare del settore ricettivo! Alberghi, ristoranti, intere filiere nel settore dei servizi turistici nazionali ed internazionali vanno alla malora. Si cerca nel migliore dei modi di correre ai ripari con politiche di supporto nazionale; ai posteri l’ardua sentenza! Bisogna essere fiduciosi e credere molto nella forza del Cuore Santo di Maria. Al momento circola in maniera molto glamour l’hastag “andrà tutto bene”; sperando che non “andremo tutti a bere”…
E’ necessario sdrammatizzare. Una cosa è certa: al di la di ogni teoria del complotto, panem et circenses neorealista, l’attuale sistema sociale così come strutturato è finito. E’ necessario invertire il paradigma macro-economico. E’ opportuno utilizzare la variabile “economica” interpretata come uno strumento per creare valore non un modello di asservimento parassitario e la Rete, attualmente una Babele per lo più al limite del paradosso, intesa come unico sistema nervoso digitale. Milioni di posti di lavoro a rischio, migliaia ormai terminati; isteria finanziaria dei mercati e conseguente millesimazione dell’economia globale. Tutto ciò comporta un forte impoverimento della sovranità nazionale dei territori e dei governi. Il Populismo è un antagonista accreditato nella maggior parte degli attuali governi dell’ecumene occidentale, non più un fantasma che si agita tra i parlamenti. Il Sovranismo si prospetta, ad oggi, come la soluzione più accreditata per uscire da questo empasse globale. Si impoverisce la fiducia nei rappresentanti eletti, nelle istituzioni sovranazionali, nell’Unione Europea sempre più burocrate e sempre meno strumento di fratellanza opportuno in una visione di mistica contaminazione di culture. E’ ancora vivo il sogno di una ulteriore evoluzione migliorativa? La crisi generata fin ora, nonostante gli incerti orizzonti che determinerà, pone una certezza di base: una nuova definizione tra i rapporti politici e di forza delle aree mondiali. Attualmente il mondo, l’Italia in particolare, ha assistito ad operazioni di soft power da vari fronti, nei modi e nei tempi più disparati. Balzano agli occhi i protagonisti: Cina, U.S.A. , Russia. L’analisi, apparentemente banale, è complessa ma riassumibile in alcuni passaggi. Gli USA dopo una prima fase di profondo egocentrismo ed egoismo campanilista, durante il quale ha attivato una politica di contenimento a completa salvaguardia dei suoi confini anche a discapito degli stati “alleati”, ha pianificato l’invio di aiuti umanitari in ritardo rispetto ai suoi principali antagonisti. E’ evidente quanto il soft power americano sia alla frutta. Gli americani lo sanno e se necessario eserciteranno la politica degli eserciti che hanno in Europa nonché la grande arma di ricatto economico-finanziario di cui godono saldamente. La Cina mette in moto la macchina della comunicazione della Forza e della Fede. Da Tigre ferita, cura se stessa per poter in breve tempo prodigarsi per una fratellanza universale. Superata la fase di forte emergenza interna, si lancia in una propaganda mediatica importante a sostegno dell’Italia. Medici cinesi che lavorano gomito a gomito con i colleghi italiani; aiuti umanitari, voli colmi di attrezzature mediche e membri delle comunità cinesi più importanti che donano sostegno, attenzione e mascherine ai fratelli italiani. Il tutto ovviamente, sempre, ottimamente sponsorizzato nonostante la carità cristiana ci insegni che l’altruismo lo si condivide ma non lo si ostenta! La Russia dai zero effetti sulla popolazione del virus invia anch’essa un forte sostegno nella nostra penisola in termini di medici e strumentazione sanitaria. L’Italia si pone da sempre come partner privilegiato tra U.S.A. e Russia. L’attuale coalizione di governo, appare evidente, in continuità con la precedente ha strutturato un feeling privilegiato con la Cina. Lo dimostrano le tante attività: il 5G, l’adesione alle vie della seta, la cooperazione sulla ricerca e l’industria aerospaziale, gli investimenti nei porti. Il capo di gabinetto del Ministero degli Esteri non a caso è l’ex ambasciatore italiano in Cina Ettore Sequi, evento casuale? In una politica di tipo nazionale nulla succede per caso o per improvvisazione! Il felling cino-russo, si sa, è quanto di più innaturale possa esserci in una scelta di politica estera. La Russia paese culturalmente europeo e cristiano, da sempre diffidente nei confronti della Cina, ha stretto alleanza con XI Jinping come scelta necessaria successive alla misure restrittive dell’Europa. Niente di più artificioso e di cinica opportunità. Sulla scorta delle attuali evoluzioni internazionali e della incapacità dell’Europa di imporsi con una politica internazionale seria, il ruolo che va a ritagliarsi l’Italia può essere di spicco. Sulla scorta di un nuovo assetto degli equilibri internazionali, il ruolo più opportuno per l’Italia sarà quello di anello di congiunzione necessario tra interlocutori dalle radici comuni in un territorio dalle enormi opportunità. Sullo scacchiere dei Paesi del mediterraneo, l’Italia potrà essere interlocutore privilegiato tra la Russia di Vladimir Putin e l’America di Donald Trump. Una evoluzione in tal senso, se bene gestita, investirebbe l’Italia del ruolo di principale interlocutore europeo, status già fisiologicamente opportuno determinato dalle comuni radici culturali nonché cristiane. Un accanimento, di contro, con una politica filocinese rischierebbe di logorare tale opportunità favorendo un’alleanza artificiosa posta su basi culturali e di sensibilità diametralmente opposte.