Giovanni Boldini celebrato al Palazzo dei Diamanti di Ferrara

0
Giovanni Boldini, autoritratto, 1892

Ferrara, Città Identitaria, celebra dal 22 marzo al 20 luglio 2025 a Palazzo dei Diamanti con una mostra dedicata uno dei suoi personaggi più illustri e importanti, il pittore Giovanni Boldini. Nato a Ferrara il 31 dicembre 1842, Giovanni Boldini è stato tra gli artisti italiani più conosciuti e talentuosi di fine Ottocento. Vicino come stile pittorico agli impressionisti francesi dai quali però si distaccò per uno stile più personale e legato alla ritrattistica, Boldini crebbe a Ferrara ottavo di tredici figli, sotto la guida sapiente del padre pittore Antonio, che intuì immediatamente nel figlio il talento nel dipingere. Terminata la fase adolescenziale nella quale mostrò una decisa inadeguatezza per gli ambienti accademici e scolastici, Giovanni lasciò Ferrara alla volta dell’Italia e dell’Europa aprendosi le porte ad un itinerario artistico di indubbio successo. A Firenze, prima meta del pittore, Boldini entrò in contatto con il gruppo che gravitava intorno al Caffè Michelangelo, i Macchiaioli, dai quali prese spunto per le pennellate pure e istantanee ma preferendo ai loro temi più agresti e naturalistici il ritratto, che sarà sempre il genere in cui riuscirà ad esprimere la sua migliore creatività e dal quale riceverà la maggiore fortuna.

A Londra e a Parigi ebbe modo di perfezionare le tecniche di pittura ma soprattutto di prendere ispirazione dal fermento artistico che animava la società della Belle Époque. Nonostante ritenesse Firenze la culla dell’arte per eccellenza, decise di stabilirsi definitivamente a Parigi con l’avvento della Terza Repubblica e da amante della mondanità, dei salotti artistici e letterari, della vivacità culturale che al tempo vibrava nella capitale francese, lì Boldini trovò lo spazio per emergere come artista di fama internazionale. Nel quartiere di Montmartre dove abitava iniziò a frequentare il Café de la Nouvelle Athènes, che si trovava proprio di fronte alla sua dimora. Qui erano soliti riunirsi gli artisti che poco dopo avrebbero dato vita al movimento impressionista e tra questi Boldini, sempre al Cafè, fece amicizia con Degas. Negli anni tra il 1871 e il 1878, entrò nella cerchia del mercante d’arte Adolphe Goupil, che aveva riunito sotto la sua protezione diversi artisti italiani tra i quali Giuseppe Palizzi e Giuseppe De Nittis. Grazie a questa collaborazione, Boldini non solo ottenne una certa stabilità economica, ma venne accolto nelle più importanti esposizioni divenendo l’artista di punta dei salotti parigini. Con l’amico Degas, viaggiò molto tra l’Egitto e la Spagna, nel 1897 espose alcune opere a New York e nei primi anni del XX Boldini tornò spesso in Italia per partecipare alla Biennale di Venezia, ricevendo l’onorificenza di grande ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia.

La mostra ferrarese, curata da Pietro Di Natale e organizzata da Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara, vede come fil rouge significante il ritratto femminile, genere su cui Boldini concentrò la maggior parte dei suoi sforzi creativi. Oltre 40 opere – tra dipinti ad olio, pastelli, acquerelli, disegni e incisioni – selezionate fra quelle custodite nel Museo a lui intitolato, raccontano nelle tre sale dell’ala Tisi del Palazzo il suo talento di pittore della “donna moderna” e del suo fascino. Boldini fu capace di esprimere, come pochi altri artisti del suo tempo, la personalità, i tratti peculiari, l’anima dei suoi modelli, che consegnò alla storia come icone di un’epoca, raffigurate sempre con un certo dinamismo. Il pubblico, le committenze aristocratiche e la critica, in Europa come in America, apprezzarono soprattutto l’innovativa formula stilistica con la quale diede forma all’ideale femminile del tempo: elegante, sensuale, spigliato, colto, emancipato, bohemienne, talvolta eccentrico. Le donne sono le protagoniste indiscusse dei dipinti di Boldini e l’opera per cui forse è più conosciuto al pubblico, esposta alla mostra ferrarese, è La signora in rosa (1916), ritratto sensuale ma delicato a figura intera di Olivia Concha de Fontecilla.

La signora in rosa, 1916, Olio su tela, 163×113 cm
Ferrara, Museo Giovanni Boldini © Ferrara, Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea
foto Tiziano Menabò

Non solo donne: Boldini fece ritratti a personaggi decisivi dell’epoca, tra cui lo stesso Giuseppe Verdi. Spesso, quando si pensa al noto compositore, si associa il suo volto, magari senza saperlo, al celebre ritratto di Boldini, che però fu la seconda versione dell’opera. La prima versione non convinse né Boldini né Verdi, per diversi motivi tra i quali la difficoltà dell’artista nel ritrarre un Verdi irrequieto che si intratteneva di continuo in conversazione con il suo assistente. Perciò il pittore davanti alla situazione chiese a Verdi di concedergli una seconda possibilità. La seconda versione di Boldini, Ritratto di Giuseppe Verdi (1886) è quella passata alla storia ed è divenuta di fatto l’immagine ufficiale di Verdi, il quale ne rimase molto colpito.

Ritratto di Giuseppe Verdi (1886; pastello su cartone, 65 x 54 cm; Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea)

Boldini si spense a Parigi l’11 gennaio del 1931 ma le sue spoglie si trovano, dietro sua esplicita richiesta, nel cimitero monumentale della Certosa di Ferrara, la città natia alla quale si sentirà sempre inscindibilmente legato.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

11 − quattro =