I due santi patroni di Frosinone

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Il 20 luglio del 514 fu proclamato pontefice Ormisda, diacono nativo di Frosinone, sposato con prole, il figlio Silverio.
Il nome Ormisda deriva dal persiano. Latinizzato in Hormisdas, significa “buono”.  Ormisda era diacono nella Chiesa romana quando diede prova di grandi doti diplomatiche nel tentativo di avvicinare i seguaci di papa Simmaco e dell’antipapa Lorenzo. Ormisda fu eletto papa nel 514, due giorni dopo la morte di Simmaco. Durante il suo pontificato si impegnò soprattutto a regolare la complessa divisione tra Oriente e Occidente risalente al 484. Nel 515 l’imperatore Anastasio rifiutò la proposta del papa di una riconciliazione. Nel 519, sotto l’imperatore Giustino I, sostenitore dei calcedonesi, Ormisda pose fine allo scisma con la professione di fede che porta il suo nome, la “formula di Ormisda”. Il 28 marzo 519, l’imperatore e il patriarca di Costantinopoli, e in seguito anche molti vescovi orientali, accettarono la formula che venne letta al concilio Vaticano I come prova del riconoscimento dell’autorità del papa nei primi sei secoli dell’era volgare.

Della sua vita si sa che divenne protodiacono (cioè amministratore della Chiesa) dopo esser stato sposato ed aver avuto un figlio, Silverio, che sarebbe divenuto a sua volta papa: un caso unico nella storia della chiesa.  Durante il suo papato dette prova di capacità diplomatiche, tanto da essere definito da molti storici, il teorico e l’ iniziatore della diplomazia Vaticana.

La formula di adesione a Roma, e cioè quella di Ormisda (che è poi rimasta il punto di riferimento fondamentale tra le chiese di Oriente e quelle di Occidente), fu firmata da 2500 vescovi orientali. Sotto il suo pontificato San Benedetto elaborò la regola fondamentale per la rinascita del mondo occidentale, applicandola da Subiaco a Montecassino.

Ormisda morì a Roma il 6 agosto del 523 e fu sepolto nel pavimento dell’atrio di San Pietro in Vaticano, poi nel poliandro della basilica. La tomba andò perduta durante l’edificazione dell’attuale basilica.

Ormisda è considerato uno degli ultimi padri della Chiesa latina. Viene ricordato il 20 giugno insieme al figlio Saverio.

SAN SILVERIO PAPA

Forse non tutti sanno che erano padre e figlio. Nel 480 infatti a Frosinone nacque da Ormisda e Caria di Capua Silverio. Purtroppo, Ormisda perse la moglie quando Silverio era molto piccolo. Colpito profondamente dal lutto, Ormisda andò a vivere a Roma aggregandosi al clero della Chiesa romana, portando con sé il piccolo Silverio. A Roma, la vita di Silverio ebbe come unico punto di riferimento il padre. Nel 514, quando Silverio aveva 34 anni, il padre Ormisda da diacono e persona stimata venne eletto Papa.  Favorito dall’essere figlio di un Papa, Silverio oltre all’educazione cristiana, ebbe la possibilità di formarsi anche nelle lettere umane e divine. Fu quasi una conseguenza naturale, che il figlio di un Papa così venerato fosse anch’egli amato e stimato dall’ambiente. L’8 Giugno del 536 Silverio venne eletto Papa ed il 20 giugno dello stesso anno fu proclamato vescovo di Roma.

Il pontificato di Papa Silverio, purtroppo fu breve, tormentato e frastagliato da calunnie. A causa dei contrasti con l’imperatrice Teodora, dopo solo un anno di pontificato, Papa Silverio fu costretto ad abdicare in favore di Papa Virgilio. L’imperatrice Teodora voleva rimettere al posto del patriarca di Costantinopoli un prelato già cacciato precedentemente per accuse di eresia. Papa Silverio rispose all’imperatrice con una lettera dove manifestava la sua più profonda indignazione per una richiesta, come il reinsediamento di un eretico, in un posto riservato ai discepoli di Dio. Con questa lettera Papa Silverio firmò la sua condanna a morte.

La regina Teodora scrisse subito una lettera al generale Belisario ed alla moglie, nella quale manifestava la volontà di deporre Papa Silverio, con qualsiasi mezzo, anche un semplice pretesto. Nonostante il carisma di Papa Silverio avesse colpito Belisario, lo depose e lo condannò all’esilio.

Dopo l’abdicazione Silverio giunse prima nell’attuale Ostia, poi arrivò a Ponza nei primi giorni di giugno del 537 quando, sbarcato senza che nessuno sapesse chi fosse quest’uomo, trovò ospitalità presso il convento benedettino dedicato a S. Maria.  Il 21 novembre del 537 dopo pochi mesi sull’isola Papa Silverio si spense.

Entrambi sono divenuti santi ed entrambi sono diventati i Santi Patroni di Frosinone e festeggiati il 20 giugno.

formula Hormisdae“. Ad essa il Concilio Vaticano I si è ripetutamente riferito.

Essa inizia con le parole:

  
«Prima condizione per la salvezza è quella di custodire la norma della retta fede e non deviare in alcun modo da quanto è stato stabilito dai Padri. E non si può trascurare l’espressione del signore nostro Gesù Cristo, che dice: Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa. Questa affermazione è provata dai fatti, perché nella sede apostolica la religione cattolica è stata sempre conservata pura. »

                                                                                                                                      Daniela Chiappini

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