Ecco chi è la Schlein. Nessun problema per Giorgia

0

Con il 53,8% contro il 46,2% del moderato Bonaccini, Elly Schlein nella notte tra il 26 ed il 27 febbraio si aggiudica la guida del PD e diventa la prima leader donna del partito.

Di origini americane e svizzere e neanche tesserata al momento della sua discesa in campo per le primarie, (lo farà subito dopo), vince contrariamente ai pronostici. Un risultato che ribalta quello dei circoli, dove aveva vinto di 20 punti il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. È infatti la prima volta che non diventa Segretario il candidato più votato fra i “gazebi”, ovvero gli iscritti.

È inoltre anche il più giovane segretario della storia del Pd e la prima donna che vince per competizione politica e non per “quota”. Un fatto sicuramente poco comune e totalmente nuovo al mondo della sinistra. Senz’altro un esito positivo da riconoscerle con trasparenza.

“Sarà un partito più radicale nelle scelte”, ha annunciato Mattia Santori, uno dei suoi più grandi sostenitori di questi mesi. Elena Ethel Schlein, detta Elly, è figlia di un luminare e ricca di famiglia, è cittadina americana, svizzera ed italiana, ha fatto campagna elettorale per Obama ed è stata vice governatore dell’Emilia Romagna. Appena eletta ha ricevuto la benedizione di Soros e le congratulazioni dei Rothschild e di Bourla (Ceo di Pfizer).

Paladina di concetti come redistribuzione, (quindi favorevole al reddito di cittadinanza), diritti LGBTQIA, aborto, ius soli e legalizzazione della cannabis; ricorda il “folklore” anni 60 da centro sociale e pugni chiusi e rappresenta quella perfetta svolta a sinistra che fa dormire sonni tranquilli alla destra ed oggi festeggiare vivacemente.

“Saremo un bel problema per Giorgia Meloni. Daremo un contributo a organizzare l’opposizione a difesa dei poveri che il governo colpisce e non vuole vedere.” Questa tra le prime dichiarazioni a caldo della notte elettorale, a cui segue lo slogan: “Costruiremo un Pd per i poveri e la Terra”.

Frasi che sanno più di ‘5 stelle’ che di progressismo avanguardista. Insomma la perfetta immagine e personificazione di un partito di estrema sinistra dedito alla retorica ed alla inconcludenza elitista. Sulla scia dell’esponente Dem statunitense Ocasio-Cortez, la nuova Segretaria ha come priorità della sua agenda politica: diritti civili, statalismo, eco-comunismo esasperato, politicamente correttissimo, cancel culture ed aperturismo ideologico ed intollerante. La radicalizzazione di un partito che oggi si fa finalmente uomo, o in questo caso donna LGTBQ+ arcobaleno.

Nulla che può quindi spaventare un Premier Meloni sicuro di una fiducia costante ed in continua crescita ed un governo di centro-destra concentrato sulle vere priorità degli italiani e le grandi riforme strutturali che necessitano; ma che invece può e rischia di ridursi a minimi storici per mancanza di eterogeneità di correnti e di sottomettersi politicamente al ‘Movimento 5 Stelle’.

Elly Schlein alla guida del Pd, Giorgia Meloni a quella del paese. Due universi opposti ed oltremodo distanti la cui coesistenza suscita un nuovo interessante interrogativo: dopo oltre un decennio di torsione centrista del sistema politico italiano, tra governi tecnici e coalizioni di diversa grandezza, stiamo forse assistendo ad un lento, ma concreto delinearsi di un nuovo assetto bipolare e normalizzato della competizione elettorale tra destra e sinistra?

ABBONATI A CULTURAIDENTITA’

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

5 × 3 =