Il Ponte di Arena a Monza –

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Disegno con veduta del ponte dei Leoni a Monza, A. Greppi, 1874 c.a., rinvenuto nella biblioteca di Villa Greppi a Monticello Brianza).

Il ponte dei Leoni a Monza sorge nella stessa zona di quello che fu il “ponte d’Arena” in epoca romana. Importante costruzione di connessione fra le due sponde del Lambro, esso ricopriva un ruolo fondamentale per i commerci e lo dimostravano le sue dimensioni: lungo più di 70m e largo quasi 5m (vi potevano transitare quindi più carri in direzioni opposte), era circa il triplo di quello attuale. Aveva 8 arcate e si stima che queste arrivassero fino a oltre l’attuale tabaccaio di via Vittorio Emanuele. Una di queste, proprio l’8ª,è possibile ammirarla tutt’ora attraverso una teca di vetro.

Ma perché questo nome, ponte “d’Arena”? C’è chi ha ipotizzato che fosse dovuto alla presenza nelle vicinanze di un arena per gli spettacoli dedicati alla cittadinanza, ma le dimensioni di Monza e il numero della sua popolazione in epoca romana non fanno pensare che la città fosse dotata di un simile edificio. Inoltre se pensiamo a quali sarebbero potuti essere i problemi tecnici nel costruire un edificio tale vicino a un fiume, questa tesi perde ancora più valore, sempre che l’arena romana di Monza non fosse in realtà un semplice luogo recintato in legno, nulla di paragonabile ad altre arene per i ludi gladiatori. Forse, piuttosto, la risposta va cercata nel fatto che vicino alle sponde del Lambro fosse appunto visibile del pietrisco o della sabbia, che in latino ha nome proprio di “harena”. Il nome di Arena, inoltre, è testimoniato a Monza anche in età medievale per indicare l’area del centro storico sita proprio sulla sponda sinistra del Lambro.

E ciò che vediamo noi oggi invece? Il ponte dei Leoni nel suo stato attuale è frutto di un rifacimento austriaco del 1842, in vista di una risistemazione militare complessiva delle strade per Lecco ed il Tirolo.

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