Parla l’attrice protagonista con Mariano Rigillo di Ezra in gabbia che apre la stagione della Pergola di Firenze
Sarà proprio Anna Teresa Rossini, in arte Cicci, che assieme all’attore Mariano Rigillo inaugureranno la Stagione Teatrale della Pergola di Firenze con Ezra in gabbia scritto e diretto da Leonardo Petrillo sulle angosce, ossessioni, reclusioni del poeta e dell’uomo Ezra Pound. Sarà Mariano Rigillo a dare corpo e voce a questo singolare poeta americano, ricercandone la gestualità e il silenzio. La scena è una gabbia che richiama il carcere e l’isolamento che Ezra Pound dovette subire per le sue idee “rivoluzionarie” mussoliniane e contro l’usura capitalistica dominante alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Quanto subì Ezra Pound e quanto continua a subire?
Subì delle vessazioni molto gravi. Gli americani erano molto arrabbiati con lui. Aveva sempre dichiarato di non essere fascista. Non ha mai preso tessere però era sicuramente attratto dalle idee, dai principi, dal modo di governare di questa figura nuova di allora che era Benito Mussolini.
Era attratto dalle rivoluzioni. Ebbe parole di elogio anche per Lenin…
Era per la rivoluzione economica soprattutto. Pose il dito nella piaga dell’usura e sul procedere del capitalismo americano. Lo rinchiusero subito dopo la guerra per almeno tre settimane. Esposto al sole di giorno e alla luce di notte con sole due fette biscottate di cibo al giorno, finché per ragioni di salute non uscì dalla gabbia e lo misero in un ospedale psichiatrico. L’offesa più grave l’ebbe dall’America. Probabilmente avevano anche pensato di condannarlo a morte.
Questo solo per un’idea, per quanto cinica brutale divisiva, irritante ma pur sempre un’idea.
L’accusa principale era tradimento, per una serie di trasmissioni radiofoniche trasmesse dall’EIAR di allora sull’economia americana e mondiale.
E poi lo chiusero in un manicomio criminale…
Tornò in Italia, prima in Tirolo, poi a Rapallo e ritrovò un po’ di serenità. È sepolto a Venezia.
Cosa insegna questa storia?
Che ognuno di noi è pieno di contraddizioni.
Cosa vinceva in lui?
La sua arte, la sua poesia. Era un grandissimo poeta.
Cosa fai nello spettacolo?
Io ho un onere particolare: Mariano Rigillo interpreta con maestria e somiglianza fisica il poeta, io leggo i Cantos.
I Cantos sarebbero un’edizione novecentesca originale della Divina Commedia dantesca fatta da Pound.
I Greci hanno avuto Omero, gli Italiani Dante e il Rinascimento, gli Americani Ezra Pound. Lui professa un grande amore per la sua terra, per la sua gente, per le sue radici.
Cosa ti ha convinto di questo progetto?
Il fatto che lo hanno cancellato. Ha subito l’umiliazione più grande: l’oblio. La rimozione. O non sanno chi è, o se lo sanno è come se nominassi il demonio!
E poi c’è quell’intervista fatta da Pierpaolo Pasolini…
Bellissima. Lui che quasi si inginocchia commosso davanti a questo vecchio poeta maestro di tradizione, di radici. Pasolini gli riconosceva questa dimensione arcaica, contadina.
Se per Pound il male del mondo era l’usura, per Anna Teresa Rossini oggi qual è il peggior male?
La violenza sulle donne. Mi addolora profondamente. Il femminicidio. Uno al giorno. È terribile.
Mentre facciamo l’intervista un uomo a Battipaglia ha ammesso di aver accoltellato alla gola la moglie di 37 anni, con la quale aveva avuto due figli. Il nostro numero mensile è dedicato a Norma Cossetto. Conoscevi questa storia? E a quale episodio sei legata di più?
Da bambina fui portata a Corinaldo, il paese di Maria Goretti. Questa donna trucidata per difendere la sua integrità mi colpì molto. Maria Goretti è il simbolo della purezza. Morì dopo un tentativo di stupro. Il suo assassino sognò Maria che gli diceva di pentirsi e che avrebbe raggiunto il Paradiso. Anche qui, come nel caso della Cossetto, violentata e trucidata mi dà quel senso di impotenza delle donne di fronte a certi principi che si tenta oggi di sfaldare. Molti secoli non si cancellano in pochi anni.
Un altro femminicidio che ti colpì?
Da adolescente, nel film Rocco e i suoi fratelli. Lo stupro di Nadia interpretato da Anne Girardot, sotto gli occhi di Rocco. Il film di Visconti. Lo vidi ed ebbi la febbre!
Se per Pound si può parlare di stigma, molte donne ancora oggi subiscono lo stigma per aver percorso strade diverse.
I percorsi delle donne sono stati difficilissimi. S’è inculcato il detto: “ fatti furba! Non dire la verità! Mai complicità fra donne!” invece le donne quando si mettono insieme fanno tremare. Sono una potenza. È un percorso ancora lungo da percorrere culturalmente.
Chi era la persona forte in famiglia?
Mamma era molto più forte del babbo. Anche se mi ricordo un suo schiaffo dato a mia sorella perché voleva andare ad una festa.
Com’è stato accolto Ezra in gabbia dal pubblico?
Con molta partecipazione. La qualità dell’interpretazione di Mariano è alta. Una grande prova d’attore.
C’è qualcuno che ha avuto la puzza sotto il naso?
L’imbecille c’è sempre: “Pound è fascista…” non hanno capito nulla. Non voglio più sentire questi discorsi. Lo si taccia a priori. Non lo si conosce. Tutto questo mi sembra ingiusto.
La violenza sulle donne mentre di parla di Pound! Che banalità!